Il Tirreno

Toscana

Sos siccità

La politica si riunisce nella Pesa, il fiume che non ha più acqua: qual è il “nemico principale”

di Danilo Renzullo
Alcuni momenti della seduta (foto Innocenti/Nucci)
Alcuni momenti della seduta (foto Innocenti/Nucci)

Un paesaggio lunare: il greto è arido e coperto di pietre e d’erba. La “provocazione” per un impegno a risollevare le sorti del torrente

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MONTELUPO. Il paesaggio è quasi spettrale. O meglio, lunare. Lì, dove l’acqua dovrebbe scorrere e alimentare vita, un letto di pietre, terra e polvere diventa sinonimo di morte. Quella che condanna un intero ecosistema che, ormai da anni, sparisce con l’arrivo dell’estate. E non per le torride temperature e la siccità. O almeno, non solo. Perché la Pesa non “evapora”, ma è soprattutto “svuotata”.

Il nemico principale del torrente che a Montelupo Fiorentino si getta in Arno non sono le scarse precipitazioni, ma le eccessive captazioni dalle falde acquifere, attraverso vari pozzi idropotabili, e la perdita della morfologia fluviale storica. «Il torrente Pesa in questo periodo, come da anni, è secco: vogliamo capire come poter attenuare questo fenomeno e riuscire un domani a riavere acqua nel corso del fiume per restituire alla cittadinanza e alla natura questa importante “arteria” naturale», dice il sindaco Simone Londi che ha deciso di riunire il consiglio comunale nell’alveo del torrente in secca. Non una semplice seduta, quella di ieri, 28 luglio.

Maggioranza e opposizioni si sono unite per lanciare un grido d’allarme e di dolore dell’intero territorio. Perché quello scenario spettrale – che nemmeno con le abbondanti piogge di ieri è riuscito a recuperare il minimo flusso d’acqua – è una ferita inferta ad un intero ecosistema. Una provocazione (forse) per accendere i riflettori su una situazione d’emergenza che, puntualmente, si ripete da anni, costringendo gruppi di volontari a “trasferire” a monte i pesci che resistono alle prime ondate di secca, a fronte delle migliaia di esemplari che muoiono per asfissia. A fare da sfondo all’assemblea cittadina lo striscione “Ridateci la Pesa”.

Durante la seduta – alla quale hanno partecipato anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il senatore Dario Parrini (Pd), il consigliere regionale Enrico Sostegni (Pd) e il segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Settentrionale Gaia Checcucci – è stata discussa e approvata la mozione “Impegno a preservare l’ecosistema e la biodiversità del torrente Pesa dalle persistenti secche estive e dagli effetti della crisi climatica attraverso un’azione congiunta tra Comune, Regione e gli enti competenti” presentata all’unanimità da tutti i gruppi consiliari. Un impegno concreto da parte di tutti gli attori istituzionali è quello che rivendica il consiglio comunale per salvare la Pesa. Un impegno in attuazione del “Contratto di fiume”, firmato anni fa per tutelare il corso d’acqua (9 Comuni, 62 soggetti totali), ma anche per chiedere nuove regole e leggi in risposta agli effetti del cambiamento climatico e in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione che, nella sua nuova formulazione, prevede la “tutela dell’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi”.

«Il consiglio si è espresso già tre volte sulla tutela della Pesa e ora alza i toni – dice l’assessore all’ambiente di Montelupo Lorenzo Nesi – perché Montelupo non vuol più vedere morire il suo fiume e il suo ecosistema. Vogliamo il nostro fiume vivo tutto l’anno».

«Una provocazione molto significativa», ma soprattutto uno «stimolo a far squadra per fare di più e per pianificare nuove azioni per la Pesa», che «dà il senso della sensibilità del consiglio comunale, della politica e della cittadinanza a difesa del suo fiume», sottolinea il presidente della Regione. La Toscana è una «regione virtuosa grazie agli invasi e ai laghi artificiali realizzati nel corso del tempo – ricorda Giani –, ma occorre sviluppare una cultura dell’importanza di questi interventi, soprattutto a fronte dei cambiamenti climatici, per non trovarsi sempre di fronte ad opposizioni e ostacoli».

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