Il Tirreno

Toscana

Storia e giustizia

Stragi naziste in Toscana, i figli di una vittima risarciti con 1,5 milioni di euro

di Pietro Barghigiani

	Il cippo che ricorda la strage nazista
Il cippo che ricorda la strage nazista

Il padre venne ucciso a colpi di mitragliatrice in una rappresaglia in provincia di Arezzo: ecco la sua storia

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Arezzo Un padre fucilato dai nazisti per rappresaglia dopo la morte di due soldati tedeschi. Furono cinque le vittime quel tragico 7 luglio 1944 a Bucine in un arco temporale che fino all’11 luglio registrò in tutto 21 civili uccisi. I quattro figli di Attilio Fantini, all’epoca agricoltore 47enne, hanno fatto causa allo Stato tedesco e a quello italiano per ottenere un risarcimento. Il Tribunale di Firenze ha accolto la loro richiesta fissando in circa 1,5 milioni di euro l’importo da liquidare che, a sentenza definitiva, verrà recuperato dal fondo ristori istituito al ministero dell’Economia e delle finanze. Una somma riconosciuta in parti uguali ai quattro orfani del luglio 1944. Una tragedia privata che al tempo delle rappresaglie naziste diventa il racconto di storie ricordate per decenni solo con cerimonie e lapidi e che ora entrano nei Tribunali. Si legge nella sentenza «che gli atti compiuti dai militari tedeschi, e dai ricorrenti dedotti, integrino la fattispecie dei crimini di guerra e contro l’umanità non vi è dubbio, dal momento che non vi è prova che fosse (la vittima, ndr) un partigiano». E ancora: «Ben potendosi vedere come le uccisioni avvenute il 7 Luglio 1944 siano crimini di guerra, altrettanto agevole è ricondurle all’illecito doloso le cui conseguenze devono essere risarcite e la cui responsabilità è imputabile alla Germania».

Fantini era sposato e aveva quattro figli di 10 anni, , di 9, 6 anni e uno di appena sei mesi. La famiglia si trovava nascosta nella galleria ferroviaria di Poggiano, per ripararsi dai bombardamenti alleati. In quella occasione, dei soldati tedeschi fecero sgomberare il rifugio e presero in ostaggio sette uomini, tra i quali il 47enne. I militari divisero gli uomini dalle famiglie, li fecero marciare fino al luogo in cui la stessa mattina erano stati trovati morti due soldati nazisti, li accusarono di essere partigiani e di aver ucciso i commilitoni. Infine, li uccisero a colpi di mitragliatrici. Pochi giorni dopo, l’11 settembre 1944, all’esumazione degli uomini da una fossa comune in un campo a Vignali, venne identificato il corpo di Fantini. Una famiglia distrutta, privata di un padre e un marito e che ora per il Tribunale ha diritto a un risarcimento da 1,5 milioni di euro. In località Perelli un cippo ricorda nel luogo dell’eccidio l’uccisione dei cinque civili.

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