Precipita con l'aereo ultraleggero in Versilia, il pilota è il fondatore di Liu Jo: il boato e come si è salvato per miracolo
Il fondatore del marchio di moda Liu Jo Vannis Marchi è partito da Carpi, in fase di atterraggio al Cinquale si è scontrato con dei cavi elettrici
FORTE DEI MARMI. Chi ha assistito allo schianto parla di un boato fragoroso. Tanto che, chiamando il numero unico per le emergenze 112, avrebbe temuto il peggio per il pilota. Invece Vannis Marchi, 77 anni, fondatore insieme al fratello Marco nel 1995 del noto marchio di moda Liu Jo, è uscito dalla cabina di pilotaggio dell’ultraleggero su cui stava volando sulle sue gambe, aspettando i soccorsi nel campo accanto a via Gobetti, a Forte dei Marmi, a poche decine di metri dall’autostrada A12. Per lui solo una serie di escoriazioni, tali da valergli il trasporto all’ospedale Versilia di Lido di Camaiore in codice giallo.
Salvo per miracolo
Un vero e proprio miracolo, vista la dinamica di un incidente su cui la polizia di Stato di Forte dei Marmi sta ancora cercando di fare chiarezza. Tutto è avvenuto intorno tra le 10 e le 10,30 di ieri mattina. Da quanto è stato possibile ricostruire, Marchi è partito dall’aeroporto di Carpi-Budrione, dove ha sede l’omonimo Aeroclub della cittadina modenese di cui l’imprenditore emiliano è originario. Una volta decollato si è diretto verso la costa toscana con l’obiettivo di atterrare all’aeroporto di Massa-Cinquale. È però una volta arrivato nei cieli della Versilia che qualcosa non è andato come previsto. E che le ricostruzioni – almeno in questa prima fase delle indagini, in cui gli agenti della polizia di Stato ancora non sono riusciti a raccogliere tutte le testimonianze – si affollano di punti interrogativi ancora da risolvere.
La ricostruzione
Secondo quanto riferiscono dall’aeroporto di Massa-Cinquale, infatti, il pilota dell’ultraleggero avrebbe comunicato sulla frequenza radio dedicata ai conducenti (non è infatti presente una torre di controllo vera e propria) la sua intenzione di atterrare sulla pista apuana: ricevuta risposta affermativa, avrebbe iniziato la manovra di atterraggio perdendo rapidamente quota. Sarebbe quindi stato un errore di valutazione a portare l’ultraleggero a una quota troppo bassa mentre era ancora distante dall’aeroporto. Ma questa non è l’unica versione al vaglio degli agenti. In base ad altre testimonianze raccolte infatti, alla richiesta di autorizzazione all’atterraggio da parte del 77enne di Carpi gli sarebbe stato segnalato che l’area era momentaneamente occupata e, quindi, di temporeggiare in volo. Proprio durante questa manovra sarebbe avvenuto l’incidente che avrebbe fatto precipitare l’ultraleggero.
Se la polizia è impegnata in queste ore a fare chiarezza su questo particolare (ma cruciale) aspetto della vicenda, quel che è certo è quanto accaduto successivamente alla richiesta di atterraggio da parte di Marchi. L’ultraleggero, trovandosi per cause ancora da accertare a una quota evidentemente troppo bassa nell’area di Vittoria Apuana, si è scontrato con i cavi della rete elettrica disposti nelle vicinanze di via Gobetti. Il contatto, secondo le testimonianze raccolte, non sarebbe stato particolarmente distruttivo tanto che la rete elettrica non sembra aver subito danni. Ma è bastato perché il pilota dell’ultraleggero, in fase di atterraggio (e quindi sia lento che a bassa quota), perdesse il controllo del velivolo. Precipitando proprio nel campo vicino a via Gobetti, un luogo privo di edifici per quanto nei pressi dell’autostrada. Sul posto sono intervenute l’automedica di Querceta, l’ambulanza della Croce Verde di Forte dei Marmi, i vigili del fuoco e la polizia di Stato.