Carnevale di Viareggio, il terzo trionfo di Allegrucci: «Stavolta non me l’aspettavo»
Il campione dei carri di prima categoria: «Temevo che i giurati non viareggini non capissero il significato del carro»
VIAREGGIO. Non tutti i mali vengono per nuocere, diciamo così. La pioggia del weekend appena trascorso ha costretto la Fondazione Carnevale a rinviare addirittura a metà aprile le premiazioni, previste per la giornata di ieri. Poco male, per Jacopo Allegrucci: il campione dei carri di prima categoria, confermatosi dopo il successo di un anno fa, ha avuto a disposizione un’intera giornata per riprendersi da un Carnevale vissuto a mille all’ora. Per recuperare le energie, sì, ma forse non ancora per realizzare quanto accaduto: «Sinceramente non me l’aspettavo» continua a ripetere, anche all’indomani della vittoria del suo “Una storia fantastica”. «Per carità, ero convinto di aver fatto un bel carro: dal pubblico e dalle persone che incontravo per strada mi sono giunti tanti complimenti. Però fin dall’inizio ho avuto un dubbio legato ai giurati, visto che vengono tutti da fuori Viareggio: lo capiranno, il significato del carro?».
Più che legittimo, tant’è che ne avevamo parlato con Allegrucci anche nel presentare la sua costruzione. Con la tranquillità di chi sapeva di non poter retrocedere neppure arrivando ultimo, lui ci ha risposto che i 150 anni del Carnevale sono una ricorrenza unica, di quelle che capitano una volta sola nella vita. E dunque: ora o mai più. Una scelta comunque azzeccata. Anche perché «ho parlato con tante persone non viareggine e mi dicevano di stare tranquillo: forse i giurati non avrebbero riconosciuto la cicala del Baroni o la ballerina del Lebigre, per fare un esempio, ma avrebbero comunque apprezzato il lavoro».
Ma la vittoria di quest’anno, arrivata alla fine «di un bel Carnevale, con un’elevata qualità delle costruzioni e corsi mascherati eccezionali», non è l’unico elemento di questa storia fantastica che Allegrucci fatica a mettere a fuoco: «Ci pensavo giusto stamani (ieri, ndr), sono già a tre primi premi in sei anni. Sono tanti».
Quest’anno Allegrucci ha avuto un tifoso in più: «Sì, un bambino di La Spezia che si chiama Leonardo: viene al Carnevale tutti gli anni, lo conoscevo già. Al terzo corso si è presentato vestito esattamente come il mascherone del cantastorie: il costume era identico, perfino le toppe, faceva impressione. Si è avvicinato tutto timoroso, chiedendomi se poteva stare davanti al carro. “Certo”, gli ho detto “vai pure davanti alla coreografia”, chi meglio di lui? È stato con noi quando hanno letto i verdetti ed è andato via felice con il cappellino di Salù che gli abbiamo regalato: quando farò la festa con le maschere inviterò sicuramente anche lui».
Infine un pensiero per altri due costruttori: «Sono felice per Michelangelo Francesconi, che ha vinto tra le maschere isolate: purtroppo perdo un valido collaboratore ma è giusto che prenda la sua strada. Il Carnevale ha trovato un altro artista validissimo, non avrà problemi a farsi valere fra le mascherate di gruppo. Mi dispiace, invece, per Libero Maggini: ci vediamo spesso, abita vicino casa mia e prima di andare al mio hangar passo sempre da lui. Ha delle grandi capacità, sono davvero dispiaciuto per la sua retrocessione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA