Ricavi, le prime 250 aziende toscane: in vetta c’è Guccio Gucci, poi Nuovo Pignone International. La classifica: nomi e cifre
I dati 2023 confermano un’economia dell’entroterra più forte rispetto a quella della costa. In fondo all’articolo la classifica top 250
In testa c'è Guccio Gucci Spa. Proprio quello di via Tornabuoni, a Firenze, icona globale del lusso. Ha chiuso il 2023 con 4 miliardi e 527 milioni di ricavi. Non certo il suo anno migliore, complice la prolungata crisi del settore: in dodici mesi, infatti, gli incassi sono scesi di 1,2 miliardi (-21,3%). Un calo sì drastico, ma che non è bastato a schiodare il marchio mondiale della primo posto nella graduatoria delle 250 aziende con i fatturati più alti della Toscana nel 2023.
Subito dopo c'è la Nuova Pignone International Srl, sede a Firenze, un'eccellenza mondiale nelle tecnologie e servizi innovativi in campo energetico: ha chiuso il 2023 con ricavi pari a 4 miliardi e 524 milioni di euro, meglio anche dell’altra società Nuova Pignone Srl, sempre con sede a Firenze, che si è fermata a 3,3 miliardi e al quarto posto nella graduatoria regionale.
Fra le due, un altro marchio di punta di uno dei comparti più significativi dell'economia e della storia industriale toscana, la Chimet di Civitella in Val di Chiana (Arezzo), da cinquant'anni impegnata in un percorso di economia circolare ante litteram, il recupero e la commercializzazione di metalli preziosi (non solo oro e argento, ma anche platino, palladio, rodio e altro): ha chiuso il 2023 con ricavi per 4,3 miliardi di euro. Ma il settore orafo entra nella “top ten” anche con la Italpreziosi, altra azienda del distretto aretino, che si piazza al sesto posto (3miliardi e 168milioni).
Quindi la grande distribuzione: Unicoop Firenze si ferma poco sopra i 3 miliardi di euro, Conad Nord Ovest (sede a Pistoia) appena al di sotto (2 miliardi e 997 milioni). Segue la Gucci Logistica, l'azienda, logistica appunto, della “big” del lusso (2,1 miliardi di euro), il comparto hi-tech con la Computer Gross di Empoli (1 miliardo e 839 milioni) e la Arval di Scandicci, azienda leader nel noleggio di autovetture e veicoli leggeri (1 miliardo e 808 milioni). Scorrere la graduatoria delle “top 250” toscane, l'elenco delle aziende che hanno totalizzato i ricavi più alti nel 2023, è anche e soprattutto in viaggio nel “made in Tuscany” e nelle molteplici eccellenze dell'economia regionale. Perché sì, anche nella terra della media e piccola impresa e dei distretti artigiani, è vero che piccolo è bello, ma grande, spesso, può anche essere meglio. Specie quando c'è da far fronte al turbolenze e le incertezze del mercato internazionale. Già nelle prime dieci posizioni, in sintesi, c'è quasi tutto.
Ma se si allarga lo sguardo, anche alle “top 30”, si può leggere in filigrana il quadro dell'economia regionale, contraddizioni incluse. Compresa l'ormai annosa preoccupazione della Toscana a due velocità: quella dell'entroterra, che galoppa e tiene il passo dell'economia internazionale, e la costa che, invece, arranca e fatica. Fra le prime dieci imprese per ricavi, infatti, infatti, non c'è un'azienda delle province costiere. Per trovare la prima, bisogna scendere al 12esimo posto, con la Piaggio di Pontedera (1,2 miliardi di euro). La seconda è la Azimut-Benetti (sede legale a Viareggio), il gigante della nautica (1miliardo e 53 milioni), la terza Unicoop Tirreno con sede a Piombino (920 milioni).
L'analisi territoriale, al riguardo, è eloquente: il 42% delle “top 250” ha sede legale in provincia di Firenze e produce il 52% dei ricavi (quasi 45 miliardi). Poi, ma molto staccate, Arezzo (10% delle aziende e 15% dei ricavi) e Lucca (rispettivamente 14% e 10%). Tutte le altre sono al di sotto di questa soglia: Pistoia si ferma al 6% dei ricavi regionali, Siena e Livorno al 5%, Pisa al 4% e Grosseto, Massa Carrara e Prato all'1% Questo, almeno, per quanto riguarda i ricavi.
Perché il quadro, e la graduatoria, muta parzialmente se, invece, si prendono in considerazione i dipendenti, ossia la capacità di generare occupazione. In testa c'è Unicoop Firenze con 8.309 lavoratori, seguita da Autolinee Toscana (soggetto gestore del tpl locale, sede legale a Borgo San Lorenzo) con 5.005, da Piaggio con 3.328, Unicoop Tirreno (3.272) e Alia (2.322), la società gestrice del ciclo integrato dei rifiuti della Toscana centrale.
Nella “top ten” per numero di dipendenti, anche l'azienda farmaceutica Glaxosmithkline di Siena (1.972), Nuovo Pignone e Nuovo Pignone International (rispettivamente 1.972 e 1.946), Guccio Gucci (1.776) e la società agricola Aboca di San Sepolcro (Arezzo) con 1.600 lavoratori.
Complessivamente, comunque, le prime 250 imprese della Toscana nel 2023 hanno generato ricavi per 86,7 miliardi di euro, quasi la metà (45%) del totale regionale (194 miliardi). Più basso, per quanto comunque rilevante, l'impatto occupazionale: le “top 250”, infatti, dichiarato 105mila addetti, il 17% dei 621mila lavoratori delle 75mila società toscana che hanno depositato i bilanci di esercizio 2023.
La parte del leone la fa il settore manifatturiero con 51,2 miliardi di euro (59,1%) del totale, seguito dal commercio (25,8 % corrispondenti a 22,4%). Molto più staccati gli altri comparti: i servizi si fermano al 6% (5,2 miliardi), la fornitura di energia e acqua e la raccolta dei rifiuti al 4,1% (quasi 3,6 miliardi), i trasporti al 3,5% (3 miliardi), le costruzioni all'1,1% (919 milioni) e il settore primario allo 0,4% (371 milioni).