Muore nello schianto in moto in Trentino il pistoiese Daniele Benifei: il lavoro alla Misericordia, la pensione e la tragedia
Nello scontro ha perso la vita anche il 59enne Massimo Galvan
PISTOIA. Quella felicità spezzata su un tornante: si potrebbe sintetizzare così la tragedia che ha avuto per protagonista Daniele Benifei, pistoiese di 64 anni, la cui vita è stata improvvisamente spenta, in un maledetto sabato pomeriggio, 21giungo, lungo una strada di montagna in Trentino. Sì, perché Benifei stava vivendo un momento magico della sua vita: da due anni in pensione, dopo una vita trascorsa in via del Can Bianco a Pistoia come dipendente delle onoranze funebri della Misericordia, finalmente poteva dedicare tutto il suo tempo alle sue passioni e ai suoi amori.
La famiglia intanto, e soprattutto i suoi cinque nipoti, l’ultimo nato appena una settimana fa. Finalmente, nonostante l’aspetto e soprattutto lo spirito giovanile che lo caratterizzavano, poteva fare il nonno. Ma poteva anche dedicarsi alle sue grandi passioni, il mare, le escursioni nella natura, e in particolare due strettamente collegate tra loro: i viaggi e la moto. E sono state proprio queste due ultime passioni in un certo senso a tradirlo sabato scorso, quando, in uno dei suoi tanti tour attraverso l’Italia, il destino crudele si è messo letteralmente sulla sua strada.
È successo a Bolzano, sulla statale 42 che conduce al passo della Mendola. È stato qui che attorno alle 17,30, mentre era in sella alla sua Suzuki V Strom 1050, il proprio destino ha incontrato quello, altrettanto tragico, di un altro uomo che come lui amava le moto, Marcello Galvan, 59 anni di Bolzano. La Suzuki di Benifei e la Yamaha di Galvan, che procedevano in direzioni opposte, si sono scontrate. Un urto violento, con i due motociclisti che sono stati sbalzati sull’asfalto.
Immediatamente è stato dato l’allarme da chi si trovava a percorrere la stessa strada e i soccorsi sono stati anche rapidi, con l’arrivo delle ambulanze, dei vigili del fuoco e anche dell’eliambulanza. Tutto inutile. Troppo gravi i traumi riportati dai due uomini e ogni tentativo di rianimazione si è rivelato inutile. Alla fine non è rimasto altro che constatare il decesso dei due motociclisti.
Sul cosa possa essere successo indagano le autorità, ma in questo momento, davanti a due vite spezzate e al dolore delle persone che stavano loro vicine è un aspetto che resta in secondo piano. E di dolore la scomparsa di Bonifei ne ha destato davvero tanto. Tra i suoi familiari ovviamente, ma anche tra le tante persone che lo conoscevano e che, conoscendolo, non potevano non volergli bene. Compresi gli ex colleghi, cui è toccato il doppiamente doloroso compito di contattare le autorità trentine per le pratiche relative al ritorno della salma in Toscana.
Stamattina, 22 giugno, si è svolto un primo esame del corpo, la cosiddetta ispezione esterna. Sull’eventuale autopsia e sul rilascio della salma ancora non ci sono certezze, ma solo previsioni. Presumibilmente tra domani e mercoledì potrà essere organizzata la camera ardente alla Misericordia di via del Can Bianco, dove sarà anche celebrata la messa prima di procedere con la cremazione, nel rispetto delle sue volontà.
Intanto però c’è la sofferenza di parenti e amici per questa perdita, difficile da accettare. Chi lo ha conosciuto descrive Daniele Benifei, Dani, come una persona allegra, sempre pronta alla battuta. Una persona felice appunto, soprattutto in questo periodo della sua vita. Pistoiese Doc, da qualche tempo si era trasferito nella vicina Montemurlo, alternando il suo tempo, come scritto, tra la famiglia e i viaggi in moto. Ma, a proposito di moto, l’incidente ha lasciato increduli gli amici, perché Benifei non era né un novellino, né uno spericolato. Da sempre ha guidato bolidi a due ruote, era quello il mezzo che usava anche per muoversi nella vita di tutti i giorni. Inoltre con l’avanzare degli anni aveva anche sviluppato una filosofia del motociclista “rilassato”: aveva dato via la sua grintosa Ducati per passare a un mezzo più adatto a grandi e tranquilli viaggi, di quelli dove non conta la velocità ma la comodità, e il piacere di godersi il percorso e non la fretta di arrivare alla meta. Viaggi dai quali tornava carico di racconti, e anche di ricette locali, altra sua passione, raccolte nei posti che aveva visitato.
E in questa tragedia rimane la piccolissima e amara consolazione che Daniele Benifei se ne sia andato mentre stava facendo qualcosa che lo rendeva felice. Ma quel momento è arrivato troppo presto, maledettamente troppo presto.