Il concerto di Raf a Grosseto tra pienone e polemiche: «Nessun posto a sedere per i disabili». Cosa è successo e il motivo
L’assessore al turismo replica: «Con il decreto Piantedosi è impossibile prevederli, abbiamo offerto un prodotto di qualità»
GROSSETO. La prima notte della GRande estate è andata in archivio con tremila presenze in piazza Dante, il massimo consentito dal decreto Piantedosi (tanto che intorno alle 21,30 sono stati chiusi tutti i varchi, ad eccezione di quelli che davano l’accesso ai ristoranti), e un paio di migliaia che hanno frequentato e animato il centro storico cittadino e hanno regalato davvero un bel colpo d’occhio.
L’evento di Raf ha avuto il successo sperato, ma accanto agli immortali e apprezzatissimi successi dell’artista di Margherita di Savoia non è mancata qualche polemica sui posti a sedere per i disabili, da parte delle associazioni di volontariato, che non hanno potuto portare i loro ragazzi in piazza.
Il racconto
Il collega giornalista Roberto Lottini, che per primo ha sollevato il problema all’amministrazione comunale, ha raccontato la sua serata in piazza: «I volontari della Croce Rossa italiana intorno alle 20,45 – dice – sono gentilissimi ad accompagnarmi verso l’area destinata ai disabili, nella quale hanno trovato posto alcune carrozzine. Una volta arrivato, in uno spicchio al lato del palco (vicino alla libreria Palomar), mi sono accorto che l’area era riservata solamente ai disabili in sedia a rotelle e mi è stato detto, con cortesia, ci tengo a precisare, che non avrebbero potuto darmi una sedia. A quel punto – prosegue Lottini – mi sono ritrovato a vedere il concerto (si fa per dire) dietro una colonna seduto nella prima fila della scalinata del Duomo». Lottini è amareggiato: «Ho superato tanti ostacoli nella mia vita e non sarà certo questo a farmi cadere, anzi mi dà più forza per combattere per far tornare Grosseto la città civile e a misura di persona diversamente abile come era prima. Tra l’altro vorrei che si smettesse di portare avanti il concetto che la disabilità viaggia solo in sedia a rotelle».
L’assessore al turismo Riccardo Megale, per sgombrare il campo da ogni dubbio e per chiudere questa querelle, che dura da alcuni giorni, ha fatto alcune precisazioni, avvalendosi dell’apporto dei propri tecnici: «Con il decreto Piantedosi, con il quale abbiamo preparato il piano per la GRande Estate, e ancor prima per la notte di San Silvestro – sottolinea l’assessore Megale – non è purtroppo possibile in nessun modo avere dei posti a sedere nella piazza. Altrimenti si entrerebbe in un altro tipo di legge, quella degli stadi, delle discoteche, che hanno prescrizioni diverse e più restringenti. Se volevamo mettere gente a sedere potevamo fare gli spettacoli allo stadio Zecchini. Ma non è questo lo spirito di GRande estate, la volontà dell’amministrazione comunale, che ha investito 160.000 per quattro spettacoli è di regalare un prodotto a tutta la città, dare la possibilità di assistere al concerto di Raf spostandosi per andare a prendere una bottiglietta d’acqua o un gelato, entrare con il passeggino o con il cane. Siamo stati costretti – aggiunge Megale – a chiudere la piazza dopo aver raggiunto le tremila persone, ma c’è stato un ricambio. Con un altro tipo di organizzazione, e non con il “Piantedosi” ne sarebbero potute entrare 1.200. Non sarebbe stata la stessa cosa, volevamo che fosse una notte dedicata alle famiglie, ai bambini, che possono correre per la piazza, mentre i genitori ascoltano e ballano con Raf».
Megale tiene a sottolineare che altre amministrazioni si sono informate per imitare l’iniziativa grossetana. «Dispiace che ci sia stata qualche polemica, ma crediamo di aver offerto un prodotto di prima qualità: basta guardare sui siti che vendono i biglietti che i grossetani hanno risparmiato dalle 39 alle 70 euro per vedere un big italiano, ospite dello scorso Festival di Sanremo, e che potranno vedere dal vivo Gaia, i cui ticket vanno dai 17 ai 36 euro. La risposta è stata ottima: c’erano quasi le stesse persone che hanno assistito allo show di Bennato nella prima edizione».
Megale torna sulla funzione sociale dell’iniziativa: «I ristoranti, i bar, le gelaterie hanno lavorato fino all’una e mezzo. Se avessimo messo una limitazione al pubblico, mille persone avrebbero assistito al concerto e sarebbero tornate a casa. E non è quello che vogliamo. Quella di domenica sera è la cartolina che vogliamo spedire nel mondo. La città deve vivere sempre di più serate come questa».