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Turismo in Toscana, lavoro nero e sottopagato: irregolarità in sette imprese su dieci

di Danilo Renzullo
Turismo in Toscana, lavoro nero e sottopagato: irregolarità in sette imprese su dieci

Sospese le attività di 18 aziende toscane. La Cgil: «Questo il vero freno all’occupazione». I controlli straordinari sono stati eseguiti dall’Ispettorato e dai carabinieri su tutto il territorio nazionale

28 aprile 2023
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FIRENZE. Lavoro nero e grigio. Omissioni contributive ed errati inquadramenti contrattuali. E poi mancata formazione, pagamenti non regolari e scarse o nulle misure di sicurezza. Oltre sette imprese del turismo su dieci sono irregolari. O meglio, oltre sette imprese su dieci attive nel settore del turismo e dei pubblici esercizi hanno evidenziato irregolarità all’esito dei controlli straordinari messi in campo nei giorni scorsi dall’Ispettorato nazionale del lavoro con l’obiettivo di «contrastare il lavoro sommerso» e verificare «il rispetto della disciplina in materia di salute e sicurezza». «I dati emersi sono gravissimi», accusano la Cgil. «Controlli eseguiti ad inizio stagione quando le imprese devono ancora assestarsi e soprattutto completare i sempre più sguarniti organici che fanno passare in secondo piano gli enormi sforzi che le aziende stanno facendo per salvare quello che è uno dei settori trainanti dell’economia nazionale», rispondono le associazioni di categoria.

I controlli

L’attenzione degli ispettori del lavoro e dei carabinieri del Comando tutela del lavoro si è concentrata su 445 aziende attive su tutto il territorio nazionale. Di queste, 338 (il 76%) sono risultate irregolari. E le principali violazioni sono state rilevate in materia di lavoro. Su 2.364 posizioni lavorative passate al setaccio, il 34% (oltre 800 lavoratori) sono risultate “irregolari”. O almeno, non tutte corrispondenti agli inquadramenti dettati almeno dai contratti di lavoro basilari. Agli oltre 450 addetti “fantasma”, cioè lavoratori impiegati senza alcuna forma contrattuale, i controlli hanno fatto emergere anche quasi 400 posizioni lavorative non corrispondenti ai contratti applicati. E cioè soprattutto inquadramenti part-time per addetti “costretti” a lavori invece full-time. Oltre al lavoro nero e grigio, «le principali violazioni riconducibili ai rapporti di lavoro attengono principalmente a orario di lavoro, omissioni contributive e errato inquadramento contrattuale», specifica la direzione centrale dell’Ispettorato del lavoro che ha emesso 253 provvedimenti di sospensione delle attività, di cui 180 per lavoro nero e 73 per «gravi violazioni in materia di salute e sicurezza». Tra queste, in particolare, la mancata formazione del personale impiegato.

In Toscana

Se sul territorio nazionale emergono dati che le organizzazioni dei lavoratori definiscono «drammatici», la Toscana presenta uno scenario «gravissimo». Perché su 40 aziende controllate, in 27 imprese sono emerse forme di gravi irregolarità e per 18 è scattata la sospensione. E anche sul territorio regionale le maggiori violazioni sono state riscontrate in materia di lavoro. Su 238 posizioni lavorative verificate, 45 sono risultate irregolari. La metà a nero. Negli altri casi le sospensioni sono scattate per irregolarità contributive e per mancanza corrispondenza degli orari di lavoro e dei salari rispetto ai contratti stipulati. Siena la provincia con il più alto tasso di irregolarità lavorative, seguita da Firenze e Prato.

«Freno all’occupazione»

Ad emergere dai controlli straordinari secondo la Cgil è quello che «il sindacato denuncia da anni». E cioè che ci sono «settori in cui i tre quarti delle aziende opera in modo irregolare», accusa Maurizio Magi della Filcams-Cgil. «E la nostra non è una ragione ideologica, ma è la realtà dei fatti – aggiunge – cioè quello che emerge dagli uffici vertenze che sono intasati da lavoratori che vengono a denunciare e a rivendicare i loro diritti lesi». Condizioni, quelle lavorative, che secondo il sindacato è il maggior freno all’occupazione e soprattutto per la ricerca di personale in un settore, quello del turismo, che soffre la mancanza di lavoratori.

«Enormi sacrifici»

Ma le associazioni di categoria respingono le accuse. Secondo Maila Bettaccini, responsabile toscana di Assoturismo-Confesercenti, si tratta di controlli «eseguiti ad inizio stagione», quando cioè «alcune imprese sono in difficoltà a trovare personale qualificato e si arrangiano in maniera sbagliata» a fronte della «maggioranza che invece lavorano onestamente e fanno enormi sacrifici per andare avanti». Quelli che per Fanco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, gli imprenditori continuano a fare per cercare addetti e salvare la stagione. «Il problema del lavoro nelle imprese del turismo è oggettivo – sottolinea – e ha una motivazione chiarissima: il settore richiede tanti sacrifici e molti, comprensibilmente, non sono più disposti a farli. Rivendichiamo il diritto di gratificare di più chi decide di lavorare in questo settore, ma in Italia abbiamo il costo del lavoro più alto in Europa e le retribuzioni più basse». 
 

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