Turisti in cantina? Così la Toscana è diventata la “capitale” dei wine lovers. Numeri e perché della tendenza
Ecco il report 2025 presentato dal Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici (Ceseo) dell’Università Lumsa per il Movimento Turismo del Vino Toscana
Se l’Italia è la capitale dell’enoturismo, la Toscana è la regina del tricolore. Il Granducato si conferma infatti regione leader in Italia per il turismo del vino, una importante fascia del turismo slow esperienziale, con un modello che unisce dimensione familiare, identità territoriale, qualità e capacità di innovazione, che fungono da attrazione per i wine lovers italiani e stranieri. Format stagionali come Cantine aperte, merende in vigna, Brindisi sotto le stelle... fanno della Toscana una culla dell’enoturismo.
Di cosa parliamo
Un business internazionale che dovrebbe raggiungere un turnover di 332,5 milioni di dollari nel prossimo decennio, come rivela un rapporto di Future Market Insights: 95,8 milioni di dollari a fine 2024, con un’ulteriore crescita prevista del 13,2% CAGR (tasso di crescita annuale composto) nei dieci anni successivi.
E proprio in Toscana è nato il Movimento Turismo del vino, tenuto a battesimo 32 anni fa da una produttrice pionieristica come Donatella Cinelli Colombini, alla guida di Casato Prime Donne di Montalcino e Fattoria del Colle di Trequanda, terra dei grandi rossi. Era l’aprile 1993 quando, a Vinitaly, la Fiera internazionale di Verona, nacque quello che sarebbe diventato l’enoturismo in Italia, grazie a un’intuizione di Donatella Cinelli Colombini e un altro gruppo di vignaioli lungimiranti.
Da allora il mondo del vino ha vissuto una rivoluzione copernicana. Intorno al concetto di visita in cantina oggi è legato un mercato miliardario, tra ospitalità, tasting, fine dining, vendita diretta di vino e iniziative collaterali: dai picnic in vigna alle gite in bicicletta, dallo yoga alle escursioni a cavallo, al trekking, dai concerti alle mostre d’arte, dai corsi di cucina e sommelier... dalla pet hospitality alla vendemmia turistica. Una serie infinita di offerte culturali, ambientali, sportive ed enogastronomiche.
Il report
Lo evidenzia il report 2025 presentato a Firenze dal Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici (Ceseo) dell’Università Lumsa per il Movimento Turismo del Vino Toscana. L’iniziativa ha visto la partecipazione dell’Associazione stampa enogastroagroalimentare Toscana e la conduzione del presidente Leonardo Tozzi. Secondo i dati presentati da Antonello Maruotti, professore di statistica e responsabile dell’analisi realizzata dal Ceseo, la Toscana si distingue per uno stile di accoglienza fortemente identitario: il 63% delle cantine adotta un modello familiare, il 95% valorizza il paesaggio e il 74% la dimensione storico-culturale. Innovazione e varietà completano l’offerta, con il 68% delle realtà che integra strumenti e pratiche nuove. Le esperienze proposte sono almeno cinque nel 63% dei casi, con un livello premium presente nel 66% e prezzi medi fra 30 euro per le proposte standard e 60-90 euro per quelle più articolate. Il report evidenzia anche margini di miglioramento, soprattutto potenziando la programmazione di eventi nel fine settimana e in particolare la domenica. La programmazione di feste e concerti è frequente, mentre eventi culturali e corsi sul vino risultano meno diffusi. L’apertura nel fine settimana è buona il sabato (71%) ma limitata la domenica (47%) . Sul fronte delle competenze emergono esigenze in comunicazione, marketing digitale e lingue straniere. La vendita diretta in Cantina e l’export restano canali centrali, con una crescita dell’e-commerce.
La riflessione
«Numeri che non ci sorprendono ma che ci aiutano a capire in quale direzione andare. Stiamo diversificando anche il target con eventi come Aperitivo al Museo dell’11 ottobre in sette musei della Toscana, e con percorsi di formazione e aggiornamento per le aziende», commenta Anastasia Mancini, presidente di Movimento Turismo del Vino Toscana. «La ricerca rappresenta una fotografia approfondita dell’attività delle cantine e mette in evidenza le differenze tra i territori. Più ospitali e festaioli a Sud, più orientati al paesaggio e alla cultura in Toscana, più pragmatici al Nord-Ovest, più familiari al Nord-Est. Dati che servono a cogliere le opportunità future e affrontare le criticità», sottolinea Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente di MTV Italia. «Ceseo – aggiunge Donatella Cinelli Colombini, direttrice del centro – è nato da pochi mesi ma ha già prodotto risultati nuovi. Con questa prima indagine abbiamo evidenziato le differenze regionali dell’enoturismo italiano, offrendo strumenti utili a chi opera nel settore».