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Pensioni 2026: i requisiti e tutte le possibilità di uscita anticipata dal lavoro

di Redazione web

	Una sede Inps
Una sede Inps

Dalla pensione di vecchiaia all’isopensione: tutte le misure previste nel nuovo anno

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Anche nel 2026 la pensione di vecchiaia sarà raggiungibile a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi, mentre la pensione anticipata continuerà a prescindere dall’età anagrafica, richiedendo 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini e un anno in meno per le donne, a cui si aggiungono tre mesi di attesa legati alla finestra mobile. L’adeguamento dei requisiti è atteso solo a partire dal 2027. Restano comunque diverse possibilità di uscita anticipata dal lavoro.

Pensione di vecchiaia

L’uscita ordinaria è fissata a 67 anni con almeno 20 anni di contributi. Per chi rientra interamente nel sistema contributivo (con versamenti iniziati dal 1996), è necessario aver maturato un assegno almeno pari all’importo dell’assegno sociale, che nel 2026 sarà di circa 546 euro mensili. In mancanza di questo requisito, la pensione sarà accessibile solo al compimento dei 71 anni, con almeno cinque anni di contributi.

Pensione anticipata

Indipendente dall’età anagrafica, prevede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Dopo il raggiungimento dei requisiti contributivi è previsto un periodo di attesa di tre mesi prima dell’erogazione dell’assegno.

Pensione a 64 anni per contributivi puri

Chi ha versamenti esclusivamente nel sistema contributivo può accedere alla pensione a 64 anni con almeno 25 anni di contributi, a condizione di aver maturato un assegno pari ad almeno tre volte l’assegno sociale, circa 1.638 euro mensili nel 2026. La misura riguarda i nati fino al 1962 ma esclude di fatto molti lavoratori con redditi medio-bassi.

Ape sociale

La misura è stata prorogata e consente l’uscita anticipata a 63 anni e 5 mesi per chi si trova in condizioni di disagio. Servono almeno 30 anni di contributi per disoccupati, caregiver e invalidi civili con almeno il 74%, oppure 36 anni per chi svolge lavori gravosi. L’assegno non può superare i 1.500 euro mensili e non prevede tredicesima. Possono accedervi i nati entro luglio 1963.

Precoci con Quota 41

Possono andare in pensione coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni, con almeno 12 mesi di contributi effettivi, e hanno raggiunto 41 anni di versamenti complessivi. È inoltre necessario rientrare in categorie tutelate, come disoccupati, caregiver, invalidi o addetti a lavori usuranti.

Lavori gravosi

Fino al 2026 è possibile l’accesso alla pensione a 66 anni e 7 mesi con almeno 30 anni di contributi per chi ha svolto attività particolarmente faticose, come operai dell’industria, infermieri e insegnanti della scuola dell’infanzia.

Lavori usuranti

Per queste categorie l’uscita è consentita con il sistema delle quote. I lavoratori dipendenti possono accedere con quota 97,6 (61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi), mentre per gli autonomi è richiesta quota 98,6, con un anno in più di età. La misura riguarda chi ha iniziato l’attività lavorativa in modo continuativo dal 1991.

Pensione di invalidità

È prevista per i lavoratori dipendenti con una riduzione della capacità lavorativa pari almeno all’80%. L’accesso è possibile a partire dai 61 anni per gli uomini e dai 56 per le donne.

Isopensione

Con un accordo tra azienda e dipendente è possibile anticipare l’uscita fino a sette anni rispetto alla pensione di vecchiaia o anticipata. In questo caso, tutti i costi dell’operazione, inclusi i contributi previdenziali, restano a carico del datore di lavoro.

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