Livorno, permessi antincendio facili: la procura chiede di prorogare le indagini
Deciderà il giudice, obiettivo analizzare ancora i presunti casi di corruzione dopo l'arresto del funzionario dei vigili del fuoco Giuseppe Mazzotta
LIVORNO. La procura ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di prorogare per sei mesi le indagini sulla presunta corruzione nell’ambito dei permessi antincendio facili che hanno portato, lo scorso 3 giugno, all’arresto del funzionario dei vigili del fuoco Giuseppe Mazzotta, l’ingegnere sessantenne originario di Lecce e residente a San Casciano di Cascina, nel Pisano, accusato di corruzione, concussione, istigazione alla corruzione e riciclaggio attualmente in carcere in regime di custodia cautelare per il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Il termine era infatti previsto per luglio e in questo modo, gli agenti della Squadra mobile, coordinati dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, avranno modo – se naturalmente il tribunale confermerà la decisione – di accertare ulteriormente i fatti.
La titolare del fascicoo è la pubblico ministero Antonella Tenerani. Oltre a Mazzotta, l’unico privato temporaneamente della libertà personale e difeso dall’avvocato Roberto Nuti, iscritti nel registro degli indagati e tutti liberi l’ingegnere livornese quarantasettenne Alessandro Scheveger, l’imprenditrice labronica cinquantanovenne Cristina Solari, titolare dell’omonima ditta di servizi antincendio di via da Vinci, e l’imprenditore cinese di 46 anni Lei Zhang, attivo nel settore dell’import-export. Tutti e tre, nelle scorse settimane, hanno parlato al giudice, fornendo ampie delucidazioni, tanto ha respinto le richieste di custodia.
Coinvolti nell’inchiesta anche il funzionario ex responsabile, ora in pensione, dell’ufficio prevenzione incendi di Genova Augusto Russo, 65 anni, il dipendente volterrano dell’Asl Leo Bongini, di 58, il collega pisano trentaseienne tecnico della prevenzione Lorenzo Benotto, il geometra e vigile del fuoco volontario di Collesalvetti Alessandro Centelli (sessantaquattrenne e originario di Rosignano), il libero professionista, anche lui pompiere volontario al Crocino Alessio Marco (51 anni, di Cascina, ma residente a Livorno), il perito ottantunenne di Portoferraio (all’Elba) Alberto Bastreri, la moglie settantottenne imprenditrice delle forniture alberghiere Graziella Petucco, l’ingegnere di Follonica Giulio Passarini (47 anni), il perito di Scarlino Gabriele Lucentini (44 anni), l’ingegnere sessantunenne livornese Roberto Canessa, il geometra labronico cinquantasettenne Alessandro Bernardeschi, l’architetto ed ex assessore all’ambiente a Cecina Gabriele Bulichelli, 54 anni, il livornese di 57 anni Massimo Faverzani, il labronico Enrico Tribioli, 78 anni, e il cinquantatreenne di Cecina Giorgio Niccolai. Ma non solo: anche i figli del funzionario arrestato – Lorenzo e Laura Mazzotta, di Cascina, 24 e 26 anni – la compagna Daniela Pepe, l’imprenditore pratese Luciano Lucarini (79 anni e nato di Vernio, stessa provincia), Simona Luconi (47 anni, residente a Carmignano), l’imprenditore livornese Luca Menicagli (64 anni), l’imprenditore labronico e socio della discoteca di Calafuria Simone Gonnelli (di 57), l’albergatore elbano Cesare Farina (43 anni, originario di Monza e residente a Capoliveri), gli albergatori elbani Massimo e Raffaella De Ferrari, di 74 e 69 anni e il titolare dell’hotel Granduca Giovanni Vignoli, di 79 anni.
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