Buchi neri, svelata maxifusione: la scoperta con la Toscana protagonista
L’osservazione in collaborazione con gli studiosi di Virgo: le parole degli esperti
CASCINA. La collaborazione Ligo-Virgo-Kagra (Lvk) ha annunciato la rivelazione della fusione dei buchi neri più massicci mai osservati con le onde gravitazionali, utilizzando gli osservatori Ligo Hanford e Livingston, finanziati dalla National science foundation statunitense.
La fusione ha prodotto un buco nero finale di massa oltre 225 volte superiore a quella del nostro Sole. Il segnale è stato osservato durante il quarto periodo di osservazione della rete Lvk il 23 novembre 2023. I due buchi neri che si sono fusi avevano una massa pari a circa 103 e 137 volte quella del Sole. Oltre alle loro masse elevate, sono anche in rapida rotazione, il che rende questo segnale unico e difficile da interpretare e suggerisce la possibilità di una storia di formazione complessa.
La scoperta
«La scoperta di un sistema così massiccio e altamente rotante rappresenta una sfida non solo per le nostre tecniche di analisi dei dati – afferma Ed Porter, ricercatore presso il laboratorio di Astroparticelle e Cosmologia del Cnrs di Parigi – ma avrà un effetto importante sugli studi teorici dei canali di formazione dei buchi neri per molti anni a venire. In realtà gli attuali modelli di evoluzione stellare non consentono l’esistenza di buchi neri così massicci, che potrebbero essersi formati attraverso precedenti fusioni di buchi neri più piccoli». Circa 100 fusioni di buchi neri sono state fino ad oggi osservate attraverso le onde gravitazionali e analizzate e condivise con la più ampia comunità scientifica.
«Questo evento spinge la nostra strumentazione e le nostre capacità di analisi dei dati al limite di ciò che è attualmente possibile», afferma Sophie Bini, ricercatrice post-dottorato a Caltech. I rivelatori di onde gravitazionali come Ligo negli Stati Uniti, Virgo a Cascina e Kagra in Giappone sono progettati per misurare le minime deformazioni dello spazio-tempo causate da eventi cosmici violenti come le fusioni di buchi neri. «Grazie al periodo di osservazione continuativa più lungo mai effettuato e alla maggiore sensibilità dei rivelatori, la quarta campagna di osservazione sta fornendo nuove preziose intuizioni per la nostra comprensione dell'universo», conclude Viola Sordini, ricercatrice presso l’Istituto di Fisica dei due Infiniti del Cnrs a Lione.