Il Tirreno

Toscana

La nuova emergenza

«Inquilini fissi? Morosi e vandali»: ecco come nasce l’affitto breve

di Sara Venchiarutti
«Inquilini fissi? Morosi e vandali»: ecco come nasce l’affitto breve

La rivolta dei padroni delle abitazioni chiuse o sul mercato per studenti e turisti: «Mi hanno rubato gli elettrodomestici e li hanno sostituiti con roba da discarica»

15 maggio 2023
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Tiziana ha 46 anni e un paio di appartamenti tra Livorno e Stagno. Li affitta ormai da anni. Su uno sta ancora finendo di pagare il mutuo. È sempre andata bene. Fino all’ultima volta. Passa un mese, ne passano due. Il canone mensile che l’inquilino deve corrispondere non si vede. Alla fine, di mesi ne passano otto. Poi Riesce a sfrattarlo. Entra in casa e se la trova distrutta. Armadi, tavoli, pure il frigorifero: tutto rotto.

A Giulia invece (nome di fantasia) gli inquilini hanno rubato gli elettrodomestici. Dal frigo alla lavatrice si sono portati via tutto. Prima, però, li hanno sostituiti. Con «elettrodomestici da discarica». Non contenti, hanno portato via anche i lampadari, le placche degli interruttori della luce. «Hanno spostato le tegole, così pioveva in casa», dice Giulia. Opera di devastazione completa. Chiavi in mano.

Nessuna tutela

Per tanti proprietari quando devi affittare una casa è così: «Ti fai il segno della croce e speri». Speri che l’inquilino ti paghi l’affitto. Che ti restituisca la casa alla scadenza del contratto. E che te la restituisca intatta. Se comincia a non pagare dal secondo o terzo mese, è un disastro. Il contratto registrato all’Agenzia delle Entrate non ti tutela. E «puoi stare mesi, anche anni, senza rientrare in possesso dell’appartamento, mentre il tempo passa fra avvocati, tribunali, udienze, rinvii. Poi, una volta recuperata la casa, devi pure riparare i danni». Senza neppure poterti rivalere sugli inquilini. La legge sugli sfratti non aiuta i proprietari. La morosità, anche prolungata, non basta per poter riavere il proprio appartamento. I tempi della giustizia - udienze, rinvii, autorizzazione a intervenire con la forza pubblica per lo sgombero, etc - sono dilatati. Si parla di anni. Da uno a tre in media se tutto va bene. Oltretutto le spese della procedura sono a carico del proprietario della casa affittata all’inquilino moroso. Certo, questi casi non sono la totalità. Ma la maggioranza. E i proprietari non si sentono tutelati dallo Stato. Così spesso, piuttosto che affittarle, le case vengono vendute, o addirittura restano vuote.

Affitti brevi

L’alternativa più frequente, altrimenti – dicono le associazioni dei piccoli proprietari immobiliari – è dare il proprio appartamento agli studenti o ai turisti. Con la formula degli affitti brevi. Il fenomeno è presente da tempo, ma è esploso nell’ultimo periodo, acuendo l’emergenza abitativa di chi invece è in difficoltà e ha bisogno di una casa per un lungo periodo. Tanto che la ministra al Turismo Daniela Santanchè si è impegnata a presentare una proposta di legge entro i primi di giugno per regolare il sistema degli affitti brevi e limitare la parte di sommerso e abusivismo, soprattutto per le città d’arte. Ma non solo. Tutte le città ad alta vocazione turistica risentono di questo problema. E ora iniziano anche le città senza vocazione turistica, visto che i furbetti dell’affitto si trovano ovunque. Non i morosi incolpevoli: gli inquilini che hanno sempre pagato e che si trovano in difficoltà, all’improvviso, perché sono stati licenziati o messi in cassa integrazione.

La carica dei sindaci

I Comuni iniziano ad avvertire il peso di questa situazione. In Toscana, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, è fra i primi che si è mosso (insieme al collega di Venezia) per chiedere soluzioni : limitare gli affitti brevi, mettere sul mercato le case vuote e affittarle per periodi lunghi. Il modello sarebbe quello adottato da Venezia: limitare il numero di appartamenti da destinare a uso turistico e anche i numeri di giorno all’anno. Il paradosso è che le case non mancano per il mercato. Ma anche chi vorrebbe affittare per lunghi periodi si tira indietro dopo esperienze negative.

Danni e niente affitto

«Ho un’abitazione su cui sto ancora pagando il mutuo, e la do in locazione solo per quello» ammette la livornese Tiziana Montano. «Alla prossima esperienza negativa ho già detto a mio marito che, finito di pagare il prestito, non affitto più. Preferisco tenere vuota la casa (dove ha vissuto prima di avere una bambina) piuttosto che andare incontro al rischio di avere di nuovo mobili spaccati». Tempo fa – prosegue Tiziana – abbiamo affittato l’appartamento a una coppia, senza figli. Avevano garanzie, un lavoro. Poi lo hanno perso. Siamo andati loro incontro, sono passati due mesi. Ma il tempo continuava a passare, avevano anche smesso di rispondere al telefono. E io come facevo con il mutuo? Alla fine, prima di riuscire a sfrattarli, sono rimasti otto mesi senza mai corrispondere l’affitto. Ci dicevano “non ci interessa, noi restiamo quanto ci pare. E quando sono riuscita a rientrare in possesso della casa ho trovato gran parte del mobilio distrutto. Alcuni mobili sono riuscita a ripararli, per altri non c’era niente da fare. Per rimettere a posto ho speso 3mila euro». E nessun risarcimento. «Significava altre spese».

La stessa cosa è capitata anche In un appartamento a Stagno. Anche in quel caso era una coppia: «Non avevano perso il lavoro, ma non pagavano comunque. Dopo quattro mesi di morosità sono andati via, ma – dice Tiziana – sono stata una settimana a pulire i muri con la varechina per quanto erano neri. Ho dovuto buttare via anche il materasso». Ora la paura di non avere il canone è sempre presente. «Anche se non è colpa loro, noi poi come facciamo? Ci mettiamo anche nei loro panni, sappiamo le difficoltà, ma lì deve essere il Comune ad aiutarli, non noi. E se gli inquilini hanno figli a carico passano anni prima di eseguire lo sfratto». 

«Noi non ce ne andiamo»

Infatti ha impiegato quattro anni una pensionata di Viareggio, per riuscire a recuperare una villetta affittata a una coppia con due figli. «Lavoravano entrambi – racconta – e tutte le volte che l’ufficiale giudiziario veniva a notificare lo sfratto lo facevano presente. L’affitto era di circa 600 euro, ne guadagnavano in due 3.600». Eppure niente. «Dicevano che non sarebbero andati via. Alla fine lo sfratto è stato eseguito, ma la casa era talmente rovinata che mio figlio mi ha impedito di entrare a guardare la prima volta. Avevano tolto addirittura le mensole di marmo sotto la finestra. Avevano intasato il wc con i vestiti dei bambini. Abbiamo dovuto ricomprare tutti i mobili, rifare il bagno». Per un totale di 15mila euro di spese. Da aggiungere ovviamente ai quattro anni senza affitto. Nessuna meraviglia. Un inquilino sfrattato, dopo aver reso inagibile l’appartamento in affitto, tramite avvocato ha chiesto indietro gli 800 euro versati al proprietario come caparra. Era moroso da 18 mesi.

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