Il Tirreno

Toscana

La tragedia

Esplosione a Calenzano: i morti sono cinque, i nomi e le storie. Si indaga per omicidio colposo plurimo

di Luca Barbieri e Tommaso Silvi

	Da sinistra: Martinelli, Corso (in alto), Cirelli (in basso), Baronti (in alto a destra) e sotto Pepe
Da sinistra: Martinelli, Corso (in alto), Cirelli (in basso), Baronti (in alto a destra) e sotto Pepe

L’appello del sindaco Carovani: «Chiediamo che si ripensi complessivamente questo insediamento». La Procura di Prato apre un’inchiesta. L’ultima nota di Arpat

12 MINUTI DI LETTURA





CALENZANO. Le ricerche dei dispersi dell'esplosione al deposito di stoccaggio di Eni a Calenzano si sono concluse intorno alle 13 del giorno dopo con il ritrovamento dell'ultimo disperso. Sono cinque le vittime dell'ennesima tragedia sul lavoro, di cui 4 ancora da “identificare” ufficialmente, cosa che avverrà solo con il Dna. Ad avere il nome certo in questa triste lista è Vincenzo Martinelli, autotrasportatore di 51 anni. Per gli altri quattro, Carmelo Corso, 57 anni, Gerardo Pepe, 46 anni, Franco Cirelli, 46 anni, e Davide Baronti, 49 anni, l'identificazione appare più complessa. Tutti erano alla guida di autocisterne, si trovavano nell'area della pensilina di carico del deposito Eni, ed erano stati registrati come "visitatori" dai dipendenti Eni, che poi hanno girato la lista ai carabinieri che indagano con il coordinamento del procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

L’indagine

La procura si è mossa anche sul fronte dei periti che serviranno per capire cosa sia successo la mattina del 9 dicembre a Calenzano. Il procuratore di Prato ha incaricato due esperti di esplosivi, Roberto Vassale e Renzo Cabrino, perché svolgano accertamenti nell'ambito delle indagini. I due consulenti hanno lavorato come periti per la strage mafiosa di Capaci, inchiesta di cui si era occupato lo stesso Tescaroli quando era sostituto procuratore a Caltanissetta. Tante le ipotesi che stanno emergendo e su cui si dovrà fare chiarezza

Il dolore della comunità

Intanto, la comunità di Calenzano è stretta nella morsa del dolore. Sono tre i feriti ancora ricoverati, uno all'ospedale di Careggi a Firenze, e due al Cisanello a Pisa, uno dei quali trasferito nella serata di ieri dal policlinico fiorentino, considerati in gravi condizioni per le ustioni riportate. «Noi chiediamo che si ripensi complessivamente questo insediamento nel cuore di Calenzano, a due passi dalla ferrovia, a 300 metri dall'autostrada A1 a 500 metri dall'A1, dove insiste, insomma, un nodo infrastrutturale oltre che di contesto urbanistico, molto critico e delicato», la richiesta del sindaco Giuseppe Carovani. «Chiediamo, quindi, una riflessione se questo impianto debba rimanere qui. Noi ci rendiamo conto che non è una cosa semplice, perché alla fine offre un servizio che viene reso ai cittadini, con una stazione per caricare le autobotti e poi arrivare ai distributori e quindi agli utenti. Ma credo - ha concluso - che in questo contesto e in questi termini sia da ripensare».

***


LA CRONACA DELLA GIORNATA

Ore 16,12 – Bientina: lutto cittadino per la morte di Davide Baronti

«Dopo ore di apprensione, è stato purtroppo confermato il decesso del nostro concittadino Davide Baronti nel gravissimo incidente di ieri a Calenzano». A dirlo è il sindaco di Bientina, Dario Carmassi. «Una morte sul luogo di lavoro inaccettabile, che denuncia ancora una volta l'enormità e la gravità di questa emergenza nazionale. Questa tragedia colpisce la nostra comunità in modo duro e diretto. Per ciò ho proclamato il lutto cittadino per domani mercoledì 11 dicembre e a tal fine ho disposto l’esposizione listata a lutto delle bandiere sugli edifici comunali e un minuto di silenzio negli uffici comunali alle ore 10. Auspico che lo stesso avvenga anche nei luoghi di lavoro privati del nostro territorio comunale. Mi stringo insieme a tutta l'amministrazione comunale, attorno alla moglie, ai due figli e a tutta la famiglia di Davide».

