Viareggio, muore commerciante di 39 anni e grande sportivo: «La tua educazione e il tuo sorriso siano di esempio»
Gestiva la rivendita di tabacchi Salmaso, aveva militato in più squadre
VIAREGGIO. Una giornata triste per Viareggio: è mancato giovedì sera, nella sua abitazione in via Verdi, in silenzio e con dignità, in seguito ad una malattia, Massimo Pasquali, aveva 39 anni. Era molto conosciuto: per diversi anni aveva gestito con la famiglia una gioielleria in Corso Italia a Pisa. Successivamente aveva assunto la gestione della nota rivendita di tabacchi Salmaso; con la moglie Katia e i figli gemelli di otto anni abitava proprio sopra l'attività commerciale: da qui oggi pomeriggio (sabato 20) la salma partirà per la chiesa di Sant'Andrea, dove a cura delle onoranze funebri della Croce Verde alle 15 è fissato il funerale.
La notizia di questa tragedia ha fatto in fretta il giro della città. Massimo Pasquali aveva davvero moltissimi amici. Nanni Paglianti è uno di questi. «Nonostante abbia dovuto convivere per anni con i problemi di salute, li ha affrontati con grande serenità e forza d'animo dando lui a tutti noi il coraggio», dice Paglianti.
La malattia comparve nel 2013: Pasquali fu sottoposto a un intervento chirurgico. Si riprese e dopo la convalescenza ha convissuto con la malattia, facendo i controlli necessari per monitorarla. Fino all'ottobre scorso la sua vita è trascorsa con serenità.
Ma poi la malattia è riaffiorata e per Pasquali è iniziato un altro calvario, fatto di visite in tanti ospedali, da Milano a Torino a Padova.
«Era uno sportivo, tifoso del Milan. Da ragazzino ha giocato a calcio nella Ninfea, nel Lido di Camaiore, poi negli amatori con il Discobolo – racconta ancora Paglianti –. Ha praticato il tennis, e ultimamente il padel, giocavamo con Dario, Beppe e altri amici la domenica mattina e fino a circa una ventina di giorni fa è stato con noi. Poi purtroppo è avvenuto il tracollo, fino all'epilogo triste di giovedì sera».
In tanti l'hanno voluto ricordare, come Iacopo Giannini, fotografo e titolare dello stabilimento Alhambra in Darsena, che Massimo frequentava. «Abbiamo trascorso davvero momenti spensierati, quando eravamo più giovani, è un momento triste per me e per chi l'ha conosciuto». Simone Pierotti era un altro degli amici che frequentava lo stesso bagno. «Una quindicina di anni fa, sotto la tenda ognuno di noi aveva un soprannome, fra questi, "Testa a punta", "Cassano""Lil Maori". Voglio ricordare un aspetto personale che porterò sempre dentro di me. Quando mia madre, che purtroppo non c'è più, subì un intervento chirurgico, anche se erano anni che non ci vedevamo più, Massimo mi telefonò per avere notizie e questo dimostra quale fosse il suo spessore umano». Muzio Gianni è stato con lui nella squadra del Discobolo nel campionato Uisp e in spiaggia con il beach soccer. «Era sempre sorridente, mai un'alzata di voce o una parola fuori posto, una bellissima persona, oltre che un ottimo calciatore».
Cristiano Ciardelli è stato suo allenatore nelle giovanili del Lido di Camaiore: «Ciao Massimo, sei stato uno dei miei cuccioli, notizia improvvisa e devastante. La tua educazione ed il tuo sorriso siano di esempio alla tua famiglia e ai tuoi cari che oggi ti piangono».
Lo ricordano con gli occhi lucidi tanti altri amici, che abbracciano la moglie Katia, i bambini, i genitori Tony e Annamaria. I familiari chiedono non fiori, ma opere di bene: una donazione alla Fondazione Tommaso Bacciotti di Fiesole.
