Seravezza, raccolte trecento firme contro l’impianto sportivo in via Catene
Gli abitanti della zona preoccupati per le conseguenze su parcheggi e viabilità. Il sindaco: è tutto in discussione, non è detto che questa soluzione sia definitiva
SERAVEZZA. Con circa 300 firme raccolte, prosegue l’opposizione delle famiglie di via Catene, e più in generale di quelle residenti a Marzocchino vicino alla scuola Enrico Pea, al progetto dell’amministrazione comunale di costruire un impianto sportivo (in cartongesso e coperto in tensostruttura) sul campetto di fianco alla palestra. Sono tante le perplessità e le preoccupazioni dei cittadini, soprattutto sui parcheggi e la viabilità, che non sono state delucidate bene – a loro dire – nell’incontro in Comune di due settimane fa con il sindaco Lorenzo Alessandrini. Ma è quest’ultimo a garantire che «è ancora tutto in discussione e non è detto che questa soluzione sia quella definitiva. Stiamo soltanto cercando di realizzare un’opera che risponda ad un interesse pubblico – precisa – siamo persone ragionevoli che sappiamo ascoltare i cittadini».
Arrabbiate sono in particolar modo le famiglie di via Catene, che temono di vedere andare in fumo la serenità di quel quartiere, soprattutto per un congestionamento della viabilità e degli stalli per le auto. «Al momento abbiamo raccolto 300 firme – spiega Nicola Florindi, portavoce dei cittadini coinvolti con Michele Corfini – e a breve le protocolleremo in Comune e in Regione, dato che i fondi che il Comune vuole intercettare per costruire l’impianto sportivo sono regionali. Abbiamo incontrato il primo cittadino e il consigliere delegato allo sport e gli abbiamo esposto le nostre perplessità – prosegue – inoltre abbiamo anche proposto una alternativa, perché siamo tuttavia d’accordo sul progetto generale di costruzione di una struttura polivalente ma non in questa zona perché non è adatta per la viabilità e i parcheggi. In via Ciocche il Comune ha un terreno sul quale è già prevista la realizzazione di una struttura del genere. Purtroppo, nonostante il sindaco ci avesse detto che avrebbe riflettuto su questa alternativa, abbiamo visto nei giorni successivi che il Comune ha partecipato al bando di finanziamento del Pnrr con il progetto di via Catene. Perciò ci sentiamo delusi e presi in giro – conclude Florindi – questa zona non è in grado di sopportare un maggiore afflusso di traffico e neppure con le soluzioni che ci sono state ipotizzate. Allo stesso modo crediamo che in quella strada esista già un edificio del genere, la palestra scolastica, ed è quella che va ristrutturata, ampliata, e messa a norma antisismica. Averne due in un fazzoletto di terra con una strada di servizio così stretta non ha senso».
A rispondere è stato Alessandrini. «Spesso, quando un’amministrazione avanza un progetto del genere si trova di fronte a una larga platea di consensi silenziosi e a una platea più ridotta di gente che non è d’accordo. È sempre stato così e così sarà: fa parte del gioco. Tuttavia i cittadini contrari devono opporsi a questa opera con buone argomentazioni. La paesaggistica non è una buona argomentazione. Mentre per quello che riguarda la mobilità ne terremo conto. Siamo persone ragionevoli. Al proposito ci stiamo muovendo per dare una risposta agli sbandieratori, ad esempio, e ad altre esigenze sociali e sportive, e perciò esploreremo ogni possibilità. Non è detto che quella di via Catene – dice il sindaco – sia la soluzione definitiva. Vincerà l’esigenza di una struttura nell’interesse pubblico dal punto di vista operativo, finanziario e amministrativo».