Ore 14,56 – La nota di Arpat: il punto della situazione

«L’incidente – spiega la nota di Arpat di martedì 10 dicembre – è avvenuto in un’area definita “punto di carico”, dove le autobotti effettuano il rifornimento di carburante. L’esplosione non ha interessato il parco serbatoi. L’incendio è durato meno di un’ora e dai rilevamenti della stazione meteo della Regione Toscana più prossima all’evento (vicino alla discarica di Casa Passerini) si è evidenziato che i fumi si sono innalzati per una quota stimabile in 100-200 metri dal piano di campagna per effetto della differente densità rispetto all’atmosfera, per poi stabilizzarsi per effetto del vento teso in quota. Dai dati della centralina meteo, è emerso che il vento a terra spirava (circa 9-10 nodi) con direzione di provenienza da Nord-Nord Est verso Sud-Sud-Ovest. Grazie alla limitata durata dell’evento, si stima che la nube si sia dispersa in quota in tempi relativamente brevi e di conseguenza, le concentrazioni in aria a livello del suolo, sono state ritenute trascurabili. Per tali motivi non si è ravvisata la necessità di prelievo di campioni al suolo».

E proseguono: «Nel corso del sopralluogo nello stabilimento sui corsi d’acqua superficiale, invece, i tecnici dell’Agenzia hanno verificato che l’impianto di trattamento delle acque reflue risultava in disfunzione a causa dei quantitativi eccessivi di reflui accumulati a seguito della raccolta delle acque di spegnimento. Appurato che l’impianto stava scaricando acque non depurate, per il traboccamento del troppo pieno nel fosso Tomarello, è stato richiesto immediatamente a Eni di effettuare le manovre per interrompere lo sversamento, dirottando le acque in vasche interne all’impianto. Le acque sversate, infatti contenevano essenzialmente prodotti schiumogeni utilizzati per lo spegnimento, mentre i residui di idrocarburi sono risultati limitati».

E conclude la nota di Arpat: «È stato concordato con il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno di chiudere la paratia del collettore di bonifica nel quale recapita il fosso Tomarello, per gestire in maniera meno impattante il deflusso nei fiumi (Bisenzio-Arno). Al contempo Eni ha attivato Labromare per gli interventi di bonifica e per il ripristino della funzionalità del loro depuratore. Nelle prossime ore Arpat verificherà ulteriormente le attività di gestione dell’acqua da parte di Eni. In merito alla dinamica dell’incidente all’azienda Eni che risulta tra quelle a rischio di incidente rilevante, sono in corso le indagini da parte delle autorità competenti».

Ore 14,40 – Il bilancio su feriti e ricoverati

Sono tre le persone coinvolte nell’esplosione avvenuta ieri nel deposito Eni di Calenzano l’indomani mattina ancora ricoverate: uno all’ospedale di Careggi a Firenze e due a Cisanello a Pisa, uno dei quali trasferito nella serata di ieri dal policlinico fiorentino. Quattro dei ricoverati a Careggi sono già stati dimessi. Lo rende noto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che fa il punto a ventiquattro ore di distanza dalla tragedia. I presidi ospedalieri di Prato, Torregalli, Santissima Annunziata di Ponte a Niccheri e Empoli, hanno prestato soccorso nella giornata di ieri ad almeno 21 altri feriti, già tutti dimessi. Di questi 19 si sono presentati autonomamente.

Nel dettaglio: all’ospedale di Prato sono state assistite 14 persone, a Torregalli tre persone, altrettante ad Empoli e una al Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri. «Continuiamo –osserva Giani – a seguire con attenzione la vicenda e la Regione, in tutte le sue articolazioni, è impegnata a partire con il suo sistema sanitario».

Ore 14,20 – Un bilancio terribile

Il tragico bilancio della tragedia di Calenzano adesso è ufficiale. Le vittime ritrovate sono cinque. Tre di queste abitavano in Toscana. Si tratta di Vincenzo MartinelliCarmelo CorsoDavide Baronti, Gerardo Pepe, Franco Cirelli.  

