Marina di Massa, razza scambiata per cucciolo di manta. L'avvertimento del Wwf: «C’è un errore da evitare assolutamente»
Riportarla al largo appare nelle intenzioni un gesto di aiuto ma nei fatti non lo è, la spiegazione di Luca Giannelli: «E non prendetela per la coda»
MARINA DI MASSA. Un paio d’ali che sbucano dall’acqua, una sagoma scura che si muove lentamente tra le onde e la battigia. E subito il pensiero va alla manta “gigante”, avvistata anche pochi giorni fa nel mare davanti alla Don Gnocchi.
Una suggestione che ieri mattina, lunedì 4 agosto, è diventata ancora più curiosa date le dimensioni ridotte di quell’esemplare: forse un cucciolo, hanno pensato i bagnanti che a due passi dalle scogliere di fronte alle colonie hanno visto quella che poi si è rivelato essere una razza, parente stretta - in versione ridotta - della più nota manta mediterranea. Pensando si trovasse in difficoltà, dopo una foto di circostanza l’hanno riportata al largo.
Ma quello che nelle intenzioni è stato un gesto di aiuto, nei fatti non lo è come spiegherà il Wwf che in questi giorni ha già ricevuto segnalazioni sempre per razze scambiate per manta o i suoi cuccioli. A notare ieri mattina l’increspatura anomala dell’acqua è stata una turista in vacanza con la famiglia. «All’inizio pensavamo fosse un uccello - racconta -: si vedevano delle “alette” affiorare. Poi ci siamo avvicinati e ci siamo accorti che era (secondo lei, ndr) una manta».
Uno stupore motivato dal fatto che pure la turista sapeva dell'esemplare avvistato a poche decine di metri di distanza in quelle acque, e che ad oggi risulta essersene andato dopo qualche settimana di permanenza. «Abbiamo pensato potesse trattarsi di un suo cucciolo - prosegue la turista - visto che la zona è la stessa. Così abbiamo segnalato l’episodio, nel caso fosse utile anche per chi si occupa di monitorare questi animali».
Ma dietro al gesto nobile, si cela un errore comune. A spiegarlo è il presidente del Wwf di Massa Luca Giannelli: «Non conosciamo il caso specifico di ieri, ma giusto la settimana scorsa, davanti alla colonia Torino, ci era stata segnalata una situazione simile. Un animale era stato prelevato dal mare e lanciato al largo, afferrandolo per la coda». Anche in quel caso, «ci venne segnalato come esemplare di manta, ma i racconti parlavano di piccole dimensioni e una forma diversa della testa. Molto probabilmente era una razza. Sicuramente - conferma Giannelli - questo in foto lo è».
L’esperto coglie l’occasione per chiarire: «Questi animali sono normali lungo la nostra costa. Vivono tra gli scogli, vengono a cercare cibo. È casa loro. Siamo noi che non siamo pesci e lo dimentichiamo. Toccarli o prenderli, anche con le migliori intenzioni, è un errore. Prenderli per la coda può configurare un maltrattamento, che è reato penale. Si può rischiare fino a tre mesi di condanna».