Il Tirreno

Prato

L’inchiesta

Calenzano, la segnalazione di una delle vittime prima della strage: «Qui qualcosa non funziona»


	Vincenzo Martinelli aveva 51 anni
Vincenzo Martinelli aveva 51 anni

Più di due mesi fa Vincenzo Martinelli aveva segnalato alla sua azienda i problemi al punto di carico numero 6

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PRATO. «Alle 10,30 del 1° ottobre mi apprestavo a caricare il secondo viaggio alla corsia 6 del deposito, per un viaggio costituito da 4 scarichi per una durata di circa 5 ore e 30 minuti. Mentre effettuavo il carico il braccio della benzina non erogava prodotto, per cui mi sono recato presso le sale controllo per risolvere il problema. L’addetto al controllo verificava che effettivamente la corsia non erogava benzina, dopo vari tentativi decidevano di farmi sospendere il carico facendomi staccare tutti i dispositivi».

Questo è un passaggio di una lettera scritta poco più di due mesi fa da Vincenzo Martinelli, una delle cinque vittime dell’esplosione al deposito Eni di Calenzano. La lettera è indirizzata alla Bt, la società di autotrasporti di cui Martinelli era dipendente, ed è stata scritta per contestare un procedimento disciplinare che la Bt aveva aperto nei suoi confronti dopo un mancato carico di carburante.

Un problema che c’era da due mesi

Alla luce di quanto accaduto, le parole del camionista assumono un rilievo del tutto particolare, quasi un presagio, perché la pensilina numero 6, di cui Martinelli parla nella lettera, è proprio quella in cui si è verificata l’esplosione. Dunque par di capire che in quel punto ci fosse un problema, e c’era da almeno due mesi. Per questo forse erano in corso lavori di manutenzione.

La richiesta di confronto ai responsabili della sicurezza

Martinelli parla di «continue anomalie riscontrate sulla base di carico». Una cosa che non lo faceva stare tranquillo e che lo aveva spinto a chiedere un confronto coi responsabili della sicurezza.

Il rischio di un procedimento disciplinare

Il 1° ottobre, racconta Martinelli nella lettera, «ho avvisato il programmatore che dovevo recuperare i 23mila litri di gasolio dalla botte e di provvedere a sostituirmi, in quanto il viaggio andava ben oltre le ore di lavoro ordinario facendo saltare i miei impegni personali». Il rifiuto di completare il carico avrebbe fatto scattare il procedimento disciplinare.

Anche gli atti di questo procedimento, compresa la lettera di Martinelli, potrebbero finire nel fascicolo dell’inchiesta che il procuratore Luca Tescaroli e il sostituto Massimo Petrocchi hanno aperto sulla strage di Calenzano.

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