Ore 14 – La procura di Prato conferma le cinque vittime

Nel primo pomeriggio di martedì 10 dicembre è arrivata la conferma da parte della procura pratese: il numero delle vittime sale a cinque.

Ore 13,08 – Sale a cinque il numero delle vittime: i nomi

È stato trovato anche il terzo e ultimo disperso dell'esplosione nel deposito di carburanti Eni a Calenzano. Sale così a cinque i numero delle vittime morte nell'immediatezza dell'incidente. Si attende comunque la conferma da parte della Procura di Prato. Le vittime sono dunque: Vincenzo Martinelli, anni 51, residente a Prato, Carmelo Corso, 57 anni, residente a Prato, Davide Baronti, 49 anni, residente a Bientina (Pisa), Gerardo Pepe, 45 anni, originario della Basilicata, Franco Cirelli, 45 anni, originario della Basilicata. 

Ore 12,35 – Il sindaco di Calenzano: «Valutare chiusura deposito»

Valutare la possibilità di chiudere il deposito di carburanti Eni di Calenzano (Firenze) dove lunedì mattina – 9 dicembre – si è verificata un’esplosione provocando morti e feriti. Questo è quanto ha chiesto Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, alle autorità competenti. I rischi connessi alla presenza del deposito, ha spiegato Carovani questa mattina ai giornalisti, non possono continuare a essere gestiti come è stato fatto finora, «nonostante tutte le attività che sono state effettuate: abbiamo i registri delle esercitazioni che sono state effettuate a febbraio, per il primo semestre 2024, ad agosto per il secondo semestre, quindi c’è una costante attuazione del piano di emergenza e delle segnalazioni per il rischio di incidenti». «Tuttavia, come purtroppo abbiamo potuto constatare – ha aggiunto – questo non è sufficiente, non è bastato a evitare che ci fosse un esito così drammatico». «Noi chiediamo che si ripensi complessivamente questo insediamento nel cuore di Calenzano, a due passi dalla ferrovia, a 300 metri dall'autostrada A1 a 500 metri dall’A1, dove insiste, insomma, un nodo infrastrutturale oltre che di contesto urbanistico, molto critico e delicato – ha proseguito Carovani – Chiediamo, quindi, una riflessione se questo impianto debba rimanere qui. Noi ci rendiamo conto che non è una cosa semplice, perché alla fine offre un servizio che viene reso ai cittadini, con una stazione per caricare le autobotti e poi arrivare ai distributori e quindi agli utenti. Ma credo – ha concluso – che in questo contesto e in questi termini sia da ripensare».

Ore 12,23 – C’è un altra vittima toscana riconosciuta

Carmelo Corso aveva 57 anni e abitava a Prato. C’è un dettaglio che racconta di un destino fatale. 

Ore 12,20 – Due camionisti toscani coinvolti nel disastro

Chi sono i trasportatori livornesi travolti nell’inferno di Calenzano

Ore 11,50 – Le parole del ministro Musumeci

«Con profondo dolore seguo le complesse e difficili operazioni di recupero dell’ultimo disperso nella tragica esplosione di Calenzano. Il bilancio finora è di quattro morti accertati e di oltre venti feriti, mentre rimangono ancora incerte le cause che hanno determinato la devastante deflagrazione. Sono in contatto con il prefetto di Firenze Francesca Ferrandino, che segue da vicino le attività dei Vigili del fuoco, ai quali va l’apprezzamento mio e del governo per l’impegno che stanno profondendo. Alle famiglie delle vittime desidero esprimere la più sincera e affettuosa vicinanza». Lo dichiara il Ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci.

Ore 11 – Le parole di Giani sulla dinamica

«Gli autisti che stavano per approssimarsi alla pensilina per il carico mi hanno raccontato che quanto avvenuto», è successo «per il difetto di modalità di carico di una delle autocisterne. Cosa ha determinato questo è da vedersi. Noi abbiamo avuto questo disastro terribile ma nessuna delle torri di deposito del carburante è stata toccata, perché sennò non so cosa sarebbe potuto succedere». Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ai microfoni di Radio24.

