Grosseto, morto sul lavoro: Diego Prianti, il pezzo di metallo, il taglio e la tragedia vicino alla moglie – La ricostruzione
A dare l’allarme un collega: amante dei cani e fungaiolo, appassionato di comics americani e tifoso sfegatato della Vecchia Signora, il 51enne viene ricordato da chi lo conosceva come un uomo buono e disponibile con tutti
Una ferita al collo, fatale e improvvisa; la moglie, che si trovava poco distante, tra i primi ad accorrere nella sua direzione. Così è morto nella mattina di martedì 24 giugno Diego Prianti, mentre era al lavoro nei campi della tenuta Il Poggione; precipitando nello sconforto le comunità di Montalcino, dov’era impiegato, e Roccastrada, dove viveva.
L’incidente
A dare l’allarme un collega. L’intervento del 118 dell’Asl Toscana sud est era stato attivato alle 8,56 per un incidente sul lavoro a Sant’Angelo Scalo. Sul posto erano intervenuti i carabinieri di Montalcino, l’ambulanza della Misericordia locale e il personale Pisll (prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro); era stato mobilitato anche l’elisoccorso Pegaso1. Classe 1973 (52 anni da compiere), sposato con due figli, secondo la prima ricostruzione Prianti sarebbe deceduto per una tragica fatalità: la “testa” dell’escavatore che stava conducendo avrebbe raccolto dal terreno un frammento (un pezzo di metallo, pare) scagliandolo in direzione del conducente all’altezza del collo. I tentativi di soccorrerlo si sono rivelati purtroppo vani. Una tragica fatalità, appunto. L’autorità giudiziaria, allertata dai militari, ha comunque disposto che la salma, che giaceva ai piedi del macchinario, fosse recuperata e trasportata all’obitorio a propria disposizione per eventuali ulteriori accertamenti: incaricata del servizio l’agenzia di onoranze funebri Lombardi.
I cani, i funghi e la Juventus
Amante dei cani e fungaiolo, appassionato di comics americani e tifoso sfegatato della Vecchia Signora, Prianti viene ricordato da chi lo conosceva come un uomo buono e disponibile con tutti, sempre pronto allo scherzo e sorridente. «Ogni vita persa sul lavoro, talvolta per ragioni di sicurezza e altre come in questo caso per un evento accidentale rappresenta una ferita per la nostra società e un monito a non abbassare mai la guardia. La tutela della vita e della dignità dei lavoratori rimane una priorità assoluta e tragedie come questa o come tutte quelle che continuano purtroppo ad accadere, ci richiamano alla responsabilità collettiva di promuovere una cultura del lavoro sicuro», commenta Silvio Franceschelli, senatore del Partito democratico e sindaco di Montalcino, e poi aggiunge: «L’amministrazione comunale esprime il più sentito cordoglio e la massima vicinanza alla famiglia della vittima colpita da questa terribile perdita, e si stringe ai colleghi, profondamente scossi per l’accaduto».
I ricordi
Allo stesso modo Francesco Limatola, presidente della Provincia e sindaco di Roccastrada, che esprime il cordoglio personale e dell’amministrazione comunale: «Ogni vita persa sul lavoro è una ferita per l’intera comunità e un monito a non abbassare mai la guardia sulla sicurezza. Ci stringiamo con rispetto e commozione alla famiglia di Diego, colpita da un dolore così grande, esprimendo tutta la nostra vicinanza e partecipazione al lutto». Al cordoglio si sono poi unite l’Alta Maremma, dove gioca uno dei figli, e la grande famiglia Auser, presso la quale sono volontari: «Attoniti in questo momento ci stringiamo al dolore della moglie e dei figli, porgendo le condoglianze dell’intera società. Uniamo i nostri pensieri e abbracci ancor più verso il nostro giocatore», scrivono dai Calabroni, così come dall’associazione: «Con profondo cordoglio ci stringiamo con affetto e commozione alla famiglia Prianti, in particolar modo a Vivetta e Claudio nostri volontari per la tragedia che li ha travolti, per l’assurda scomparsa del figlio e fratello Diego».