Il Tirreno

Grosseto

Il caso

Omicidio del corriere di borse di lusso, l’inchiesta si allarga: ora sono indagate anche 3 donne

di Matteo Scardigli

	Il sopralluogo dei Ris nel pozzo della villetta dove è stato ritrovato il cadavere, a destra Nicolas Del Rio
Il sopralluogo dei Ris nel pozzo della villetta dove è stato ritrovato il cadavere, a destra Nicolas Del Rio

Nei fascicoli favoreggiamento e ricettazione. Nuovi accertamenti mercoledì scorso a Roma sui reperti raccolti alla villetta di Arcidosso dai carabinieri del Ris

12 settembre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





GROSSETO. Mentre ancora si attendono gli esiti della perizia medico legale, salgono a otto le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta per la morte di Nicolas Matias Del Rio, il corriere argentino quarantenne il cui corpo era stato ritrovato in fondo al pozzo della villetta di Case Sallustri (nel comune di Arcidosso) dove si ritiene sia stato tenuto sotto sequestro dopo la rapina al suo furgone, poi dato alle fiamme, che trasportava borse Gucci per un valore stimato di mezzo milione di euro.

Con le ipotesi di reato di danneggiamento, omicidio, rapina e sequestro di persona si trovano tutt’ora in carcere Ozgur Bozkurt (nato nel 1986 in Turchia e residente ad Arcidosso, difeso dall’avvocato Diego Innocenti), Klodjan Gjoni (nato nel 1991 in Albania e residente a Castel del Piano, difeso dall’avvocato Alessio Bianchini) ed Emre Kaia (nato nel 1996 in Turchia e residente ad Arcidosso, difeso dall’avvocato Federico Cocchi): i tre uomini della Fiat Panda che tallonò il furgone. Mentre Niko Gjoni (difeso da Bianchini), padre di Klodjan e tuttofare per la proprietà della villetta, e Zindan Bozkurt (difeso da Innocenti), il fratello di Ozkurt, sono indagati per gli stessi capi di imputazione salvo l’omicidio; e attualmente non sottoposti a misure restrittive.

Nei giorni scorsi, ritenendo di dover procedere con quelli che in gergo tecnico sono definiti “accertamenti tecnici non ripetibili”, cioè analisi biologiche, chimiche e dattiloscopiche (le impronte digitali) sui reperti sotto sequestro dopo il sopralluogo dei Ris alla villetta, i pubblici ministeri Giovanni De Marco e Valeria Lazzarini hanno quindi inviato un nuovo avviso alle parti offese così come agli indagati; tra i quali figurano i nomi di Elmira ed Ersiana Gjoni (nate – rispettivamente – nel 1968 e nel 1995 in Albania e residenti a Castel del Piano, difese dall’avvocato Alessandro Antichi), cioè la madre e la sorella di Klodjan, e di Georgiana Eugenia Bartic (nata nel 2000 in Romania e residente ad Arcidosso, difesa dall’avvocato Roberto Ginanneschi).

Le Gjoni erano state sentite a sommarie informazioni il 9 luglio. Ritenendo che in quella sede fossero emersi elementi da approfondire, la Procura le ha interrogate il 29 agosto per favoreggiamento. Per ricettazione, invece, è stata sentita Bartic, iscritta nel registro degli indagati nella seconda metà del mese scorso. Si apprende dalle rispettive difese che tutte le donne hanno risposto agli inquirenti, mantenendo un atteggiamento collaborativo allo scopo di favorire le indagini; Bartic, in particolare, ha consegnato alcune borse di cui era in possesso, riconoscendone la provenienza delittuosa.

Gli accertamenti sono stati compiuti dai Ris mercoledì a Roma. Gli indagati, così come le parti offese (la famiglia di Del Rio, il suo datore di lavoro e la ditta di trasporti), attendono i risultati, e allo stesso modo la comunità “allargata” dell’Amiata, ancora profondamente scossa da una vicenda che – paradossalmente – ha contribuito a rinsaldare i due versanti della Montagna: il corriere abitava con moglie e figlio ad Abbadia San Salvatore, che aveva organizzato una fiaccolata per chiedere giustizia e verità, mentre Arcidosso un incontro di boxe con lo scopo di favorire l’integrazione della comunità turca, e la nuova Pro loco di Castel del Piano una raccolta fondi alla quale hanno partecipato aziende e privati da mezza Italia.l

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Scuola

Stipendi degli insegnanti, il supplente: «Ecco la mia busta paga. I sacrifici? Ve li racconto»

di Sara Venchiarutti
Sportello legale