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Parigi 2024

Decisioni arbitrali sotto la lente, i giudici guastano i sogni azzurri

di Francesca Bandinelli
Giovanni Malagò, presidente del Coni e Aziz Abbes Mouhiidine e (a destra) Mullojonov
Giovanni Malagò, presidente del Coni e Aziz Abbes Mouhiidine e (a destra) Mullojonov

Malagò: «Credo che le decisioni prese nel judo si commentino da sole»

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Il pomeriggio nero dell’Italia olimpica è cominciato poco dopo le 16, 30, con l’ingresso sul ring del peso massimo Aziz Abbes Mouhiidine. Era una delle speranze d’oro dell’Italia, ma alla fine ha perso ai punti per 4-1 l’incontro degli ottavi di finale contro l’uzbeko Lazizbek Mullojonov. Non è solo questione di sconfitta, lo sport è imprevedibile anche per questo: il fatto è che il primo a mimare il gesto del “no”, quasi sorpreso dalla decisione, è stato proprio l’avversario, decretato vincitore. Il bi-campione d’Europa si è arreso al verdetto dei giudici: l’algerino Sid Ali Mokretari, la tedesca Susann Kopke, Nelka Thampu dello Sri Lanka e l’olandese Cem Dunar. L’unico ad aver attributo la vittoria all’azzurro è stato quello di Taipei, Chia Chan. Di fatto, Mollojonov, nella seconda ripresa ha subìto e incassato, salvo poi vedersi spalancare le porte della qualificazione. Immediata e durissima è stata la reazione del numero uno della Federpugilato, Flavio D’Ambrosio: «Vergognatevi - ha detto -. Ancora una volta l’Italia è stata scippata. L’incontro dominato da Abbes e perso con un verdetto sciagurato dimostra che niente è cambiato. Ciò mi induce a fare serie riflessioni sulla mia ulteriore permanenza in questo mondo».

Negli stessi minuti, ad essere eliminata, nei quarti è stata la portabandiera azzurra, Arianna Errigo, battuta 15-14 dall’americana Lauren Sgruggs e con l’ultima stoccata finita al centro delle polemiche. «La stoccata era mia. Perdere per un errore arbitrale dispiace - ha detto faticando a nascondere le lacrime ai microfoni della Rai -. Forse ho sbagliato io a farla arrivare fino al 14-14».

Poco dopo, nella semifinale di judo, categoria -52 kg, è stata la volta di Odette Giuffrida, impegnata contro la kosovara Distria Krasniqi. Fatale è stato il terzo “shido”, un cartellino giallo sanzionato al golden score. L’arbitro della gara ha assegnato la stessa sanzione a entrambe le atlete, ovvero la “grip avoidance”, lo svincolo dalla presa. Per l’azzurra, con già due gialli, il provvedimento ha messo fine al sogno della corsa all’oro. Nella finalina per il bronzo, con lo stesso giudice designato, Giuffrida è uscita dal tatami mentre il pubblico contestava la decisione dell’arbitro. «Non credo di essermi meritata il quinto posto, ma non ho rimpianti e avrò il tempo per metabolizzare». Disappunto è stato espresso anche dal numero uno del Coni, Giovanni Malagò: «Dire che questo arbitraggio fa riflettere è dir poco. Ho visto le due gare col presidente Domenico Falcone e il segretario generale, entrambi della Federazione Judo Massimiliano Benucci, persone competenti ed equilibrate. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale persa da Giuffrida lo hanno rimandato alla finalina: credo che questo si commenti da solo».


 

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