Livorno, piazza Garibaldi sarà zona rossa. Il prefetto: «Così più sicurezza». I tempi e a cosa serve
La misura riguarderà anche l’area della stazione e piazza della Repubblica. Dionisi: «Applicheremo il daspo urbano: chi è pericoloso resterà fuori dalla città»
LIVORNO. Piazza Garibaldi sarà una zona rossa. È solo questione di tempo, anzi di tempi burocratici: le istituzioni sono già al lavoro per il protocollo che dovrà essere approvato prima in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e in seguito dal Consiglio comunale.
Una volta conclusi questi due passaggi, la zona rossa sarà effettiva. «L’ipotesi su cui stiamo già lavorando con il sindaco Luca Salvetti per l’istituzione di una o più zone rosse a Livorno nasce dalle recenti direttive del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha sollecitato le Prefetture a promuovere misure concrete di prevenzione e sicurezza urbana nei contesti più critici – spiega il prefetto Giancarlo Dionisi – . Zone rosse sono già operative in città come Milano, Roma e Napoli, dove hanno dato risultati importanti. Per questo riteniamo utile applicare questo modello anche a Livorno, a partire da aree particolarmente sensibili come la stazione ferroviaria, piazza Garibaldi e piazza della Repubblica, con l’obiettivo di rendere operativa la misura a breve».
La Lega
«Ora spacciano e si prostituiscono direttamente nelle baracchine», ha denunciato sui social il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Alessandro Perini. «Falso – ha risposto il prefetto Dionisi – ci sono stati vari interventi e non è mai stata riscontrata una situazione simile». E ora anche la Lega s’inserisce nel dibattito, tornando a chiedere di puntare con più forza i riflettori su piazza Garibaldi. «Basta con le zone franche a Livorno. Il Partito democratico, con il sindaco Salvetti e gli assessori Federico Mirabelli e Silvia Viviani, come al solito sottovaluta il problema e pensa di risolvere questa situazione drammatica con i masterplan – commentano Carlo Ghiozzi, segretario provinciale della Lega e capogruppo in Consiglio comunale, e Michele Gasparri, segretario cittadino – . Come avevamo già detto, la semplice rimozione delle strutture è solo un palliativo. Il problema di spaccio e criminalità resta, l’evidenza è sotto gli occhi di tutti. I residenti continuano ad essere ostaggio della criminalità, con assembramenti di cittadini stranieri e attività illecite che avvengono da anni alla luce del sole. Il sindaco non può pensare come al solito di risolvere questo dramma con la solita “fuffa” attraverso un’azione superficiale e con le solite chiacchiere. Serve un intervento massiccio e coordinato». Così la Lega chiede proprio l’istituzione di una zona rossa. «Se il sindaco non interviene in modo incisivo, dobbiamo considerare soluzioni più forti per riportare la sicurezza e la legalità in una piazza centrale della nostra città – prosegue Ghiozzi – . Siamo sicuri che il prefetto Dionisi, sensibile a queste tematiche, terrà in seria considerazione questa nostra richiesta. A tutte le forze dell’ordine esprimiamo la nostra più sentita gratitudine per il loro impegno e il lavoro che stanno svolgendo sul territorio, ma adesso servono strumenti eccezionali per presidiare in modo efficace il territorio e istituire nell’area Garibaldi la zona rossa, utilizzando così tutti quegli strumenti governativi speciali che possono essere applicati secondo le direttive del ministero dell’Interno. Solo con il pugno duro riusciremo a debellare una volta per tutte la criminalità in quella zona. Basta con il buonismo di Salvetti e Pd, qua serve ben altro».
Il protocollo
Ma questa ipotesi era già da tempo al vaglio del prefetto Dionisi. «L’istituzione delle zone rosse rappresenta uno strumento fondamentale soprattutto perché consente l’applicazione del daspo urbano, ovvero il divieto di accesso e stazionamento per soggetti pericolosi o recidivi in aree sensibili della città – precisa – . Il protocollo che stiamo costruendo con il Comune e le forze di polizia, cercando di coinvolgere anche l’Asl Toscana nord ovest, le associazioni di categoria e gli enti del terzo settore, sarà operativo e mirato, con un forte controllo dinamico del territorio. Accanto alle misure repressive, saranno previsti anche interventi sociali e sanitari, ma il cuore dell’azione sarà la prevenzione e il contrasto dei comportamenti che mettono a rischio la sicurezza e la vivibilità urbana».
A cosa servono
Ma a cosa servono le zone rosse? L’obiettivo è quello di garantire la tutela della sicurezza urbana e la piena fruibilità degli spazi pubblici da parte dei cittadini. E le ordinanze sono particolarmente utili in contesti caratterizzati da fenomeni di criminalità diffusa e situazioni di degrado, come le stazioni ferroviarie e le aree limitrofe, nonché le “piazze dello spaccio”, dove sono già in atto le operazioni interforze ad alto impatto. Le misure potranno essere applicate anche in altre aree urbane, come le zone della movida, caratterizzate da un’elevata concentrazione di persone e attività commerciali e dove si registrano spesso episodi di microcriminalità (furti, rapine), violenza (risse, aggressioni), vandalismo, abuso di alcol e degrado.
I tempi
Ora bisognerà procedere con l’approvazione del protocollo: prima in sede di Consiglio provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, poi in Consiglio comunale. E non è escluso che la prossima seduta dell’assemblea cittadina (la prima dopo la pausa estiva) possa dedicare proprio a questo un punto all’ordine del giorno. «Ho sempre detto che chi viene da fuori deve poter vivere e integrarsi nella nostra città – conclude il sindaco Salvetti – ma, se tra quelli che vengono da fuori c’è chi invece non vuole stare alle regole del vivere civile, deve essere allontanato definitivamente: la zona rossa e il daspo urbano permettono questo e allora, parlando con il prefetto, ho detto che sostengo questa idea, da affiancare ai bei progetti in ambito sociale che da tempo vengono portati avanti».
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