Permessi antincendio facili: coinvolto anche Giovanni Vignoli, albergatore del Granduca
L'imprenditore, 79 anni, si reputa tranquillo: «Non ho avuto contatti particolari con Giuseppe Mazzotta, se non ufficiali»
LIVORNO. «Non ho avuto contatti particolari con questa persona (con il funzionario dei vigili del fuoco arrestato per corruzione e riciclaggio, Giuseppe Mazzotta ndr), se non contatti ufficiali per mettere in regola la mia attività. Fra l’altro l’impianto antincendio del mio albergo lo devo ancora terminare. Non ho subìto alcuna perquisizione: nei giorni scorsi mi hanno solamente convocato in questura e ho ricevuto un avviso».
A parlare è il proprietario dell’hotel Granduca di piazza Micheli – nonché membro del consiglio direttivo di Confcommercio per la provincia di Livorno – Giovanni Vignoli, 79 anni. L’imprenditore labronico è coinvolto nell’inchiesta delegata dalla pubblico ministero Antonella Tenerani alla Squadra mobile della polizia di Stato, diretta dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, ma si reputa totalmente estraneo ai fatti contestati dagli inquirenti labronici. Sulla vicenda, da parte degli investigatori, c’è il massimo riserbo.
«Le certificazioni antincendio si rinnovano – sottolinea il settantanovenne livornese – e io francamente mi reputo a posto. Non ho assolutamente avuto contatti diversi da quelli ufficiali con questa persona e mi ritengo totalmente estraneo alla vicenda e ai fatti contestati dalla procura». Vignoli non è l’unico albergatore della provincia di Livorno iscritto nel registro degli indagati, dato che ci sono anche alcuni colleghi elbani, fra cui – come si può leggere nell’articolo a sinistra – il presidente degli albergatori dell’isola Massimo De Ferrari, 74 anni, originario di Genova. Vignoli, come spiega lui stesso, non è stato destinatario di perquisizioni da parte dei poliziotti della Squadra mobile.