Il Tirreno

Toscana

La protesta

Nelle piazze toscane (e di tutta Italia) si bruciano le bollette

di Francesca Ferri
Nelle piazze toscane (e di tutta Italia) si bruciano le bollette

Usb manifesta a Firenze, Pisa e Livorno: «Esposto in procura a Roma»

03 ottobre 2022
3 MINUTI DI LETTURA






Firenze Lavoratori del settore pubblico e privato, studenti, giovani, precari. Che siano 700 euro al mese o 1.400 non c’è differenza. A fine mese le bollette, con rincari sempre più pesanti, non si riescono a pagare.

Per questo ieri anche in Toscana sono spuntati i “falò delle bollette”: cittadini e cittadine hanno bruciato sulla pubblica via le bollette delle utenze domestiche, arrivate in questi mesi a cifre stratosferiche, esose per le famiglie.

L’occasione è stata la giornata internazionale di lotta della Federazione Sindacale Mondiale, nella quale l’Unione sindacale di base ha manifestato davanti alle aziende del settore energia in 14 città italiane, tre delle quali toscane: Firenze, Pisa e Livorno.

A Firenze i manifestanti si sono dati appuntamento al centro commerciale di Novoli con uno striscione con su scritto: «Non pagheremo la vostra guerra».

Nel caso pisano lo scenario è stato quello davanti alla sede dell’Eni di viale Bonaini. Una pentola e un accendino per dare fuoco alle bollette. Gesto simbolico e quasi liberatorio, da parte di una quarantina di manifestanti, per denunciare una situazione sempre più insostenibile.

«Il malessere – avverte Cinza Della Porta dell’Usb Pisa – è sempre più diffuso e si sta allargando a fasce sempre più ampie della popolazione. Lo vediamo tutti i giorni nelle nostre strutture sindacali: le persone spesso sono già costrette a fare le prime rinunce e sono già arrivate al punto in cui non sanno più come pagare le bollette. Se guardiamo al futuro poi la prospettiva è drammatica: nei prossimi mesi arriveranno bollette con aumenti del 60%. La gente è preoccupata, anche chi ha uno stipendio medio non riesce ad affrontare l’incremento generalizzato dei costi. Non possono essere i lavoratori e i cittadini a pagare questa situazione».

Alessandra Benvenuti dell’Usb Piaggio, una delle anime della protesta, porta il proprio esempio personale: «Io mangio sempre le stesse cose – dice – e tra queste il latte di riso, che compro sempre nel solito supermercato. Prima dell’estate costava 0,98 euro, adesso lo pago 1,30 euro».

L’Usb ha una propria teoria sui megarincari: non sarebbero dovuti tanto a costi vivi, quanto alla speculazione da parte delle grandi compagnie energetiche che, secondo l’Unione sindacale di base, approfitterebbero della “scusa” degli approvvigionamenti difficili dopo lo scoppio della guerra in Ucraina per caricare sul prodotto energia costi non necessari.

«Abbiamo presentato una denuncia alle procure dei capoluoghi di regione (anche a Firenze) per fermare i prezzi di luce e gas – dice ancora Cinzia Della Porta –. Chiediamo trasparenza sui documenti che attestano sia i ricavi dell’ultimo anno degli operatori italiani che commerciano il gas, sia quelli relativi agli utili del Ministero delle Finanze e della Cassa di Depositi e prestiti».

«Noi crediamo che ci sia un illecito – dice Giovanni Ceraolo dell’Usb Livorno – Questo aumento vertiginoso dei costi supponiamo non sia effettivamente frutto di aumento reale del costo dell’energia ma di altro. Sappiamo che le compagnie hanno contratti già firmati da tempo e dunque il prezzo della materia prima per loro non è aumentato così tanto da giustificare gli aumenti in bolletta.

A Livorno l’Usb ha manifestato con circa cinquanta persone davanti all’Eni Store nella zona del mercato. «Con il nostro centro studi, l’Abaco, stiamo studiando la questione e siamo pronti a preparare a breve una campagna di autoriduzione delle bollette». l

Ha collaborato

Sara Venchiarutti




 

Primo piano
Venti di guerra

Da Camp Darby all’Est Europa inviati oltre 400 mezzi militari: andranno a potenziare l’esercito Usa