Il Tirreno

Prato

Dopo l'aggressione ai lavoratori

Montemurlo, sfratto per Alba srl: operai mantengono il presidio, Patrizia Pepe prende le distanze

di Mario Neri

	La protesta dei lavoratori
La protesta dei lavoratori

Lo stabilimento chiuso per morosità non ferma la protesta dei 18 operai sindacalizzati, che si trasferiscono davanti alle altre sedi mentre cresce la pressione sui committenti del Made in Italy

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MONTEMURLO. La serranda è abbassata, stavolta per davvero. Lo stabilimento di via delle Lame, cuore della stireria Alba srl, è stato svuotato da uno sfratto esecutivo per morosità. L’ufficiale giudiziario è arrivato mercoledì mattina, senza preavviso. Fine di una storia annunciata: da mesi, denunciano i lavoratori, i titolari avevano smesso di pagare l’affitto mentre aprivano due nuovi stabilimenti in via Lecce e via Pomeria, sempre a Montemurlo, dove ora si sono spostati i picchetti. «Le preoccupazioni erano più che fondate», dice il Sudd Cobas, che non parla di sorpresa ma di conferma.


È lo stesso capannone davanti al quale, dieci giorni fa, un operaio bengalese fu pestato dalla titolare e dal marito durante un sit-in. Quelle immagini – i pugni, la sigaretta in bocca, l’aria di sfida – hanno fatto il giro d’Italia, facendo aprire un’inchiesta della Procura di Prato che per la prima volta mette a fuoco l’intera filiera della moda: subappalti, intermediazioni, contratti a perdere. Un sistema che fa brillare il marchio “Made in Italy” e scarica la polvere della catena sugli ultimi.

Continua il presidio

Lo sfratto non dissolve la protesta, anzi la moltiplica. I diciotto operai sindacalizzati continuano il presidio, trasferendolo davanti alle altre sedi della ditta. «Il picchetto non si scioglie ma triplica – spiega Luca Toscano, leader Sudd Cobas –. Ogni giorno che passa è un nuovo pugno in faccia agli operai. Avevamo denunciato che Alba diventava una scatola vuota: da oggi non c’è nemmeno più la scatola».

Sul fronte istituzionale, il tavolo di confronto tra sindacato, proprietà e committenti, promesso dal presidente della Provincia e sindaco di Montemurlo Simone Calamai, si terrà oggi alle 9,30. E oltre a sindacato e azienda, sono invitati anche i committenti. «I brand tentennano», accusa Toscano. «Eppure l’obiettivo era chiaro: distinguere chi crede in una filiera sana da chi si rifugia nell’opacità. La latitanza dei committenti deve preoccupare un intero territorio».

Patrizia Pepe si dissocia e diserta il tavolo

In questo silenzio, una sola voce è arrivata dai piani alti della moda, e non per partecipare. Tessilform SpA, società madre del marchio Patrizia Pepe, ha fatto sapere che non siederà al tavolo. Nella lettera inviata al sindacato e resa pubblica da Sudd Cobas, l’azienda ribadisce «l’assoluta estraneità» rispetto alle ditte collegate ad Alba e sottolinea di avere con quest’ultima rapporti «residuali e limitati ai soli servizi di stireria». Definisce quindi «ingiustificata» la sua presenza al confronto.

C’è però un passaggio che pesa più degli altri. Tessilform, dopo aver rivendicato i valori della dignità e dei diritti dei lavoratori, scrive che si riserva «ogni e più ampia valutazione in ordine ai rapporti con la ditta Alba srl». Tradotto: alla luce dello sfratto, delle indagini della procura e della pressione pubblica, i rapporti con Alba saranno probabilmente interrotti. Una presa di distanza elegante, che nei fatti scarica l’azienda pratese.

Le critiche di Sudd Cobas

Per Sudd Cobas è l’ennesima prova di un sistema che considera i lavoratori «sacrificabili, invisibili, usa e getta». Toscano rincara: «Oggi tocca agli operai di Alba, domani ad altri. I committenti non possono lavarsene le mani, sono loro che hanno il potere di garantire continuità e diritti. Altrimenti non basteranno le vetrine patinate a coprire le contraddizioni del loro Made in Italy».

Intanto, davanti ai cancelli di Montemurlo, resta il presidio. Tamburi, striscioni, tende improvvisate. «La dignità non si esternalizza», ripetono i lavoratori. E promettono che, se non arriveranno risposte, la protesta lascerà i capannoni per spostarsi davanti alle boutique dei brand.


 

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