La guida
Pontedera, arbitro preso a schiaffi da un genitore alla partita dei ragazzini
L’episodio al termine della sfida con l’Arezzo al campo sportivo Marconcini: il direttore di gara era un dirigente della squadra locale
PONTEDERA. Schiaffo all’arbitro, che in questo caso era un dirigente della squadra locale, al termine della partita della categoria Esordienti regionali, tra Pontedera e Arezzo. Responsabile di questo gesto è il padre di un bambino che gioca nella formazione ospite. L’ennesima vicenda inspiegabile legata al calcio giovanile.
Il fatto
La partita si è giocata nel fine settimana del 9-10 marzo al campo Marconcini della città della Vespa. Una gara nove contro nove in un campionato in cui non arrivano arbitri ufficiali. La direzione è affidata a un dirigente della squadra che ospita l’incontro. E solitamente si tratta del genitore di uno dei ragazzini in campo. È stato così anche questa volta. Solo che il finale è stato davvero da censura, al di là delle motivazioni che hanno portato il babbo di uno degli aretini entrare nell’area degli spogliatoi e andare dritto da colui che aveva appena finito di dirigere la partita.
La ferita
Uno schiaffo che gli ha procurato anche un taglio al sopracciglio a cui sono stati applicati alcuni punti di sutura in ospedale. Facile immaginare che si potrebbe arrivare anche a una denuncia querela per un caso che, purtroppo, non è per niente isolato nell’ambiente del pallone, malgrado i protagonisti siano bambini o ragazzini. In questa circostanza le squadre erano formate da baby-calciatori nati nel 2011, quindi appena 13enni.
La posizione della società
La questione tra le società appare già chiusa. Il direttore generale del settore giovanile granata, Paolo Pastacaldi, ha raccontato di aver ricevuto le scuse ufficiali dai responsabili della scuola calcio dell’Arezzo. «Per noi la vicenda si chiude qui – ha detto il dirigente del Pontedera – e non vorrei neppure enfatizzare l’accaduto, magari demonizzando il genitore arrivato da Arezzo per il gesto che ha compiuto. Ormai la situazione è alla deriva e questi comportamenti, purtroppo, sono generalizzati. Possiamo fare riunioni, campagne di sensibilizzazione, ma siamo sempre alle prese con qualcuno che va sopra le righe. E far divertire i ragazzi è sempre più difficile in questo ambiente».
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