Permessi antincendio facili, le mani di Mazzotta pure sull’Elba: «Tremila euro da un albergatore»
Avrebbe «redatto di proprio pugno» progetti e certificazioni per il Camping Lacona Pineta. Poi, secondo l’accusa, il pagamento: «Ci si trova d’accordo lì per lì, proponi te»
LIVORNO. Avrebbe riscosso tremila euro da un albergatore elbano «dopo aver redatto di proprio pugno i progetti e le certificazioni» antincendio per la struttura «che verranno poi vidimate da un professionista iscritto all’albo nazionale dei vigili del fuoco». Emergono nuovi particolari nell’inchiesta che nelle scorse settimane ha portato all’arresto per concussione, corruzione e riciclaggio di Giuseppe Mazzotta, il sessantenne dirigente dei pompieri livornesi originario di Lecce e residente a San Casciano di Cascina, nel Pisano, accusato di aver architettato un sistema corruttivo per il rilascio dei permessi e delle certificazioni antincendio. Il funzionario del comando di via Campania, stando alla tesi accusatoria, avrebbe operato anche all’isola d’Elba, attraverso alcuni presunti collaboratori, anche loro indagati, come il perito ottantunenne di Porto Azzurro Alberto Bastreri e la moglie imprenditrice attiva nel settore delle forniture alberghiere Graziella Petucco, 78 anni, lei coinvolta però in un’altra vicenda di presunta corruzione avvenuta sempre sull’isola. L’albergatore, iscritto nel registro degli indagati per concorso in corruzione, in questo caso è il quarantatreenne Cesare Farina, attraverso la società “Orange House” proprietario del Camping Lacona Pineta, originario di Monza e residente nel comune di Capoliveri. Il Tirreno, senza esito, ha provato a contattarlo il 22 giugno nella struttura di cui è direttore.
Le accuse
Secondo gli inquirenti, che hanno indagato con la Squadra mobile, i fatti sarebbero avvenuti nella primavera dell’anno scorso, a partire da marzo. «Ci si trova d’accordo poi, lì per lì, e proponi te... se proponi te son più contento, perché la vedo più come un’offerta e non una richiesta, ecco, eh?», è il passaggio di una conversazione intercettata di Mazzotta proprio con l’albergatore. «Mazzotta, perorando l’interesse in comune con Bastreri, accordi dei quali Farina è all’oscuro – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Marco Sacquegna – persuade Farina ad affidare i lavori e la presentazione della documentazione proprio a Bastreri, sottolineandone la capacità e i benefici che trarrebbe, visto che egli potrebbe anche veicolare i controlli dei vigili del fuoco a suo favore, facendoli personalmente, e anticipando che “Io ovviamente non verrò mai a fare il controllo... fino a quando però non finirà questo impianto” e aggiungendo “Io ufficialmente verrò a fare il sopralluogo a maggio”, rivelazione che appare in contrasto con i suoi doveri istituzionali, che oramai il pubblico ufficiale ha reso parte integrante del mercimonio». Il 17 maggio, secondo la tesi accusatoria, Mazzotta riceverebbe i tremila euro da Farina.
L’incontro intercettato
Il 14 marzo, secondo gli inquirenti, fra i due si svolge un primo incontro. Per questo vengono attivate le captazioni ambientali. «Dal contenuto della conversazione – emerge dagli atti – risulta chiaro che i due parlano di alcune segnalazioni, giunte al comando dei vigili del fuoco, sulla presenza di un deposito di bombole gpl nel campeggio, per un peso totale di mille chili, che Farina asserisce essergli stato rivelato da Mazzotta. L’imprenditore sottolinea come il deposito sia funzionale al fatto che le 31 “casette” nel camping siano alimentate a gpl, motivo che avrebbe spinto l’azienda fornitrice a presentare un esposto. Mazzotta quindi afferma di fidarsi della parola di Farina, ovvero che gli idranti indicati siano effettivamente presenti, con l’imprenditore che ribadisce sia l’esistenza che la funzionalità degli stessi, revisionati e da poco dotati di nuove manichette. Mazzotta prosegue illustrando a Farina quali siano gli step necessari per la presentazione della Scia (la Segnalazione certificata di inizio attività ndr) per il campeggio e inquadrato dalla normativa quale “attività 66.3B”, illustrando le modalità di pagamento del bollettino per un importo di 324 euro alla tesoreria provinciale dello Stato. Il pubblico ufficiale aggiunge che nel mese di giugno “mi andrò a fare una passeggiata”, rivelando quindi – è sempre un passaggio dell’ordinanza – il mese in cui il campeggio sarà oggetto di sopralluogo da parte dei vigili del fuoco ed evidenziando come sarà proprio Mazzotta a recarsi sul posto. L’ingegnere afferma che per la presentazione della Scia è necessaria I’asseverazione di un professionista antincendio e chiede a Farina se conosca qualche tecnico all'Elba disposto a non fargli troppe storie. Farina afferma di conoscere solamente Bastreri, titolare dell’omonima ditta per l’installazione di impianti elettrici. Mazzotta approva e precisa di non poter intervenire sul tariffario, dopodiché chiama Bastreri esortandolo a mettersi in contatto con Farina, poiché necessita del suo aiuto. Mazzotta e Farina tornano a interloquire e parlano dell’intenzione di quest’ultimo di aprire il 19 aprile, quindi Mazzotta gli mostra lo storico del campeggio presente nell’archivio informatico dei vigili del fuoco di Livorno, sottolineando che la sede della società è a Piombino in via Cesare Lombroso e aggiunge “Te lo faccio firmare subito questo qui, eh” e ancora “L’asseverazione la fa coso. Te parli con lui, lui due minuti dopo chiama a me e mi dice: mi prepara tutto per…” Mazzotta afferma poi che Farina Io ha già “ringraziato” per quanto attiene al progetto, che è un riferimento al compenso di natura economica che l’imprenditore avrebbe precedentemente consegnato a Mazzotta per la realizzazione del progetto antincendio. Farina prosegue chiedendo conferma del loro prossimo incontro a giugno, in occasione del sopralluogo e Mazzotta annuendo ribatte testualmente: “E ti do tutto il certificato”. A questo punto l’imprenditore esclama: “E ci si mette d'accordo su...”, ottenendo l’attenzione dell’ingegnere che ribatte “Ci si trova d’accordo poi, lì per lì, e proponi te. Se proponi te son più contento, perché la vedo più come un’offerta e non una richiesta. Ecco, eh?”». «Tale affermazione – si legge ancora nell’ordinanza di custodia cautelare – concretizza l’esplicita induzione di Mazzotta su Farina al fine di ottenere un’utilità di natura economica per il suo tornaconto personale, evidenziando altresì il cauto comportamento del pubblico ufficiale, che lo invita a ritenerla un’offerta e non una richiesta».
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