Il Tirreno

Livorno

L'inchiesta

Livorno, permessi antincendio facili: «Due mazzette di banconote per il cinema di Castiglioncello»

di Stefano Taglione
A sinistra Giuseppe Mazzotta, a destra Massimo Faverzani
A sinistra Giuseppe Mazzotta, a destra Massimo Faverzani

Secondo l'accusa il passaggio di denaro fra Massimo Faverzani e Giuseppe Mazzotta avvenne al Caffè Ginori: «Il pompiere è uscito con la tasca sinistra dei pantaloni rigonfia»

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CASTIGLIONCELLO. Due mazzette da 50 euro consegnate dal livornese Massimo Faverzani, 58 anni e concessionario del cinema di Castiglioncello, al dirigente dei vigili del fuoco Giuseppe Mazzotta, arrestato il 3 giugno scorso dalla polizia per corruzione e riciclaggio. Un passaggio di denaro documentato, secondo l’accusa, lo scorso 18 marzo dalla Squadra mobile, con gli agenti che seguono l’incontro al Caffè Ginori di Castiglioncello e vedono «il funzionario uscire con la tasca sinistra dei pantaloni rigonfia».

Le intercettazioni

Tutto, però, partirebbe dall’anno precedente. È il 7 maggio del 2024 quando Mazzotta e l’architetto ed ex assessore del Comune di Cecina Gabriele Bulichelli stanno parlando in un hotel. Oggetto della conversazione il cinema. «Bulichelli consegna del denaro al pompiere, facendo riferimento alla pratica per il cinema, seguita da Bulichelli con la supervisione occulta del dirigente – ritiene la procura –. I due commentano la vicenda e il pubblico ufficiale cita gli accordi presi , ovvero “4+4”, cioè 4.000 euro per il progetto e 4.000 per la Scia (la Segnalazione certificata di inizio attività ndr) e invita Bulichelli a parlare liberamente col titolare dell’attività, spiegandogli che parte della fattura è riconducibile ai favoritismi elargiti da Mazzotta, non in maniera gratuita. Infatti, maneggiando del materiale cartaceo che da rumore e tenore della conversazione si ritiene essere denaro, Bulichelli dice “Qui sono i mia. Allora, fino qui ora siamo a posto”. Mazzotta, che ride sguaiatamente, chiede delucidazioni e l’architetto risponde: “Questo è il cinema, ok, no? Erano tre bottiglie più una. Lì ce n’è due. Allora: quelli del cinema c’era… più una, sei a quattro. Ok? Qui, invece, di quei due te ne do uno. Ora intanto...”. Mazzotta, a fine conversazione, dice: “Tanto qui siamo tra amici. Quando parli col cliente gli dici quello che riesci a fatturare per me, poi puoi chiedere uno, dieci, 100 in più. Fai te”.

La consegna

Agli atti dell’inchiesta c’è poi una consegna di denaro fra Faverzani (che è indagato e che Il Tirreno ha provato senza esito a contattare) e Mazzotta. «Il 18 marzo 2025 – si legge nell’ordinanza – Mazzotta esce dal proprio ufficio, giungendo a Castiglioncello e parcheggiando l’auto sull’Aurelia, al Caffè Ginori, dove incontra Faverzani, già legale rappresentante della “Decima Musa”, concessionaria del cinema. Dopo poco il dirigente rientra in auto e si mette in marcia. Dalle immagini si nota come la tasca sinistra dei pantaloni sia rigonfia. Alle 17,04 arresta la marcia, estrae due buste di carta e ne verifica il contenuto, lasciando vedere che contengono due cospicue mazzette di banconote da 50 euro, rilegate con elastici di colore diverso. Analizzando le varie vicende si ritiene verosimile che il denaro sia riconducibile alla vicenda del cinema, sinora affrontata dal pubblico ufficiale con Bulichelli riguardo l’agibilità e la regolarizzazione delle pratiche antincendio per l’apertura estiva 2025, considerando che nel 2024, come da comunicazioni intercettate, venne aperto con deroga del Comune con l’impegno di adeguare il tutto per l’anno successivo».

 

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