Livorno, arrestato un vigile del fuoco: è accusato di corruzione e riciclaggio
Il dirigente e ingegnere, di Cascina, in carcere per un’indagine sui permessi antincendio. da tempo lavora al comando provinciale
LIVORNO. Choc al comando dei vigili del fuoco per l’arresto del dirigente provinciale Giuseppe Mazzotta, portato in carcere dalla Squadra mobile della polizia di Stato con le accuse di corruzione e riciclaggio. Sull’indagine c’è il massimo riserbo, ma – secondo quanto appreso – tutto ruoterebbe attorno al rilascio dei permessi antincendio, in alcuni casi a fronte di un corrispettivo in denaro, questa la tesi della procura.
Il funzionario di via Campania, ingegnere sessantenne, fa riferimento all’unità “Prevenzione incendi e vigilanza” del comando labronico e ha una lunga esperienza nel corpo nazionale. Nell’inchiesta, andata avanti per diverso tempo, risulterebbero altri indagati (una trentina i decreti di perquisizione eseguiti nei giorni scorsi) e a casa di alcuni di loro gli agenti avrebbero sequestrato diverso materiale.
Chi è l’arrestato
Sull’indagine, come anticipato, c’è il massimo riserbo. È ancora in corso quindi i poliziotti della Squadra mobile stanno ancora approfondendo tutti gli aspetti per stabilire le eventuali responsabilità del funzionario originario di Lecce, che risiede a San Casciano di Cascina, in provincia di Pisa, e per molti anni ha lavorato proprio al comando pisano. Da tempo, però, si è trasferito a Livorno (dove aveva già lavorato in passato). Nel corso della sua carriera nei pompieri ha svolto numerose missioni, anche all’estero.
Oggi l’interrogatorio
Stamani alle 9, nel carcere delle Sughere, alla presenza del suo avvocato Roberto Nuti e del pubblico ministero Mazzotta sarà ascoltato dal giudice per le indagini preliminari. Il sessantenne si trova in cella in regime di custodia cautelare per il pericolo di inquinamento delle prove. Fra gli indagati è l’unico, al momento, ad avere la misura restrittiva della libertà.
Il precedente
In passato, per le stesse ragioni, l’ingegnere – iscritto all’Ordine di Pisa e laureato in ingegneria civile dei trasporti – era rimasto coinvolto in un’indagine analoga della procura di Pisa, ma nel 2016 è stato assolto per non aver commesso il fatto, con formula piena quindi. Nell’atto d’accusa veniva denunciata una via preferenziale collaudata per conquistare il via libera nelle autorizzazioni antincendio di locali, dalla Valdera al litorale. Funzionari pubblici e professionisti accusati, a vario titolo, di concussione, corruzione e abuso d’ufficio per una vicenda che copriva un periodo temporale abbastanza datato dal 1999 al 2009. Al centro delle accuse c’erano i presunti favoritismi da parte dell'ufficio prevenzione incendi verso una serie di professionisti, ma come anticipato la questione si è chiusa con l’assoluzione totale di Mazzotta e di tutti gli altri imputati.