Il Tirreno

A tavola con noi
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Ristorante da “Baffo” a Montecarlo, da 45 anni lo stesso menu (che piace anche alle star)

di Claudio Mollo

	Gino Carmignani, in arte “Fuso”, alla guida del ristorante Da Baffo a Montecarlo (foto Claudio Mollo), a dx i tavoli davanti alle vigne (foto Facebook)
Gino Carmignani, in arte “Fuso”, alla guida del ristorante Da Baffo a Montecarlo (foto Claudio Mollo), a dx i tavoli davanti alle vigne (foto Facebook)

Il locale è frequentato da tanti vip e chef stellati come Fulvio Pierangelini e Bruno Barbieri. Insieme ai piatti il vino rosso delle vigne che si vedono mentre si mangia, spillato direttamente dalla cantina

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Non c’è lucchese, più o meno vecchio che almeno una volta nella vita, non sia stato a mangiare “Da Baffo” a Montecarlo, tutti conoscono questo posto, tutti hanno provato una o tante volte la cucina, semplice, schietta e diretta che questa trattoria di campagna in più di 45 anni di attività ha dispensato agli amanti del mangiare toscano, all’aperto, sotto frasche e cortili alberati, a qualche metro dalle rigogliose vigne di Montecarlo e a pochi chilometri dal centro del paese, Gino Carmignani, in arte “Fuso”, grazie al lavoro iniziato tanti anni fa dai genitori Lorenzo e Antonietta, rimane l’unico tenutario di questa azienda vinicola con annessa trattoria. 

Personaggio molto noto nel mondo dell’enologia, per aver dato vita a vere e proprie leggende enologiche, come il rosso “For Duke”, dedicato al famoso cantante Duke Ellington, o l’ancora più noto “Merlo della Topa Nera”, un Merlot in purezza, di cui lo stesso Veronelli, grande amico del Gino lucchese e innamorato dei suoi vini, narrava le qualità e le gesta. Ma la vita enologica di quel podere in via Tinaia, non si è mai fermata, rimarcando sempre più, col passare del tempo, l’appartenenza di Gino Carmignani al mondo del protagonismo enogastronomico.

«Tutto ebbe inizio dopo un edizione della Festa del Vino di Montecarlo - racconta Gino - dopo aver sentito parlare delle prime attività agrituristiche, chiedemmo anche noi, al sindaco di allora, la possibilità di far assaggiare sul posto i prodotti della nostra terra e così arrivò l’autorizzazione alla vendita diretta e con questa, i primi timidi affacci anche alla somministrazione di cibo.

Non c’erano sale interne da dedicare a questa nuova attività, ma tanto spazio nella bella campagna montecarlese, così, attrezzando una piccola parte della nostra azienda, con panche, tavolini conviviali e qualche luce, la trattoria Da Baffo, inizia a far parlare di sé. La stalla si trasforma in cucina e altri spazi, fino a quel momento inutilizzati, diventano preziosi per la nuova attività, come la piccola sala interna, di 30 posti utilizzata nei periodi più freschi e in autunno. Oggi utilizzata anche in inverno, su richiesta, per piccoli gruppi di persone».

Il menù è lo stesso del primo giorno di lavoro: si parte dall’antipasto, fatto da ghiotte composizioni di affettati misti, portati a tavola su grandi fogli di carta gialla, poi un piatto di crostini con il sugo di pomodoro e poi si passa al primi con un classico lucchese: la minestra di fagioli bianchi con il farro, servita fumante in un coccio di terracotta, dopodiché arriva un’altra ghiottoneria tutta toscana, il pollo fritto con le patate, sempre fritte o in alternativa il coniglio alla cacciatora con le olive. Ogni tanto, si trovano a sorpresa, anche salsicce e fagioli. Insieme ai piatti, tanto vino rosso, delle vigne che si vedono mentre si mangia, spillato direttamente dalla cantina e a chiudere degnamente il pasto, il Vin Santo con i cantuccini. Semplicità e sostanza che ti fanno alzare dal tavolo felicemente sazio.

Da Baffo si può mangiare dall’inizio della buona stagione sino ad ottobre, temperature permettendo, quando il grosso della clientela sfuma piano piano, e continua a gestire pochi numeri, nella piccola sala interna, al riparo dai primi freschi del cambio di stagione. Da qualche anno a questa parte, andare da Fuso a mangiare farro e pollo fritto è una parola d’ordine che gira molto anche tra nomi noti del vino, come enologi del calibro di Luca D’attoma, agronomi e figure carismatiche della cucina nazionale, come Fulvio Pierangelini o Bruno Barbieri, che ogni tanto puoi trovare a tavola. Poi personaggi della moda, titolari di locali pubblici, tanti enotecari, sommelier, industriali lucchesi e tanti altri soggetti che mai ti aspetteresti di trovare alla corte di Fuso, molti della zona di Pescia e soprattutto Montecatini. Luoghi questi altri, molto frequentati in gioventù, da Gino. Una sera d’estate, tra le vigne di Montecarlo, tra una minestra di farro e un pollo fritto, con Gino che racconta storie e aneddoti che parlano di cibo e di vino e ti affascinano; l’importante è ricordarsi di prenotare con largo anticipo.


 

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