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Ville, casali e lusso: c’è un turismo in Toscana che non conosce stop. Santanché: «Non c'è crisi»

di Francesca Ferri

	Una villa con piscina e la ministra Santanché
Una villa con piscina e la ministra Santanché

Americani, arabi e cinesi sono tra quelli che spendono di più, ma gli hotel di lusso versiliesi restano al 70% di occupazione. E la ministra: «Inutile allarmismo in questi giorni»

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Dopo Capri, ma prima di Taormina, Forte dei Marmi, in questo mese di agosto, è la meta prediletta di ricchi e super-ricchi che arrivano da Stati Uniti e paesi arabi, capaci di spendere in media 1.842 euro a transazione. Ma anche super-megaricchi, come i turisti cinesi, con una spesa media di 4.557 euro per transazione. È quanto emerge dal report The Next, realizzato da Global Blue e Lybra Tech (sulla base delle ricerche di soggiorno fatte tra marzo e giugno, integrate con i dati consuntivi dello shopping tax free dell’estate 2024) pubblicato nelle scorse settimane.

Una proiezione che solo a fine mese potrà essere verificata dalle effettive presenze registrate, ma che – dopo la puntata di ieri sulla crisi del turismo fruito dalla classe media – offre un buon punto di partenza per analizzare un altro segmento di questo settore, strategico per la Toscana: il turismo extra lusso.

Il turista ricco: una “specie” riconoscibile

In Versilia e nel suo gioiello vip, Forte dei Marmi, il fenotipo è sotto gli occhi di ogni osservatore: dallo shopping nelle boutique del centro al gazebo esclusivo in spiaggia, il turista ricco si riconosce.

C’è però un’altra grande fetta di Toscana che beneficia di questa fascia alta di visitatori, ma che resta più discreta, riparata nelle tenute esclusive del Chianti, nelle ville arroccate all’Argentario, nei palazzi fiorentini.

La Versilia soffre più del solito

E, secondo gli addetti ai lavori, le due sfere non sempre combaciano, anzi. Se il turismo in villa o in palazzo quest’anno non conosce crisi, quello versiliese, a dispetto delle previsioni, dà qualche segnale di fatica, con gli alberghi di lusso pieni solo al 70% in questi primi giorni di agosto (come riportato anche dal Tirreno appena lo scorso 7 agosto).

Secondo gli operatori, è sintomo di un cambio di fruizione dell’esperienza turistica anche per il segmento più alto della clientela. Un nuovo approccio alla vacanza che, guardando al microscopio fa emergere zone d’ombra, ma nell’insieme, usando il grandangolo della statistica, per lo meno per il lusso offre risultati positivi.

L’analisi della ministra Santanché: «Parlare di crisi è allarmismo»

Un tipo di analisi che la mistra per il Turismo, Daniela Santanché, che proprio in questi giorni è tornata in vacanza nella “sua” Forte dei Marmi, si può applicare anche ai segmenti medio-bassi.

«Parlare di crisi del turismo di agosto è allarmistico e fuorviante – spiega Santanchè –. I primi due mesi estivi hanno visto l’Italia al top del mercato turistico mediterraneo, sia per tasso di saturazione Ota che per competitività dei prezzi, con un 48% di saturazione per giugno e oltre il 43% a luglio, da un lato, e una tariffa media più bassa rispetto a competitor di primissimo livello come Grecia e Spagna, dall’altro».

Anche il primo trimestre del 2025 è stato all’insegna della crescita, «sia sul 2024 che sul 2019: tanto sul fronte della spesa turistica quanto su quello dell’aumento delle presenze. Inoltre, ad aprile abbiamo registrato pure l’incremento dei passeggeri aerei», aggiunge.

Un quadro che, per Santanchè, ha tinte rosee. «Tutto questo – spiega la ministra – significa non solo che il turismo italiano sta andando bene, con il segno “più” in molte voci della sua performance, ma anche che sempre più turisti scelgono i “mesi di spalla”, quelli tradizionalmente meno canonici, come appunto i primi quattro mesi dell’anno. Senza dimenticare il giro d’affari da 15 miliardi di euro per le prenotazioni alberghiere che Unioncamere ed Enit stimano per il periodo giugno-settembre, con il 43% di prenotazioni per i soggiorni di ottobre registrato già a giugno, altro importante indice della capacità di destagionalizzare che l’offerta turistica italiana è in grado di proporre».

La spiegazione della ministra sul calo di presenze

Per chi dalla costa toscana lamenta un calo di presenze, c’è una spiegazione. «C’è il tema della distribuzione dei flussi nello spazio e rispetto ai vari prodotti proposti – spiega Santanchè –: l’estate italiana non è solo mare, e infatti si registrano alti livelli di vendite anticipate anche per montagna, città d’arte e aree interne, intrinsecamente legate al turismo verde».

Come vanno ripetendo esperti e analisti, come Nicola Bellini, professore di Economia e Gestione delle Imprese del turismo alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, intervenuto ieri sul Tirreno, la fruizione del turismo si sta modificando.

«Il turismo sta cambiando – conferma Santanchè –. La domanda trova nuove tendenze e dinamiche. E l’offerta si rimodula e si riadatta. Di conseguenza, ci stiamo allontanando dalla classica impostazione “alta stagione/bassa stagione”, in base alla quale c’è il boom di turisti in pochi, specifici mesi, e scarsità nel resto dell’anno, perché il turismo si sta anche destagionizzando».

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