Il Tirreno

Livorno

Livorno, spacciano cocaina a due donne in via Badaloni: arrestati - Chi sono

di Stefano Taglione
Due carabinieri di pattuglia a Livorno (foto d'archivio)
Due carabinieri di pattuglia a Livorno (foto d'archivio)

L'operazione dei carabinieri. Per la procura, che aveva chiesto il divieto di dimora in città, è «la loro attività per vivere». Uno dei due in passato condannato per una cessione di ecstasy risultata letale a una ragazza. Disposto l'obbligo di firma

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LIVORNO. Li hanno scoperti mentre spacciavano cocaina a due donne livornesi in via Badaloni. Secondo l’accusa, infatti, avrebbero consegnato a una cinquantunenne una dose da 0,2 grammi, mentre a un’altra cliente altri 0,3 grammi della stessa sostanza stupefacente. Per questo, nella serata di giovedì 17 luglio, il trentaseienne tunisino Aymen Testouri, giunto da poco in Italia, e il connazionale Amir Achour – quest’ultimo da tempo residente in città e condannato per spaccio a quattro anni e otto mesi nell’ambito del processo che si era aperto dopo la morte, provocata dall’ingestione di una pasticca di ecstasy, della diciannovenne livornese Erika Lucchesi alla discoteca “Mind” di Sovigliana, nell’Empolese, il 20 ottobre del 2019 – sono stati arrestati dai carabinieri della stazione di Livorno centro, che li hanno sorpresi in flagranza nel quartiere di Colline durante la doppia cessione di droga.

L’accusa

Per entrambi, l’accusa, è concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo la sostituto procuratrice Ezia Mancusi, che ne ha disposto l’arresto, entrambi spaccerebbero per procurarsi «i proventi per vivere»: sarebbe questa, quindi, la loro unica attività lavorativa, almeno secondo la ricostruzione degli inquirenti. I militari dell’Arma, nell’ambito dell’operazione, hanno anche sequestrato loro 0,58 grammi di hashish «destinati alla cessione a terzi».

La misura cautelare

Per i due, difesi di fiducia dall’avvocata Alessandra Natale, la pubblico ministero aveva chiesto il divieto di dimora a Livorno. La giudice Tiziana Pasquali, tuttavia, convalidando l’arresto dei carabinieri ha disposto il più tenue obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre volte alla settimana, con il processo in tribunale che proseguirà a ottobre.

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