Il Tirreno

Grosseto

La ricostruzione

Corriere scomparso, ritrovato il cadavere durante il sopralluogo alla villetta ad Arcidosso. I misteri ancora da chiarire – Video

di Matteo Scardigli
Corriere scomparso, ritrovato il cadavere durante il sopralluogo alla villetta ad Arcidosso. I misteri ancora da chiarire – Video

Le forze dell’ordine sono tornate nel luogo dove erano stati trovati degli accessori di moda

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ARCIDOSSO. La svolta sul caso di Nicolas Del Rio, il corriere quarantenne scomparso mercoledì 22 maggio mentre trasportava mezzo milione di euro in borse firmate a bordo del suo furgone (poi ritrovato, vuoto e dato alle fiamme), è arrivata nel pomeriggio di martedì 25 giugno, quando i carabinieri sono tornati alla villetta di Case Sallustri dove, nelle scorse settimane, erano stati rinvenuti accessori e pellame che la casa di moda aveva confermato essere usciti dai propri stabilimenti. L’obiettivo era trovare il corpo di Del Rio. Missione, purtroppo, compiuta.

Le ipotesi

Gli inquirenti ritenevano che il corriere potrebbe essere stato ucciso. A riprova di ciò, ai capi di imputazione contestati a Ozgurt Bozkurt, Klodjan Gjoni ed Emre Kaja, cioè i tre uomini arrestati (difesi rispettivamente dagli avvocati Diego Innocenti, Alessio Bianchini e Federico Cocchi) che i militari collocano a bordo della Fiat Panda gialla ripresa dalle telecamere di Arcidosso sulle tracce del furgone, cioè danneggiamenti e rapina, martedì 25 giugno si è aggiunto – appunto – l’omicidio.
Il punto di svolta
La svolta è arrivata proprio mentre Gjoni, rappresentato e difeso dall’avvocato Alessio Bianchini del Foro di Grosseto, veniva ascoltato nel carcere di Regina Coeli di Roma dai pubblici ministeri Giovanni De Marco e Valeria Lazzarini. Allo stesso tempo, sul registro degli indagati sono stati scritti anche altri due nomi: quelli di altri due uomini, parenti di Bozkurt e Gjoni, rappresentati e difesi dagli avvocati Domenico Fiorani e Nicoletta Fivizzani (entrambi sempre del Foro di Grosseto). Nei confronti dei loro assistiti, come per gli altri tre uomini, vengono contestati i capi di imputazione di danneggiamenti e rapina ma non quello per omicidio; né sono state – per il momento – disposte misure cautelari.

Il primo e ultimo viaggio da solo
Del Rio, originario dell’Argentina, si era stabilito ad Abbadia San Salvatore con la famiglia. Assunto il 1° maggio nell’azienda di trasporti New Futura, quel giorno era al suo primo viaggio da solo. Partito da Piancastagnaio era arrivato a Castel del Piano per caricare le borse. Pochi minuti dopo aveva fatto una telefonata al suo datore di lavoro, Sergio De Cico: una telefonata nella quale gli aveva passato un uomo, che diceva di chiamarsi Goni, il quale gli aveva chiesto di poter caricare a bordo del furgone alcune scatole perché il suo, di furgone, era guasto, e di portarle presso un’altra ditta. De Cico aveva risposto che quella ditta era chiusa da tempo, ma “Goni” aveva risposto che aveva riaperto. De Cico aveva quindi chiamato il titolare della ditta, che aveva smentito “Goni”. De Cico aveva provato a richiamare Del Rio, ma aveva trovato il telefono non raggiungibile. Poi, più nulla. La prefettura aveva attivato il piano di ricerca per le persone scomparse mentre il furgone della New Futura veniva ritrovato nei pressi di Roccalbegna, nel parco faunistico del Monte Labbro; qui, un testimone avrebbe visto un secondo furgone, forse utilizzato per caricare le borse e portarle via. Pochi giorni dopo e a qualche chilometro di distanza dal furgone erano state ritrovate le prime scatole, proprio mentre i genitori di Del Rio organizzavano una ricerca insieme a una ventina di volontari (erano stati impiegati anche i cani molecolari) e lanciavano appelli nella speranza che il loro Nicolas fosse stato legato e lasciato da qualche parte, nei boschi.

Il ritrovamento del cadavere

Il blitz dei carabinieri del pomeriggio di martedì 25 giugno, però, ha tolto loro ogni dubbio. In merito al ritrovamento del corpo, la procura ha mantenuto il più stretto riserbo. L’attenzione degli investigatori si sarebbe rivolta all’esterno della villetta, che era nelle disponibilità della famiglia Gjoni: l’interno era già stato battuto palmo a palmo in occasione del rinvenimento di accessori e pellame. Secondo alcune indiscrezioni – che non trovano riscontro – il cadavere sarebbe stato all’interno di un dirupo o di un pozzo poco distante dalla villetta stessa. Si chiude così il capitolo della ricerca di Nicolas Del Rio, il corriere scomparso. Mercoledì 26 giugno, invece, si aggiungono nuove – pesanti – righe a quello giudiziario delle persone imputate per il suo omicidio.

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