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Auto elettrica? No, grazie. C’è una città toscana dove le vendite sono al minimo: i dati e i motivi («Non solo il prezzo»)

di Maurizio Caldarelli
Auto elettrica? No, grazie. C’è una città toscana dove le vendite sono al minimo: i dati e i motivi («Non solo il prezzo»)

Il caso-Grosseto: i mezzi a benzina da gennaio a luglio sono stati 772, quelli ibridi 985. E quelli elettrici? Una miseria Dai concessionari: «Ci sono pochissime colonnine di ricarica»

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GROSSETO. Le case automobilistiche puntano per il futuro allo sviluppo dei modelli full-electric, ma la Maremma continua ad essere legata alle tradizioni dell’alimentazione a gasolio e benzina, tanto che la provincia di Grosseto è la seconda in Toscana per l’età media delle macchine di 12 anni e sei mesi, che è migliore di Arezzo che ha una media di 12,7, ma peggiore di Siena (12,2). Le auto grossetane sono cresciute dello 0,7, rispetto al 3,6 della Toscana.

In sostanza il programma di ridurre le emissioni come richiede l’agenda 2030 da queste parti va molto a rilento e alla resa dei conti per la riduzione di emissioni arriva un contributo dalle mild hybrid, nelle due varianti a diesel e benzina, che di elettrico hanno ben poco.

I numeri delle auto elettriche sono impietosi: nei primi sette mesi dell’anno, da gennaio a luglio 2025 sono state appena 67 le vetture elettriche immatricolate in provincia, undici in più dello stesso periodo del 2024 (56) e appena tre in più del 2023. Per fare un paragone, fino al 31 luglio scorso sono state immatricolate 722 auto a benzina, 382 a gasolio, 985 ibrido benzina/elettrico (erano state 847 nel 2024) e 93 ibride gasolio/elettrico. «Il mercato delle auto elettriche in Maremma è inesistente, circoscritto a qualche appassionato – sottolinea Luca Gori, titolare della Fratelli Gori di Grosseto, concessionaria Opel, Citroen e Peugeot – Dalla nostra concessionaria ne saranno uscite al massimo una decina, di categoria A e B, di piccola-media grandezza. Le case automobilistiche – aggiunge Gori – spingono che vengano vendute macchine elettriche, ma il cliente grossetano non ne vuol sapere, per più motivazioni, che vanno dal costo, superiore agli altri tipi di alimentazione, la ricarica per la disponibilità scarsa di colonnine, dall’autonomia che non garantisce sempre più viaggi lunghi fino ad arrivare al costo dell’energia stessa. In certi casi una vettura full-electric costa più di andare a gasolio».

Gori ribadisce che le case «spingono tanto per questa soluzione, ma il mercato non reagisce. Dopo tre-quattro con un po’ di curiosità, c’è stato il crollo. Nella nostra provincia è difficile utilizzare le auto elettriche, con poche colonnine e messe male. Ogni viaggio diventa un avventura. L’elettrico in centri come Roma e Milano ha il suo perché, ma a Grosseto proprio non sfonda e rimane un rimpasto di macchine nuove e usate con l’alimentazione di sempre».

Sulla stessa linea il pensiero di Simone Burroni della Green Cars Ford Agnorelli, che ha la sua sede in via Aurelia Nord a Grosseto, ma ha anche una concessionaria in riva al Golfo. «Per le auto elettriche – sottolinea Simone Burroni – non c’è la mentalità, ma mancano anche le infrastrutture, le colonnine, se uno non se le mette in casa, solitamente non ne ha di vicine. Per lo stile di vita che abbiamo nel nostro territorio, c’è meno necessità ed è più difficile spostarsi con le auto elettriche. Ci sono dei clienti sensibili che le cercano, ma se le proponi il 95% ti dice subito di no, non è nemmeno questione di costi iniziali. I grossetani sono molto restii al cambiamento».

La Ford Agnorelli ha concessionarie anche a Poggibonsi e Siena e Burroni fa notare che «a Grosseto il cambiamento arriva sempre più tardi. Io ho scelto una ibrida plugin perché ci lavoro, posso ricaricarla a casa. E’ utilissima, ma sono in pochi a pensarla così. La casa madre ci dà degli obiettivi e invita a proporre al 100% l’elettrico in tutti i segmenti, compresi i furgoni, ma dopo che il diesel è scomparso, il mercato è tutto in mano all’ibrido e quello che piace di più è il “mild hybrid” perché costa meno, in pochi scelgono lo straordinario plug-in Kuga per la difficoltà di ricaricarlo perché le colonnine sono poche».

Come era successo per la concessionaria di Luca Gori, anche alla Green Cars le poche auto elettriche vendute sono quelle piccole, da città. «Fino a due mesi fa avevamo la Explorer, la Kuga, poi è arrivata la Puma, piccola e appetibile. Piccole, da città, che costano meno. La maggior parte delle vetture immatricolate sono medio-alte».

A settembre sono previsti incentivi che, sembra, potrebbero portare una decina di migliaia di euro in meno ai clienti. «Per adesso non è arrivata nessuna notizia – sottolinea Simone Burroni – aspetteranno probabilmente l’ultimo giorno per comunicarlo». «Di ufficioso non c’è nulla – aggiunge Luca Gori – ma saranno un bene, visto che finora sono stati sei mesi di agonia. Quello che arriverà, probabilmente solo per l’elettrico, sarà un contributo, una piccola spinta per un settore in crisi».

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