Il Tirreno

Inchiesta Consip: indagato il padre di Matteo Renzi

Tiziano Renzi
Tiziano Renzi

L’ipotesi di reato è concorso in traffico di influenze illecite. Lui si difende: “La mia condotta assolutamente trasparente, verificheranno i magistrati”

2 MINUTI DI LETTURA





FIRENZE. Concorso in traffico di influenze. È questo il reato contestato a Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del consiglio Matteo, indagato dalla procura di Roma nell'inchiesta sugli appalti in Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. I carabinieri gli hanno notificato nel comune di residenza, a Scandicci, in Toscana, un invito a comparire convocandolo a piazzale Clodio per l'interrogatorio. Non è escluso che l'atto istruttorio possa avvenire gi all'inizio della prossima settimana.

l papà dell'ex inquilino di Palazzo Chigi ha confermato di aver ricevuto l'avviso di garanzia dai pm capitolini. "Ammetto la mia ignoranza ma prima di stamattina - ha commentato - neanche conoscevo l'esistenza del reato di traffico di influenze che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati - cui va tutto il mio rispetto - potranno verificare. I miei nipoti sono già passati da una vicenda simile tre anni fa e devono sapere che il loro nonno è una persona perbene: il mio unico pensiero in queste ore è per loro".
 
 Il procedimento all'attenzione dei pm capitolini è uno stralcio dell'inchiesta avviata a Napoli e inviata a Roma per competenza territoriale. Nell'inchiesta risultano indagati anche il ministro Luca Lotti, il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia. Nei loro confronti la Procura contesta i reati di rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento.
   
Il reato di traffico di influenze, contestato a Tiziano Renzi in concorso con altri,  è stato introdotto nel codice penale nel 2012. Mira a colpire anche il mediatore di un accordo corruttivo al fine di prevenire la corruzione stessa. Nell'indagine, che di fatto viene coordinata da due Procure, il focus principale degli inquirenti è rivolto alla gara d'appalto, bandita nel 2014, denominata Fm4 (facility management) del valore di 2,7 miliardi di euro e che era stato suddiviso in una serie di lotti. In questa vicenda risulta indagato l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, con il quale Tiziano Renzi avrebbe avuto dei contatti sui quali si concentra ora l'attenzione degli inquirenti.
I magistrati intendono anche approfondire i rapporti tra il padre dell'ex premier e l'imprenditore toscano Carlo Russo, coinvolto nell'inchiesta Consip e in contatto con Romeo. Agli atti dell'indagine anche decine di intercettazioni telefoniche acquisite nel filone napoletano dell'inchiesta tra Romeo e l'ex deputato Italo Bocchino, "consulente" dell'imprenditore: secondo i pm di Napoli l'esponente politico avrebbe dato, come si legge in un recente decreto di perquisizione, "indicazioni a Romeo su quando e come pagare e su come compiacere i rappresentanti della 'cosa pubblica' con denari e altre utilità". Circostanza seccamente smentita da Bocchino.
  
Primo piano
Trasporti

Incendi lungo la ferrovia Pisa-Empoli: treni bloccati e tecnici al lavoro tutta la notte – Quando si riparte

di Libero Red Dolce
Speciale animali