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Livorno, maxi-retata in piazza Garibaldi: nove arresti, 53 indagati: tutti i nomi

di Stefano Taglione
Un'immagine dello spaccio in piazza Garibaldi documentata dai carabinieri
Un'immagine dello spaccio in piazza Garibaldi documentata dai carabinieri

Un elicottero alle prime luci dell'alba ha svegliato la città: «Quel posto come un emporio». Mille euro di "utile" ogni giorno, affari continui 24 ore su 24. Diverse persone coinvolte, in passato, erano già finite in carcere

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LIVORNO. In molti, sentendo l’elicottero dei carabinieri sorvolare la città, avranno pensato a un’esercitazione. In realtà, come emerso qualche ora più tardi, dopo quella del settembre scorso era in corso una nuova operazione anti-droga a conclusione della quale otto persone sono finite in carcere e una ai domiciliari. Maxi-retata dell’Arma contro lo spaccio in centro, prevalentemente hashish e marijuana, ma anche cocaina e anfetamine. Occhi puntati su piazza Garibaldi, “zona rossa” dopo la decisione del prefetto, ma anche sulle aree limitrofe, come gli scali del Pontino. Ben 53 le persone indagate, con nove divieti di dimora firmati dal tribunale. Non tutti i presunti spacciatori, fino al 27 agosto, erano stati rintracciati: tre sono livornesi, come quasi tutti i clienti, uomini e donne, anche sette minorenni. Sono decine, tutti identificati e ora segnalati alla prefettura che ha revocato loro la patente e limitato il passaporto.

Le misure cautelari

L’inchiesta dei militari della Compagnia di Livorno – comandata dal maggiore Ugo Chiosi, che fra qualche giorno saluterà dopo cinque anni di lavoro la nostra città – è scattata nel settembre scorso, dopo gli arresti – scollegati da quelli del 27 agosto – relativi all’indagine sullo spaccio e le sostanze allucinogene che all’epoca coinvolse vari livornesi e un imprenditore di Castiglioncello. Mille euro al giorno il giro d’affari stimato dagli inquirenti. Sono quindi finiti in carcere, come disposto dal giudice per le indagini preliminari Gianfranco Petralia, il ventinovenne gambiano Cherno Ngum, il trentanovenne senegalese Alioune Gueye, il ventiseienne guineano Tijan Jallow, il diciottenne egiziano Mahmoud Mohamed, mentre la trentenne livornese Samira Najai è ai domiciliari. Prevista, in regime di custodia cautelare, la detenzione alle Sughere per un sesto indagato, livornese, che però fino a ieri sera non era stato rintracciato, motivo per il quale Il Tirreno ne omette le generalità. Disposto, inoltre, il divieto di dimora in provincia di Livorno per il quarantenne tunisino Mohamed El Mhadbi – due anni fa al centro delle cronache per un arresto da parte di due carabinieri dopo una rapina, uno dei quali lo colpì di striscio con un calcio ripreso dal video di un abitante – per il trentenne senegalese Ahmed Bayo, per il ventisettenne gambiano Babucarr Jobe e per l’ex studente di ingegneria saudita Fares Mohamed Abdelhady, 25 anni, che già lo scorso marzo venne arrestato in flagranza in piazza della Repubblica con dieci dosi di cocaina dal peso di 3,4 grammi, oltre a cinque involucri di hashish da 50,38 e mezzo panetto sempre della stessa sostanza da 47,95, per un totale di 98,23 grammi della droga più leggera. Colpite dalla stessa misura altre quattro persone, non individuate. Anche altri denunciati a piede libero non sono ancora stati rintracciati per la notifica.

Arresti in flagranza

Durante le perquisizioni – 38 solo il 27 agosto, con 150 carabinieri impegnati – sono stati sequestrati 300 grammi di cocaina e 150 di hashish, dall’avvio dell’inchiesta un chilo di droga, 15.000 euro e 22 cellulari. Questi i numeri dell’operazione, denominata “Garibaldi”, la piazza che i pusher si sarebbero divisi in quadranti, con un accordo fra gentleman, senza disturbare gli affari reciproci. «Un emporio operativo 24 ore su 24», così lo ha definito il comandante provinciale dei carabinieri di Livorno, il colonnello Piercarmine Sica. Nel corso delle perquisizioni i militari hanno poi arrestato in flagranza di reato Gafar Yakub e Mohamed Amine Laama (ai domiciliari), inizialmente non coinvolti nelle indagini, ma trovati rispettivamente con 350 di cocaina il primo e 50 grammi di hashish e 17 di cocaina l’altro. Stesso provvedimento, ma per aver violato il divieto di avvicinamento all’ex compagna, per il cinquantenne senegalese Bara Sambe. Favoreggiamento è invece l’accusa per la livornese Viviana Leone. Entrambi sono estranei al giro di droga.

Gli altri indagati

Fra gli indagati per spaccio anche i livornesi Michel Litta (40 anni), Massimiliano Carlesi (stessa età) e Mario Di Bartolomeo (63), i tunisini Mohamed Ali Debisi (27 anni), Fadi Kilani (32), Slim Ben Ferjani Troudi (62), Achraf Maksoud (25), Abdessattar Bounasri (37), Khalil Ben Khalil (22), Wassim Mbarki (19), Mohamed Ennaceur Hamdi (31), Mohamed Boughdiri (36), Wael Ben Naceur (26), Kais Ben Gehia (39) e Hamed Hamza, 35 anni, soprannominato “Il pugile”, in cella per altri reati e imputato per omicidio preterintenzionale per aver ucciso, insieme a un connazionale, il ventinovenne Denny Magina. Indagati anche i marocchini Mohamed Belgarne (22 anni) e Mouchine Rachad (33), i gambiani Lamin Niabaly (33) e Seedia Sanneh (36), i senegalesi Ibrahima Diedhiou (30 anni e domiciliato a Follonica, in provincia di Grosseto), Kutumbo Marong (28 anni) e Demba Diop, 31 anni, quest’ultimo arrestato un mese fa per tentato omicidio e coinvolto a novembre nell’aggressione alla troupe di “Fuori dal coro” che stava girando un servizio sulla criminalità insieme al consigliere Fdi Alessandro Perini. Insieme a loro sotto accusa i nigeriani Charles Odoruyi (36 anni) e Oshimen Justice Akpuana (di 46) e il diciottenne egiziano Abdul Rahman Hamdi Muhammad Othman Mustafa, in cella da poche settimane per aver rapinato una prostituta.

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