Il Tirreno

Toscana

Politica e violenza

Matteo Salvini sulle contestazioni a Livorno: «Sono teppisti protetti, ma tornerò presto»

di Federico Lazzotti
Matteo Salvini sulle contestazioni a Livorno: «Sono teppisti protetti, ma tornerò presto»

La premier: «Clima sempre peggiore». Il vicepremier Tajani: «Siamo in democrazia e non ci facciamo intimorire dai violenti»

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LIVORNO. Matteo Salvini dentro lo scontro, in mezzo alle provocazioni, è a suo agio. Ci sguazza. E si vede. Fuori dai bagni Pancaldi, sul tratto di lungomare più bello di Livorno, tra piazza Modigliani e la Terrazza dedicata a Pietro Mascagni, prima chiama i giornalisti fuori, in strada, poi tra una battuta e l’altra, manda baci ai contestatori sistemati al di là delle transenne, saluta e fa ciao ciao con la manina. Sorride. Ma quando la nebbia dei petardi si è diradata e il rumore delle cariche è svanito, dice: «Teppisti e fumogeni contro la polizia. Almeno due arrestati, ancora troppi pochi. Questo è un motivo in più per cambiare in Toscana, perché c’è certa sinistra che li protegge, li coccola, li alleva, li usa. Io torno e tornerò a Livorno (si dice venerdì ndr). Vorrei tornare con questo microfono non chiusi qui, asserragliati con gli ingressi presidiati, ma in piazza, in centro dove se uno non è d’accordo con me cambia marciapiede e scuote la testa. Funziona così. Io penso che se voi passaste da un comizio di Giani, Schlein, Conte e Fratoianni non è che vi mettete a inveire e a lanciare oggetti».

Il vicepremier segna – a modo suo – il confine tra libertà di pensiero, critica e violenza. «Un conto è essere tosti, un conto è essere violenti. Perché votare Lega in Toscana? Perché è controcorrente», aggiunge. Poi si lancia anche in una profezia giornalistica: «Scommetto sul titolo di domani: “Salvini provoca”. Ma come? Hanno lanciato i fumogeni contro la polizia, hanno impedito a una ragazza cieca di venire qua, hanno derubato e malmenato un signore e siamo noi a provocare? Io spero di provocare la reazione dei livornesi perbene». Infine, forse guardando il cielo e cercando il rosario in una tasca aggiunge: «Sono contento che il buon Dio ci abbia fatto diversi. Sono contento di essere stato educato in maniera diversa rispetto ai due arrestati (sono fermati secondo la questura ndr). Facciamo una scommessa: ci sarà nei prossimi giorni un corteo di solidarietà ai due pacifisti arrestati dalla polizia fascista che difendeva un convegno di fascisti. Beppe (Valditara, ndr), insegnagli che cos’era davvero il fascismo così poi ne riparliamo», ha concluso.

L’eco degli scontri a Livorno è arrivata anche alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nel corso della puntata di “Porta a Porta” ha spiegato: «I fatti di Livorno? Temo che il clima possa peggiorare se non richiamiamo tutti al senso di responsabilità. Lo dico sinceramente e seriamente perché tutto si può fare e io sono una persona che sa stare nella dimensione del conflitto della politica, però qui stiamo cominciando a sperimentare qualcosa di un po’ diverso e penso che si stia sottovalutando anche da parte di chi ha pensato di fomentare la piazza. Attenzione che poi le cose sfuggono di mano».

Ieri, 7 ottobre, a Livorno doveva esserci anche il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani che alla fine si è invece collegato all’evento organizzato dai forzisti a pochi passi da quello dove era presente Salvini e il gotha leghista. «A Livorno – ha detto il vicepremier – un convegno di Forza Italia è stato ostacolato con violenza da un’azione vergognosa. Offro la mia solidarietà a tutti, agli ospiti sindacalisti della Cisl e della Confsal, al direttore generale dell’Inail e a tutti i militanti di Forza Italia. Sono stati minacciati, strattonati, hanno sputato loro addosso, ci sono state bombe carta per impedire loro di entrare in un albergo, di partecipare a una semplice riunione politica. Siamo a livelli incredibili: è un attacco alla libertà di riunione, alle più semplici libertà politiche. Davvero voglio esprimere la mia solidarietà a tutte le persone che sono entrate nella sala nonostante le minacce e le bombe carta e quindi veramente siamo a livelli incredibili», ha proseguito prima di guardare al futuro. «A Firenze annunciano altre manifestazioni per impedire di parlare a me, a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, in occasione della chiusura della campagna elettorale in Toscana. Più fanno così più fanno crescere i nostri consensi perché la gente comune non accetta che si impedisca a qualcuno di parlare», continua Tajani, concludendo: «Siamo in democrazia. Non ci facciamo intimorire dai violenti. Parleremo, continueremo a difendere la libertà di espressione a Livorno e in tutta Italia».

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