Il Tirreno

Livorno

L'intervista

Il comandante provinciale dell’Arma: «Acquisti in loco senza "prenotazioni"»

di Stefano Taglione
Un momento della conferenza stampa dei carabinieri (foto Stick)
Un momento della conferenza stampa dei carabinieri (foto Stick)

Il colonnello dei carabinieri Piercarmine Sica: «Grazie alle telecamere abbiamo ripreso tutto, preoccupa il padre col bimbo di due anni fra le braccia mentre va a comprare la droga»

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LIVORNO. «Piazza Garibaldi, come l’ha definita l’autorità giudiziaria, era un emporio a cielo aperto di illegalità. A quest’indagine stiamo lavorando dal settembre dell’anno scorso e abbiamo svolto mirati servizi, presentando un progetto investigativo di nostra iniziativa. Ci siamo avvalsi delle telecamere comunali e di quelle autorizzate dalla procura, visionando cessioni a cielo aperto, prevalentemente da parte di stranieri, autonomamente organizzati, che non si davano noia l’uno con l’altro, dividendosi i rispettivi spazi nella piazza. Spacciavano 24 ore su 24, sette giorni su sette, per lo più hashish e marijuana, ma occasionalmente anche cocaina e anfetamine. I clienti non prendevano accordi al telefono: andavano lì e compravano».

A parlare, riepilogando l’operazione messa a segno il 27 agosto, è stato il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Piercarmine Sica. All’operazione hanno preso parte 150 fra uomini e donne dell’Arma, con l’impiego non solo del personale di Livorno, ma anche da altri reparti specializzati. A proposito del bambino di due anni portato dal padre in piazza Garibaldi per acquistare un grammo di hashish, secondo quanto appurato dagli investigatori con le riprese, il comandante ha definito l’episodio «preoccupante», rimarcando però «la proficua e continua collaborazione con l’ufficio scolastico provinciale di Livorno per sensibilizzare i ragazzi sulle problematiche legate alla droga. Ricordo anche che, per i consumatori, c’è il rischio di non poter partecipare ai concorsi pubblici. Ai giovani, questo, lo diciamo sempre».

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