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Lucca, false nozze per la cittadinanza: tunisino "ottiene" solo l’espulsione


	Il questore Edgardo Giobbi
Il questore Edgardo Giobbi

Scoperto dalla questura dopo i controlli sulla mancata convivenza con un’italiana

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LUCCA. Espulsi due immigrati pregiudicati ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Il primo è un tunisino di 26 anni, già condannato per reati di droga e indagato per plurime vicende legate allo spaccio, resistenza a pubblico ufficiale ed evasione.

Colpito da precedenti provvedimenti di espulsione, ai quali non aveva mai ottemperato, aveva dapprima richiesto protezione internazionale, negata dalla commissione territoriale, per poi tentare di regolarizzarsi concludendo un matrimonio con una cittadina italiana.

Un escamotage scoperto al termine di numerose verifiche svolte dalle forze dell’ordine al domicilio dell’uomo che hanno permesso di accertare che non vi fosse mai stata, tra i coniugi, l’effettiva convivenza, requisito necessario per l’ottenimento del permesso di soggiorno. E così il questore Edgardo Giobbi ha rigettato la richiesta di permesso per motivi familiari avanzata dal tunisino e nei confronti dell’immigrati è stato emesso dal prefetto un decreto di espulsione per pericolosità sociale con ordine del questore di Lucca di allontanamento dal territorio nazionale.

Non è stato possibile eseguire l’espulsione immediata con un volo aereo e così i poliziotti lo hanno accompagnato al Centro per i rimpatri di Milano da dove ritornerà nel suo Paese.

L’altro espulso è un marocchino di 43 anni, portato al Centro di permanenza per i rimpatri di Potenza, dopo essere stato scarcerato dal San Giorgio, il carcere dove aveva scontato la pena per una condanna per spaccio di sostanze stupefacenti. Aveva numerosi condanne anche per resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza alcolica. In passato l’uomo era stato titolare di un permesso di soggiorno per lavoro autonomo, come ambulante, che, dopo la condanna per spaccio di sostanze stupefacenti, non aveva più rinnovato. Anche perché quel tipo di sentenza di colpevolezza rientra tra i reati ostativi al soggiorno in Italia.

Alla luce della pericolosità sociale del marocchino, il prefetto ha emesso un decreto di espulsione a cui è seguito l’ordine del questore di trattenimento al Centro di permanenza per i rimpatri, dove è stato accompagnato con scorta della polizia. Da lì sarà rimpatriato nel Paese di originel

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