Ore 10,40 – La nota della Procura

«In relazione all’esplosione avvenuta nella mattinata di ieri (9 dicembre, ndr) nell’area di carico del deposito Eni di Calenzano si comunica che le indagini hanno portato al rinvenimento di altre due vittime, oltre a quelle emerse nell’immediatezza dei fatti. Quest'ufficio sta proseguendo le attività di sopralluogo per verificare la presenza di una ulteriore persona che risulta a oggi dispersa». Così in una nota il procuratore di Prato Luca Tescaroli, che coordina le indagini sull’esplosione avvenuta nel deposito di Calenzano, in provincia di Firenze.

Ore 10,15 – Giani: il bilancio sui feriti 

«La pensilina di carico si è divelta e riversata sopra. Mi hanno raccontato gli autisti che quello che è avvenuto è chiaramente un difetto nelle modalità di carico delle autocisterne. Cosa ha determinato questo è da vedere». È quanto dichiara il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che intervenendo a 24Mattino su Radio24 su quanto accaduto al deposito carburanti Eni di Calenzano (Firenze) confida di aver parlato con alcuni dei feriti attualmente ricoverati. In proposito il governatore precisa: «In questo momento abbiamo 14 persone in ospedale, altri sono arrivati e sono stati immediatamente dimessi». In senso più generale, Giani sottolinea: «Abbiamo avuto questo disastro terribile, ma nessuna delle torri di deposito dei carburanti è stata toccata, poteva avere delle dimensioni molto maggiori. Se la catena dell’incendio dalla pensilina di carico si trasferiva alle torri di deposito, non so cosa poteva succedere».

Ore 10 – La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo

Il procuratore Luca Tescaroli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo. Al vaglio anche le ipotesi dei reati di lesioni colpose aggravati dalla violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro ed anche il disastro colposo.

Ore 9 – + Ritrovati i corpi di due dispersi +

Sono stati ritrovati i corpi di due dei tre dispersi: sarebbero stati trovati nella zona della pensilina.

Ore 8,25 – La protesta

Protesta degli autotrasportatori di Livorno dopo l’esplosione del deposito industriale di Calenzano che il 9 dicembre ha provocato due vittime, tre dispersi e decine di feriti. Fin dalle 5 di mattina di martedì 10 dicembre, fuori dalla raffineria di Stagno, decine di camionisti si sono riversate per chiedere più sicurezza sul lavoro, rifiutandosi di caricare il carburante da consegnare nei distributori di benzina toscani. Anche Stagno, infatti, come Calenzano è un importante sito di carico. La protesta potrebbe provocare ritardi nell’approvvigionamento di combustibile da parte degli esercenti.

Chi protesta è collega di Davide Baronti, l’autotrasportatore livornese di 49 anni (residente a Bientina, in provincia di Pisa) ancora disperso, e di Emiliano Braccini, il cinquantunenne di Stagno ricoverato in gravi condizioni nella terapia intensiva del centro grandi ustioni di Cisanello, a Pisa, dov’è giunto con l’elicottero Pegaso dopo la deflagrazione. Un secondo sit-in della protesta, sempre fuori dalla raffineria, ci sarà alle 8,30.

Ore 8,10 – Il lutto regionale

Domani, mercoledì 11 dicembre, sarà giornata di lutto regionale in Toscana, come ha annunciato il presidente Eugenio Giani al termine della riunione della giunta. Il Comune di Calenzano ha proclamato due giorni di lutto, ieri e oggi.

Ore 8 – Lo sciopero

Per domani (11 dicembre) Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero generale provinciale di quattro ore (fine turno) con manifestazione (14,30-16,30) a Calenzano. «Siamo di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro con dimensioni e risvolti ancora da capire su vari fronti. Quello che è successo è inaccettabile, attendiamo il lavoro degli inquirenti per fare luce sulle modalità di quanto accaduto. Senza sicurezza non c’è lavoro, non c’è dignità, non c’è vita», hanno detto le sigle.

(Qui il bilancio delle vittime e dei dispersi)

- (Qui le testimonianze)

- (Qui gli approfondimenti)

Primo piano
Il lutto

È morto Lorenzo Viani, storico titolare del ristorante “Lorenzo” a Forte dei Marmi

Sportello legale