Il Tirreno

FIRENZE. Intorno alle 13 a Coverciano sono terminate le audizioni del processo della Procura Federale al Figline per la gara di maggio scorso contro il Tau Calcio durante la quale, secondo l’accusa, la società gialloblù avrebbe pilotato il risultato della partita (perdendo 5 a 1) in modo che potesse avvantaggiare la squadra nella poule promozione.

La sentenza è attesa nel tardo pomeriggio. I tre giocatori del Figline (Privitera, Burzagli e Saitta) hanno ammesso l’illecito sportivo a differenza della società, del mister Becattini e del ds Frediani. In virtù di questo il sostituto procuratore federale, Mario Taddeucci Sassolini  ha chiesto pene più leggere per i giocatori: 9 mesi di squalifica più 18 mesi di lavori socialmente utili, mentre per Simoni (presidente dei gialloblu) e Becattini la richiesta è di inibizione per 4 anni e 6 mesi, fino ad arrivare ai 5 anni richiesti per il ds Frediani. La richiesta invece per la società Figline è la retrocessione all’ultimo posto del campionato di Eccellenza che la porterebbe in Promozione. Se questa richiesta venisse confermata dai giudici ad andare in Serie D non sarebbe il Livorno, ma il Giorgione, per la classifica dei ripescaggi nazionali.

D’altro canto però il Livorno, presente in aula con il presidente Paolo Toccafondi e l’avvocato difensore Federico Menichini, ha chiesto che qualsiasi sanzione venga irrogata nel girone promozione e non nel campionato di Eccellenza. La sentenza è attesa per il tardo pomeriggio. Al momento quella della Procura è solo una richiesta, resta da attendere ciò che decideranno i giudici. Sono ore di attesa, ma niente è ancora deciso e la speranza di Serie D del Livorno rimane viva (allo stesso modo di quanto fosse prima delle audizioni).