La manifestazione
Livorno, retata anti-droga in piazza Garibaldi. Fra clienti un ragazzino: «Cinque euro per uno spinello»
L’adolescente ripreso dalle telecamere mentre compra l'hashish. I carabinieri interrogheranno due giorni dopo. L'identificazione grazie alla targa del motorino
LIVORNO. È andato a comprarsi la droga in piazza Garibaldi a bordo del suo motorino. Alcuni degli spacciatori indagati dai carabinieri per il giro di spaccio in centro non si facevano scrupoli nel vendere l’hashish agli adolescenti livornesi. Uno di loro, l’8 aprile scorso, si è presentato proprio all’ombra della Fortezza per acquistare gli stupefacenti. Poco dopo le 16,15, secondo la ricostruzione degli inquirenti, insieme ad alcuni amici si avvicina al diciottenne egiziano Mahmoud Mohamed, da due giorni in carcere alle Sughere, per ricevere poi la dose dalla trentenne livornese Samira Najai, che è invece ai domiciliari. Il tutto, però, avviene sotto gli “occhi elettronici” delle telecamere installate da febbraio dagli stessi militari dell’Arma, su disposizione della procura, per monitorare le compravendite illecite nel quartiere. Impianti di videosorveglianza che sommati a quelli pubblici, da tempo installati dal Comune, sono stati utilizzati dagli investigatori per fare un bilancio degli affari e identificare anche tutti i clienti, segnalati alla prefettura come consumatori abituali di droga e privati della patente di guida (che poi vedranno restituita) e del passaporto per l’espatrio, così come prevede la legge.
Il racconto
Per questo, due giorni più tardi, il ragazzino viene convocato dai carabinieri della Compagnia di Livorno negli uffici di viale Fabbricotti. I militari dell’Arma sono arrivati a lui con estrema facilità, dato che è bastato risalire all’intestatario del mezzo a due ruote. «Ho pagato cinque euro, giusto uno spinello», le sue parole. Le immagini sono chiare: si vede il ragazzino arrivare in scooter, poi prendere la droga e andar via dopo aver pagato cinque euro. Lo confermerà lui stesso, 48 ore più tardi, ascoltato dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Livorno, diretti dal tenente Gianraffaele Di Risi: «In quel momento – le sue parole – mi trovavo lì per comprare dell’hashish. Mi sono fermato con il mio motorino davanti al tabaccaio tra piazza della Repubblica e via Garibaldi. Da lì a piedi sono andato in piazza Garibaldi, dove ho trovato un ragazzo nordafricano, con i capelli ricci e le mèches bionde, abbastanza alto e di circa 20 anni, il quale mi ha riferito di non avere stupefacente. Sul momento comunque ha aggiunto di aspettare, perché avrebbe chiamato un’altra persona che invece aveva l’hashish. In pochi secondi è arrivata una ragazza, che era seduta su una panchina di piazza Garibaldi, raggiungendomi tra le baracchine. Mi ha chiesto quanto volessi e io le ho risposto cinque euro, giusto uno spinello. Mi ha consegnato lo stupefacente, l’ho pagata e sono andato via».
Un racconto, quello del giovanissimo cliente, che si somma a quelli dei molti altri clienti degli spacciatori identificati dai militari dell’Arma, fondamentali per il buon esito (ancora provvisorio) delle indagini. Provvisorio perché le indagini – coordinate dalle pm titolari del fascicolo, Antonella Tenerani e Alessandra Fera e, come anticipato, delegate ai carabinieri della Compagnia di Livorno, diretta dal maggiore Ugo Chiosi – ancora in corso e ben lontane dal concludersi. L’obiettivo degli investigatori – come spiegato dal procuratore di Livorno Maurizio Agnello al Tirreno e nella conferenza stampa tenutasi al comando di viale Fabbricotti dal comandante provinciale Piercarmine Sica – è ora risalire la piramide dello spaccio per individuare i fornitori dei pusher di strada e anche fare luce sul sistema degli affitti agli spacciatori della piazza, dal momento che alcuni appartamenti venivano – secondo l’accusa – utilizzati come base per le compravendite illecite delle sostanze stupefacenti.
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