Allarme al Nazareno, solo 4 collegi sicuri: Letta chiede a Nardella un’agenda Toscana
Il sindaco al lavoro sui temi per la campagna. Letta e Bonafé forse capilista nei listini
Se chiedi in Palazzo Vecchio di Dario Nardella, lo staff scatta come un risponditore automatico: ferie. Il sindaco si è preso una settimana di stacco. In realtà, saranno vacanze molto occupate quelle del primo cittadino di Firenze e ormai braccio ambidestro di Enrico Letta. Il leader del Pd ieri mattina ha riunito i sindaci dem italiani sulla piattaforma Zoom e ha chiesto loro non solo di scendere in campo per la campagna elettorale dagli «occhi di tigre» ma di costruire un’agenda per il territorio. E per la Toscana l’incarico è finito nelle mani di Nardella e Matteo Biffoni. Quasi il prezzo che ai due big il capo del Nazareno ha chiesto di pagare in cambio del loro no alla candidatura per le politiche.
«Capisco i motivi che vi hanno spinto a rinunciare, mi avrebbe fatto piacere, ma vi chiedo di pensare ai temi con cui condurre la campagna sui territori, voi meglio di chiunque altro sapete qual è il polso dei cittadini», ha detto nel collegamento con 40 primi cittadini il leader dem. Così Nardella e Biffoni, finita la riunione, si sono subito sentiti per fare un primo punto: disagio sociale, infrastrutture e scuola sono i primi tasselli dell’agenda Toscana. E non è uno scherzo. Nel vertice convocato in remoto, nei riquadrini, compaiono anche Matteo Ricci, Gaetano Manfredi, Giorgio Gori, e c’è anche Brenda Barnini. La Toscana è uno dei focus decisivi, perché l’ultima proiezione dell’istituto Cattaneo, specializzato in analisi sui flussi di voto, assegna al centrosinistra appena quattro collegi sicuri: Firenze città, il provinciale di Firenze e Livorno alla Camera, e il senatoriale di Firenze. Il resto degli uninominali è contendibile se non già nelle mani del centrodestra. Un guaio, perché il “granaio” dem non solo rischia di fruttare meno di ciò che il leader Pd speri, ma potrebbe non essere neppure utilizzabile per far atterrare in regione leader di altri partiti alleati in collegi sicuri (Calenda e Speranza). Per questo entro lunedì le federazioni provinciali sono chiamate a fornire rose di “candidabili”. Da Firenze indicheranno Federico Gianassi e il sindaco di Campi Emiliano Fossi, l’Empolese farà il nome di Luca Lotti e Dario Parrini, i pratesi quelli dell’assessora Benedetta Squittieri e Ilaria Bugetti (ma per la consigliera regionale è una candidatura quasi impossibile, servirebbe una deroga di Letta), l’aretino punterà sul capogruppo del Pd in Regione, Vincenzo Ceccarelli; dal Grossetano faranno quello di Leonardo Marras, i pistoiesi quello di Caterina Bini. Capolista del listino bloccato per Senato e Camera potrebbero essere proprio Letta e Simona Bonafè: per la segretaria regionale si sta riflettendo sull’opportunità di una corsa anche sul collegio fiorentino del Senato, ma molto è legato al risiko delle alleanze. Sta scoppiando fra i dem però una grana “donne”. Molte federazioni sarebbero orientate a fornire uno o due nomi e non una rosa, lasciando al Nazareno il compito di gestire le riconferme. Ecco, le mini-liste conterrebbero per ora poche donne, a fronte di una legge elettorale che invece impone l’alternanza. Per di più con il mandato di Letta a evitare furberie.
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