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Maltempo in Toscana, la polemica sull’allerta gialla: la spiegazione del Lamma e il dato che impressiona


	I danni del maltempo
I danni del maltempo

Gianni Messeri: «Difficile localizzare con precisione fenomeni di questo tipo»

25 settembre 2024
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«L’allerta gialla è l'allerta adeguata perché prevede la possibilità di fenomeni temporaleschi molto localizzati. Le previsioni hanno un limite sia tecnologico che scientifico: sappiamo che ci saranno fenomeni temporaleschi intensi, ma non è possibile prevedere quanto intensi e dove puntualmente localizzati. In questo caso è piovuto sostanzialmente nel comune di Castagneto Carducci e da qui sono state coinvolte le valli collegate a quel sistema idraulico».

Così ieri, martedì 24, l’assessora regionale alla protezione civile Monia Monni commentava il disastro causato dal maltempo a cavallo tra le province di Pisa e Livorno. Parole confermate dal Lamma, ovvero il Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale che elabora le previsioni sulla base del quale vengono emanate le allerte meteo e relativo colore.

«Quando si parla di allerte occorre fare dei distinguo a seconda dei fenomeni – sottolinea Gianni Messeri –. In Romagna (colpita in questi giorni dall’ennesima alluvione, ndr) la situazione da un punto di vista meteorologico era chiarissima: i fenomeni non erano temporaleschi ma interessavano una vasta area. Si tratta di eventi più facili da prevedere in termini di quantità d’acqua che può cadere. Quelli toscani sono invece fenomeni temporaleschi estremamente intensi e localizzati. Le previsioni hanno fatto scattare l’allerta in particolare sul litorale a sud di Livorno, ma prevedere con un anticipo di 24-48 ore che il fenomeno si sarebbe verificato proprio a San Vincenzo o Castagnetto Carducci è molto difficile».

Ma cosa è stato a generare la furia d’acqua caduta tra il pomeriggio di lunedì e la notte successiva? Un mix di fattori concatenati l’uno all’altro. «Iniziamo dalla descrizione su grande scala di quello che è successo – sottolinea Messeri –: la perturbazione atlantica in transito sulla nostra penisola con un sistema molto lento nella sua evoluzione. L'incedere normale verso levante risultava molto rallentato e questo spiega lo stazionare dei fenomeni su una stessa area per diverse ore, dal pomeriggio alla sera. L’altro “ingrediente”, presente nella nostra atmosfera a causa dei cambiamenti climatici, è l’energia molto elevata dovuta a un mare ancora molto caldo per il periodo. Il risultato è che i fenomeni sono stati oltre che persistenti, anche molto intensi. Il dato che mi impressiona sono i 75 millimetri di pioggia in mezz'ora. Tutto questo ha innescato una serie di temporali che si riformavano continuamente nella stessa zona».

Da qui l’imprevedibilità e la necessità di investire in prevenzione: «Una volta capito che i cambiamenti climatici determinano piogge molto intense, situazioni di blocco, lunghi periodi di siccità che si alternano a piogge fortissime, per limitare i danni occorre una programmazione nel tempo e una disponibilità economica importante», conclude Messeri».

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