A Roccamare con Calvino: una passeggiata nella splendida pineta di Castiglione della Pescaia
In questa deliziosa zona della Maremma lo scrittore aveva una casa immersa nel verde. E qui ora riposa nel cimitero del borgo
Un signore silenzioso, seduto al suo tavolino di ferro, all’ombra dei pini, nel suo ondulato giardino a Roccamare. È appena ritornato da uno sguardo sulla spiaggia: per osservare a lungo i punti interrogativi delle agavi sulla sabbia.
Luce dei primi giorni di settembre, l’aria fresca, elettrica, il profumo della pineta è un mondo a sé. Si guarda lentamente intorno. Quanti steli d’erba ha, il prato su cui è adesso? Che fare, per la mattina? Non particolare voglia di leggere, né tanto meno di scrivere. Può anche rimandare, c’è sempre tempo per recuperare pagine perse. Sia lettura, che scrittura. Si aggrappa stretto alla sedia del suo tavolo. Ha deciso. Andrà a piedi fino al paese. Una volta lì, forse comprerà un po’ di cose per casa, quasi sicuramente alcuni quotidiani.
Si ricorda di quando abitava ancora a Parigi: uscire anche solo per acquistare i quotidiani italiani era un’odissea. Odissea nei treni della metropolitana. Sorride ancora: i tempi, almeno, adesso, sembrano meglio di allora. Adesso, se vuole tuffarsi in Italia, gli basta scendere da casa, quando è a Roma, oppure uscire dal suo giardino, come in questo momento. Insomma, non si sente più uno straniero, un eremita. Finalmente, è tornato ad essere uno di noi. O uno di loro.
Appena uscito dal suo giardino, basta prendere a sinistra, proseguire per un po’, per trovarsi fuori dal piccolo, strano abitato. Le case, qui, sono funghi dalle forme curiose, nati sotto i pini. Alcuni vicini gli vengono incontro mentre attraversa il viottolo. Andati a piedi fino al paese, stringono buste tra le dita, acquisti, a volte il piego dei giornali. A volte sono addirittura in bicicletta.
Il signore li saluta in silenzio, con un semplice abbassare del capo. Riceve con soddisfazione il saluto dei colleghi camminatori. Ecco, ora è praticamente arrivato davanti al casottino dei guardiani del piccolo abitato. Se lo lascia indietro, alla propria destra. Fuori, finalmente. La strada, molto trafficata, conduce a Castiglione della Pescaia. Sul margine destro, quello su cui è adesso, uno stretto nastro pedonale lo porterà al paese. Ci vorrà una passeggiata di almeno un’oretta, per essere nel borgo. Pregusta già il piacere di camminare assieme a se stesso, in profonda solitudine, per tutto quel tempo. Le macchine, le ha già escluse dalle sue sfere di percezione.
Anche a Parigi uscire di casa lo eccitava sempre un po’. C’era ogni volta una gran massa di persone per le strade. Studenti, lavoratori, coppie in giro per fare spese. Indigenti, persone abbandonate. Anche solo osservare tutti loro era doloroso. Poi arrivava al negozio dove gli tenevano da parte ogni giorno i quotidiani italiani. All’epoca desiderava più che altro sedersi a un caffè, poter sfogliare tra sé e sé quelle pagine di giornale, bevendo, magari, qualcosa di caldo. Ma no, purtroppo non poteva. Perché, contrariamente a quel che si aspettava, e desiderava, i quotidiani appena comprati non gli portavano belle notizie. Tutt’altro. Il paese dov’era cresciuto – non dov’era nato, era nato in un posto molto diverso – era ormai cattivo, duro. Impazzito. E allora, perché ritornarvi?
Rivede tutti questi momenti passati, di altre passeggiate fuori casa in tempi diversi. Alza lo sguardo e la testa da terra. È arrivato ancora ad un altro abitato. Riva del Sole, il villaggio svedese, che conosce così poco. Gli si annuncia con un grande piazzale d’entrata. Volendo, potrebbe cercare i quotidiani italiani anche qui. Preferisce invece raggiungere il bel centro storico, fare il flaneur lungo il corso, immergersi in un po’ di vita, entrare in qualche negozio, prendere un caffè. I bar italiani sembrano molto diversi da quelli di Parigi, molto più interessanti, per vari aspetti. Ma ora vuole ritornare con lo sguardo della mente a… dov’era rimasto? Ah, sì, ai quotidiani di quegli anni bui… Moro, tutti gli altri. Chi se lo sarebbe mai aspettato, anni prima, che l’Italia potesse diventare così? La violenza normale, naturale, quotidiana.
Ecco, adesso è a quella punta di roccia che entra nel mare e che i paesani chiamano in modo così strano. Il signore silenzioso la osserva a lungo. È la porta per il paese. Fermo a braccia conserte, vede che sulla spiaggia passano molte donne, alcune in topless. C’è poco per arrivare al corso. Chissà, forse può addirittura salire al rosso castello. Lo guarda, il castello, dai piedi del paese. Ha avuto le sue visioni. Riprende il cammino di buona lena, il signor Italo Calvino.