Il film sulla strage approda a Cannes
Oggi la premiazione del cortometraggio “Ovunque proteggi”. Sul palco il regista Massimo Bondielli insieme a Marco Piagentini
VIAREGGIO. La vittoria a New York, il riconoscimento a Cannes: così la strage di Viareggio diventa internazionale nella comunicazione oltre che nei fatti. Visto che la Gatx, multinazionale proprietaria dei carri merce deragliata è made in Usa, e l’Europa gioca un ruolo centrale nelle inadempienze che hanno portato al disastro ferroviario da trentadue morti. Il cortometraggio “Ovunque proteggi”, firmato dai registi Massimo Bondielli e Luigi Martella, ha trionfato a New York, vincendo il Global Short Film Awards. Ed oggi il documentario prodotto dalla Caravanserraglio Film Factory riceverà la sua consacrazione a Cannes, nella giornata finale del Festival internazionale.
A Cannes saranno Daniela Rombi con il marito Claudio Menichetti (genitori di Emanuela Menichetti, morta a 21 anni dopo 40 giorni di agonia per le ustioni riportate) e Marco Piagentini con il figlio Leonardo, ed altri familiari delle vittime della strage. Sul palco, al momento della premiazione, salirà solo Piagentini insieme a Bondielli. E lì risuoneranno le parole che in tutto il mondo ricorderanno quella notte di sette anni fa, quando tutto è cambiato, ad un passo dall’estate di bimbi e mare che si è tinta in un attimo di fuoco, fumo e sangue.
«Sono questi i momenti in cui rivivi, rivedi quel giorno con gli occhi degli altri», racconta Marco Piagentini in partenza per Cannes. Marco che per tutta la vita lotterà con le conseguenze delle ustioni su tutto il corpo, ma che oggi avrà vicino a se’ il figlio Leonardo, che quella notte ha perso d’un colpo la mamma Stefania Maccioni ed i fratellini Luca e Lorenzo. Il retro della copertina del cortometraggio (disegnata da Chiara Rapaccini) c’è il disegno che Leonardo, ricoverato in ospedale dopo essere stato salvato con un intervento delicatissimo dai vigili del fuoco, consegnò all’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Oggi condivido con Leonardo questo momento», racconta suo padre, «ed è un valore aggiunto. Mio figlio oggi è vicino a me ed è l’aspetto più bello».
Perché ancora una volta i familiari delle vittime affrontano un mondo che non è il loro, un mondo che racconta storie, ma quella di “Ovunque proteggi” non è fantasia. «A Cannes - come pure in questi anni ovunque siamo andati - io, Daniela e tutti gli altri - continua Piagentini - portiamo un valore assoluto: quanto accaduto la notte del 29 giugno 2009. A quello che è successo in quelle ore, a quello che è successo alle nostre vite da lì in poi, non ci può essere smentita».
Parole pronunciate con tutta la dignità che i familiari delle vittime della strage di Viareggio hanno sempre dimostrato e dimostrano ad ogni udienza di un processo che dura ormai dal 13 novembre 2013. E che chiama in causa le responsabilità dell’intera catena di controllo e gestione del trasporto ferroviario di merci pericolose in tutta Europa. «Dopo il consiglio comunale del 9 giungo - annuncia Piagentini, che è presidente dell’associazione “Il mondo che vorrei”, nata per riunire i familiari delle vittime della strage - saremo in Regione. Ma si rende necessario anche un nuovo passaggio in Europa, perché quello che è accaduto a Viareggio sette anni fa riguarda ancora, e ancora di più, l’Europa intera». Che in dieci anni non è riuscita a prendere una decisione in materia di adozione obbligatoria dei dispostivi anti svio.
«Una tragedia avvenuta senza nessuna giustificazione di nessun genere», sono le parole del regista Mario Monicelli, il cui intervento a Viareggio, subito dopo la strage, chiude il cortometraggio. Una partecipazione concreta, vera, sentita, forte quella di Monicelli in quei giorni. Tanto che tra le decine di migliaia di firme raccolte in quell’estate per chiedere le dimissioni di Mauro Moretti, all’epoca dei fatti ad di Ferrovie, oggi tra gli imputati per il disastro.
Donatella Francesconi