Monsummano, combattimenti clandestini tra ragazzini al parco: il cerchio, i guantoni e le botte - Video
Nel parco pubblico decine di minori assistono e partecipano a sfide con i guantoni. I residenti denunciano degrado e violenza crescente
MONSUMMANO. C’è il pubblico, ci sono i guantoni e i pugni, e alla fine ci sono anche uno sconfitto e un vincitore, solo che non siamo su un ring e nemmeno in una palestra, ma in un parco pubblico, e a prendersi a cazzotti sono dei ragazzini davanti a un pubblico di coetanei.
Siamo a Monsummano, nel parco Aldo Moro, e i video ripresi da uno dei residenti, a testimoniare la situazione di quell’angolo di verde pubblico, sono inquietanti: decine e decine di giovani e giovanissimi a formare una sorta di cerchio che rappresenta l’arena, quella in cui prendersi botte. Ma non si tratta della classica lite tra ragazzi, di quelle che partono come una discussione e finiscono per degenerare in schiaffoni. Qui, se possibile, la situazione è ancor più preoccupante: si tratta di veri e propri incontri di boxe, con tanto di guantoni.
Il cerchio e l'incontro con i guanti tra i ragazzini che fanno il ring
Nel video, capace di catturare movimenti che le foto non possono rendere, si notano in mezzo alla folla a cerchio due ragazzini, uno con una maglietta bianca e l’altro con la maglietta nera. Ma più che i movimenti dei due si notano i movimenti delle loro braccia e delle mani coperte da guantoni da pugilato. Come si sviluppa “l’incontro” (che, viene spiegato, non era nemmeno il primo della serata) non è dato sapere, così come non si conoscono le regole di ingaggio e quali sono i parametri esatti per stabilire il vincitore e perdente. Conosciamo però l’esito della sfida ripresa nel video, anche se nei momenti più concitati la folla assiepata attorno ai due impedisce di capire cosa stia accadendo. A vincere è “maglietta bianca”, visto che il suo avversario a un certo punto si allontana e, arrabbiato e deluso, lancia i guantoni a terra. Ma l’impressione che si ha, guardando quel video, è che non sia lui il vero perdente, ma tutti noi, nel senso di società. Anche perché quella del parco trasformato in ring rappresenta l’apice di una situazione che, complici le scuole chiuse e le giornate allungate, trasforma in tormento le estati di chi vive a ridosso del parco, un bell’angolo di verde (a cose normali) in mezzo alle case a due passi dal centro di Monsummano.
I problemi della zona
«Da quasi tre mesi, in concomitanza con il periodo delle vacanze scolastiche, i residenti della zona sono costretti a subire quotidianamente schiamazzi, danneggiamenti a beni pubblici e privati (incluse vetture), bottiglie rotte, giochi per bambini distrutti, atti di vandalismo, murales – è la segnalazione che accompagna i video – la lista di questi spiacevoli eventi è purtroppo molto lunga e in continuo aggiornamento. Ogni sera si raduna in quest’area un numero elevato di ragazzi minorenni che agiscono indisturbati, dimostrando una totale mancanza di rispetto nei confronti degli altri, inclusi gli anziani residenti, che vengono molestati con urla e citofonate a tarda notte».
Il racconto dei residenti
Questo fino ad arrivare al momento clou, quello di domenica appunto: «La sera del 3 agosto, tra le 22 e le 23,30 – prosegue il racconto – la situazione ha raggiunto un livello di gravità preoccupante. Si sono radunati tra i 100 e i 150 minori che hanno organizzato veri e propri incontri di lotta (con guantoni “leggeri” tipici di arti marziali) nel bel mezzo dei giardini, ignorando completamente le possibili conseguenze».
Non si tratta, viene specificato proprio per evitare facili qualunquismi razzisti, di ragazzi identificabili con un preciso gruppo etnico, sono minorenni, perlopiù di nazionalità italiana con alcuni coetanei altrettanto italiani ma di origine straniera. I residenti si dicono ormai esasperati da una situazione definita insostenibile. «Nonostante le nostre ripetute segnalazioni ai carabinieri e ai vigili urbani, e gli esposti presentati al Comune, nulla è cambiato. Anzi, la situazione continua a peggiorare, e ogni sera si rischia un’escalation di violenza tra i ragazzi stessi e tra i ragazzi e i residenti». Il timore è che qualcuno degli abitanti si senta costretto a scendere in strada per cercare di risolvere le cose “a modo suo”.
In realtà, viene precisato, le forze dell’ordine intervengono spesso (e della cosa si starebbe interessando anche l’amministrazione comunale, alla ricerca di possibili soluzioni), solo che è difficile trovare gli strumenti per fermare questo andazzo. Più della repressione da parte di terzi servirebbe l’educazione, l’intervento delle famiglie prima ancora di quello delle forze dell’ordine. Famiglie che però, troppo spesso, finiscono per giustificare certi comportamenti con la classica e laconica frase “son solo ragazzi”, salvo poi piangere lacrime amare se quei comportamenti portano a conseguenze più gravi di un occhio nero.