Il Tirreno

Livorno

L'inchiesta

Livorno, tentato omicidio fuori da un bar. Svolta nelle indagini: preso l'accoltellatore

di Stefano Taglione
L'uomo in piazza Garibaldi ripreso da un video diffuso sui social dopo l'aggressione al troupe
L'uomo in piazza Garibaldi ripreso da un video diffuso sui social dopo l'aggressione al troupe

Fermato in carcere un trentunenne: è la stessa persona denunciata per l'aggressione alla troupe di "Fuori dal coro" in piazza Garibaldi

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LIVORNO. Nel novembre scorso, in piazza Garibaldi, insieme ad altre due persone aveva aggredito la troupe della trasmissione Mediaset “Fuori dal coro” che stava girando un servizio televisivo sulla microcriminalità livornese insieme al consigliere di minoranza Alessandro Perini, che sui suoi social aveva poi raccontato sdegnato l’accaduto. Nei giorni scorsi, il trentunenne senegalese Demba Diop, è stato fermato dalla Squadra mobile della polizia di Stato per tentato omicidio. Il fatto Il giovane, difeso dall’avvocata Sandra Caciagli, secondo l’accusa avrebbe accoltellato un trentasettenne rumeno che, nella notte fra il 19 e il 20 giugno scorsi, fuori da un locale di via della Pina d’Oro (zona piazza della Repubblica) aveva preso le difese della fidanzata del cittadino africano durante un acceso litigio. Per questo lo avrebbe aggredito, mandandolo all’ospedale, con due pugnalate all’addome e al torace. «La vittima – ricostruisce la questura – era intervenuta in difesa di una ragazza con la quale il senegalese stava avendo atteggiamenti molesti, per poi vedersi raggiungere, in maniera improvvisa, da alcuni colpi di lama: le ferite al torace e all’addome potevano essergli fatali». L’uomo, irregolare in Italia, era stato espulso dal Paese proprio dopo l’episodio contro la troupe di Rete 4.

Le indagini

«Decisive sono state, a corroborare le dichiarazioni dei testimoni – prosegue la polizia – le immagini del sistema di videosorveglianza comunale che, analizzate nel dettaglio dagli investigatori, unitamente alla loro conoscenza del territorio e dei soggetti che lo frequentano, hanno consentito ai poliziotti di avere la certezza che l’indagato fosse da identificare proprio nel trentunenne. Con gli indizi così raccolti il giudice per le indagini preliminari, in accoglimento della richiesta della procura, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del senegalese, che dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio». Le indagini, dal giorno successivo all’aggressione, sono state portate avanti dagli agenti della Squadra mobile, diretti dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli.

Il fermo

«I poliziotti – spiega ancora la questura – hanno aspettato alla caserma di viale Boccaccio l’uomo che doveva presentarsi per un obbligo di firma in virtù di un altro procedimento penale in cui era già indagato. Nell’apprendere la notizia della sua imminente carcerazione ha reagito con veemenza ed è stato indispensabile l’intervento degli agenti della volante per ricondurlo alla ragione, motivo per cui è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale».

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