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Lacrime e decisioni

Calenzano, la Regione vuole spostare il deposito dell’esplosione: «Qui non può stare». I parenti delle vittime: «Diteci come sono morte»

di Tommaso Silvi, Libero Red Dolce e Luca Barbieri

	Il presidente della Regione Giani, il sindaco di Calenzano e il dolore dei presenti alla cerimonia a Calenzano
Il presidente della Regione Giani, il sindaco di Calenzano e il dolore dei presenti alla cerimonia a Calenzano

Nella mattina di mercoledì 11 dicembre si è svolta la commemorazione davanti ai cancelli dello stabilimento in cui si è verificato l’incidente costato la vita a cinque lavoratori

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CALENZANO. Si è svolta nella mattina di mercoledì 11 dicembre a Calenzano, davanti al deposito Eni dove lunedì 9 dicembre è avvenuta una esplosione che ha causato la morte di cinque persone, una cerimonia commemorativa proprio delle vittime decedute due giorni.

Cordoglio

La cerimonia si è aperta con un minuto di silenzio, la deposizione di un mazzo di fiori e un breve colloquio delle istituzioni con alcuni familiari delle persone decedute. Presenti alcune decine di persone, il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, quello del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo, l’assessora all’ambiente Monia Monni e i capigruppo del Consiglio regionale. «Dopo la tragedia di via Mariti del 16 febbraio, ci troviamo ancora una volta a dover piangere vittime di un incidente sul lavoro – dice Antonio Mazzeo –. Questo deve richiamarci con forza a un impegno collettivo: non possiamo abbassare la guardia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La tutela della vita umana deve essere la priorità assoluta. Serve un patto concreto tra istituzioni, enti locali, imprese, sindacati e categorie economiche per prevenire tragedie simili. È fondamentale investire su formazione, prevenzione e controlli, a partire dalla scuola e dall’università. Non possiamo accettare che anche una sola vita venga spezzata lavorando». Presenti alla cerimonia i labari dell'Anmil (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, ndr) delle sezioni di Firenze e Prato. Minuto di silenzio e bandiere listate a lutto anche a Firenze a Prato, con due vittime che risiedevano proprio nella città laniera. 

Le dichiarazioni

«Noi possiamo lavorare sugli strumenti urbanistici, dobbiamo farlo, a livello nazionale è necessario che si lavori molto di più sui controlli per la sicurezza dei luoghi», dice ancora Mazzeo. «Oltre le parole dobbiamo mettere in campo atti concreti ed è quello che faremo – ha aggiunto Mazzeo –. L’impegno è quello di lavorare per cambiare gli strumenti urbanistici e fare in modo che non ci siano più all’interno delle città spazi come questi. Siti come questi devono andare in spazi veramente isolati. Oggi tocca a noi il compito di legiferare e quindi lo faremo nei prossimi mesi». Queste le parole del presidente della Regione, Eugenio Giani. «Viviamo un momento di sofferenza umano. Leggendo della vita delle cinque vittime si capisce come fossero tutte persone per bene, grandi lavoratori, legate alla famiglia. Nove ragazzi rimangono senza padre, quindi c’è una commozione da un punto di vista umano che coinvolge tutti». Giani poi ha parlato dello spostamento del deposito dal sito di Calenzano: «È una questione di buonsenso – ha aggiunto Giani –. Non voglio mettermi a fare la caccia delle colpe, in questo caso abbiamo un sito che è qui dal 1956, e quando fu realizzato era aperta campagna, quindi allora poteva apparire una destinazione congrua, ma l’incidente di lunedì 9 dicembre mette in evidenza i pericoli che pone riempire e svuotare le autobotti, e quindi tutto non può rimanere come prima. Noi dobbiamo pensare ad un luogo diverso da questo. Qui ci sono piccole-medio imprese che non sanno come fare a ripartire perché lo scoppio ha sfasciato tutto, gli infissi, le catene produttive sono in difficoltà. Il deposito mette in pericolo non solo le residenze che comunque sono un po' lontane, ma l’insediamento produttivo che è presente». Il governatore conclude: «È paradossale, se uno entra dentro la palazzina c’è un cartello elettronico con un messaggio agli operatori che indica come da cinquemila giorni qui non è successo niente che possa anche solo minimamente ipotizzare problemi di sicurezza. Fino a quando non accade qualcosa è come se per inerzia c’è una situazione che porta ad avere qui questo deposito, ma nel momento in cui l’incidente mette in evidenza cosa significano le operazioni di carico delle autobotti, il pericolo che pongono, è evidente che oggi tutto non può rimanere come prima». 

I parenti delle vittime

Le figlie di Vincenzo Martinelli, una delle cinque vittime dell’esplosione di Calenzano, si sono presentate alla commemorazione organizzata per ricordare la tragedia avvenuta lunedì 9 dicembre. Insieme a loro, davanti ai cancelli dello stabilimento, anche la mamma e la moglie di Gerardo Pepe, un altro dei lavoratori morti nello scoppio. Volevano vedere il luogo dove hanno perso la vita i loro cari. Ad accompagnarli sul luogo del disastro è stato il governatore Eugenio Giani. «Io voglio soltanto giustizia e capire come è morto mio marito, non cerco colpevoli anche perché lui amava profondamente il suo lavoro», dice Maria Antonietta Pascale, la moglie di Gerardo Pepe, uno dei manutentori della Sergen di Potenza impegnati nei lavori al sito. 

Il cordoglio della Fiorentina

La Fiorentina ha osservato un minuto di silenzio per le vittime di Calenzano. La squadra, a fine allaenamento nel centro sportivo Viola Park a Bagno a Ripoli, ha dedicato un momento di raccogliemnto in memoria dei lavoratori che hanno perso la vita nella tragica esplosione.

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