Lucca, morto nello schianto col furgone: Andrea Demi e l’ultima frase del figlio. «Attento babbo»
Tamponamento poco dopo l’area di servizio Quiesa: inutili i soccorsi per l’uomo a bordo del furgone. Era di Livorno e aveva una piccola ditta di trasporti
LUCA. Uno scarto improvviso del destino e un viaggio di lavoro diventa il racconto di un incidente mortale. È successo sulla Bretella tra Lucca e Viareggio, un nastro d’asfalto di 18 km alternativo all’A11 che poco prima delle 5 di giovedì 24 luglio è stato teatro della fine di un piccolo imprenditore livornese. Andrea Demi, 64 anni, titolare di una ditta individuale di trasporti, alla guida del suo furgone stava procedendo verso la costa quando, prima della galleria, si è scontrato con un camion, guidato da un autotrasportatore di Cuneo.
Lo schianto mortale
Un tamponamento che non ha lasciato scampo al conducente del veicolo. Prigioniero di un abitacolo devastato nell’impatto con il mezzo pesante che trasportava tronchi di legno, il 64enne è stato soccorso dal personale inviato dal 118. Gli operatori non hanno potuto prendersi cura subito dell’uomo incastro al posto di guida. Ci sono voluti i vigili del fuoco per liberarlo e consentire così l’intervento dei sanitari. Le condizioni erano gravissime e dopo una prima stabilizzazione sul posto, Demi è stato adagiato sulla lettiga e trasportato al San Luca dove è deceduto poco dopo l’arrivo.
L’indagine
Sul posto è arrivata la pattuglia della sottosezione di Viareggio della polizia stradale per rilevare un incidente che per dinamica non offre misteri. Le ipotesi del malore o del colpo di sonno come cause del tamponamento sono ritenute plausibili, ma all’esito della ricostruzione sul ruolo del camionista non spostano la questione su eventuali responsabilità.
Le analisi
Il pm di turno Alberto Dello Iacono nella prassi di un incidente con decesso ha disposto per l’autista del camion un esame tossicologico. Il fascicolo è stato aperto per il reato di omicidio stradale. La salma di Demi è all’obitorio del Campo di Marte in attesa di essere restituita alla famiglia per i funerali.
Chi era
A Livorno, dove Andrea Demi viveva, il dolore e la commozione hanno preso il sopravvento. Sono circa le 14 di giovedì 24 luglio e i suoi familiari hanno già ricevuto la terribile notizia. Si sono riuniti fuori di casa, in via Adolfo Tommasi, mentre scendono le lacrime. Come in una lenta processione, parenti e amici arrivano e si fermano all’ingresso del palazzo. Abbracciano la sua compagna di vita Scilla Ceccarini e i figli Diego e Matteo, dicono loro di farsi forza in questo momento di disperazione, ma non è facile. Anzi, è difficile da accettare che Demi – che nella mattina di giovedì 24 luglio, proprio come ogni giorno, era uscito di casa presto per andare a lavorare a bordo del suo furgone – non tornerà più.
«Stati attento»
«Gliel’avevo detto proprio stanotte di stare attento», dice ai presenti, tra le lacrime, il figlio Matteo. È un grande abbraccio quello che arriva dalla comunità di Livorno nei confronti di una famiglia sconvolta da una tragedia così grande. Soprattutto lì, in quel palazzo popolare di via Tommasi, dove si conoscono tutti.
«Grande lavoratore»
«Andrea era una brava persona, era sempre pronto ad ascoltare gli altri – ricorda chi l’ha conosciuto – . Era molto attaccato alla sua famiglia e aveva una grande passione per gli animali, in particolare cani e gatti. Siamo ancora sconvolti al pensiero che non lo rivedremo mai più, che non lo incroceremo per le scale o nell’androne. Era un lavoratore, attento e scrupoloso. Non sappiamo cosa sia successo ma abbiamo una certezza: Andrea ci mancherà e in questo momento di dolore ci stringiamo al dolore della sua famiglia che è anche il nostro. Il suo ricordo lo porteremo sempre con noi».