Case toscane bocciate sull’energia, 6 su 10 non rispettano gli standard – Cosa si rischia nelle compravendite
La Toscana è tra le regioni peggiori d’Italia insieme al Lazio: il 59% degli immobili non rispetta gli standard Ue. A rischio Pistoia, Massa Carrara e Arezzo, dove oltre sei edifici su dieci sono inefficienti
Tre case e immobili toscani su cinque sono nelle classi energetiche peggiori, quelle contrassegnate dalle lettere F e G che indicano gli edifici in cui i consumi e le emissioni nell’ambiente sono più elevate. Un dato che è, al contempo, un primato negativo e anche un problema pesante come un macigno.
Un record perché, con una quota pari al 59%, la Toscana (insieme al Lazio) è la regione d’Italia con la percentuale più alta di immobili inefficienti dal punto di vista ambientale e dei consumi come certificano i numeri della banca dati Siape, l’archivio di tutti i certificati Ape (attestazione di prestazione energetica) richiesti dal 2015 al 2024. È anche, però, un problema di dimensioni rilevanti e crescenti perché la direttiva Ue sulle “case green” si propone sì, di arrivare al 2050 con tutti gli edifici che dovranno essere a zero emissioni, ma attraverso un percorso a tappe che fissa il primo traguardo già a gennaio 2030: per quella data ossia fra poco più di 4 anni, in teoria, nell’Ue non dovranno più esservi edifici nelle classi F e G. E dal 2033 neppure in classe E.
Concretamente vuol dire che, se la Toscana, arrivasse al traguardo del 2030 nelle condizioni attuali, sei edifici su 10 sarebbero “fuorilegge”. Beninteso se la situazione fosse grave solo nel Granducato e nel Lazio, e invece complessivamente buona per l’Italia, la questione rimarrebbe sì comunque pesante in termini d’impatto ambientale e consumi, ma almeno non sarebbe seriamente a rischio la possibilità di centrare il primo obiettivo indicato dalla direttiva Ue che riguarda il Paese nel suo complesso e non le singole regioni.
La situazione nelle regioni
Il problema, però, è che non è così. Anche a livello nazionale, infatti, il quadro rimane piuttosto allarmante considerato che gli immobili in classe energetica F e G, che entro il 2030 dovrebbero salire almeno nella E, sono il 44%. E in tutto sono ben sette le regioni con più del 50% del patrimonio immobiliare nelle due classi più basse: oltre a Toscana e Lazio, infatti, ci sono anche Molise (57%) , Basilicata (55%) , Umbria (54%) e Liguria e Calabria (entrambe 53%) . La più virtuosa in assoluto, invece, è il Veneto (18%) , seguita da Lombardia (19%) , Valle d’Aosta (20%) e province autonome di Trento e Bolzano (rispettivamente al 23% e al 21%).
La Toscana, comunque, spicca in negativo anche nella graduatoria provinciale con ben due di esse fra le prime cinque d’Italia per edifici nelle classi energetiche F e G: Pistoia (63%) , infatti, si colloca al quinto posto, superata da Massa Carrara e Frosinone (tutte e due 66%) . Quindi Enna (69%) e Rieti (73%).
La situazione delle province toscane
In totale, comunque, sono ben cinque i territori della Toscana che superano la già ragguardevole media regionale: con Massa Carrara e Pistoia, infatti, ci sono pure Arezzo (61,8%) , Lucca (61,2%) , Pisa (60,6%) e Siena (59,7%) . Seguono Grosseto (57,6%) Firenze e Livorno (entrambe 56,6%) e Prato (52,3%).
In tutte le province, quindi, più della metà degli immobili si trova nelle classi meno efficienti dal punto di vista energetica. Eppure né la Toscana, né tantomeno l’Italia negli ultimi anni sono rimasti con le mani in mano. A livello nazionale, infatti, dal 2019 in poi le classi F e G sono diminuite di 10 punti percentuali e quelle in classe A aumentate di 6, risultati possibili sicuramente anche grazie agli interventi di efficientamento spinti dal “superbonus”. Nonostante ciò gli edifici nella classe più virtuosa, ad emissioni zero o quasi, nel 2024 a livello nazionale sono stati solo il 14% dei certificati Ape richiesti e in Toscana si sono fermati nettamente al di sotto dato che gli immobili in classe A sono stati appena il 9%, un’incidenza che è anche in diminuzione rispetto al 12% dell’anno precedente per effetto delle nuove certificazioni richieste nel 2024 che, evidentemente, hanno riguardato soprattutto immobili di classe energetica medio-bassa.
Nessuna delle province toscane, per altro, supera la media nazionale: la più virtuosa è Grosseto che, però, non va oltre il 10,1%. Seguono Arezzo (9,8%) , Prato e Pisa (entrambe 9,2%) , Firenze (9%), Livorno (8,6%) , Pistoia (7,9%), Lucca (7,7%) , Siena (7%) e Massa Carrara (6%) .